ESCLUSIVA MANCHESTER MILAN/ Collovati, Milan affidati a Ronaldinho per fare l’impresa

- int. Fulvio Collovati

FULVIO COLLOVATI analizza la gara di questa sera. E per l'impresa dei rossoneri punta tutto su Ronaldinho

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Serve un’impresa degna degli annali del calcio. Il Milan si deve superare stasera per vincere con il Manchester United all’Old Trafford e ribaltare il 2-3 dell’andata. Per parlare di questa sfida, quasi una finale anticipata della Champions League, abbiamo sentito, in esclusiva per il sussidiario.net, Fulvio Collovati, ex di Milan e Inter, nonché campione del mondo con l’Italia nel 1982.

Collovati, c’è Manchester United – Milan. Ai rossoneri serve l’impresa per qualificarsi…

Serve proprio un’impresa, perché con il 3- 2 a suo favore il Manchester è nettamente favorito. Fare due gol all’Old Trafford non è certo cosa semplice e la squadra inglese finora non li ha mai subiti quest’anno.

Su cosa deve puntare il Milan per passare il turno?

Sull’estro, sulle giocate di Ronaldinho. Il fantasista brasiliano potrebbe infatti mettere in difficoltà la difesa del Manchester. Anche Seedorf sarebbe un giocatore utile allo scopo, nel caso venisse utilizzato. Sono giocatori che possono mettere in difficoltà la retroguardia inglese.

Dall’altra parte c’è Rooney. Un autentico fenomeno…

Credo che sia un ottimo giocatore, non un fuoriclasse. Certo Rooney in fase realizzativa è molto efficace. Segna molto e fa gol importanti. Bisogna tenerlo d’occhio in ogni circostanza.

E poi dove il Manchester può mettere in difficoltà il Milan?

Con la spinta, con il gioco che tutta la squadra dà. Una fase offensiva molto importante, in cui ad esempio elementi come Scholes sanno essere molto decisivi.

Si può fare un paragone tra Ferguson e Leonardo?

Per il momento il tecnico britannico vince alla grande. Ma è normale perché Leonardo è all’inizio della sua carriera.

 

In un a partita come questa conta molto il sostegno del pubblico, con un tifo tipicamente inglese…

Credo che il pubblico sia uguale in ogni parte del mondo. Certo, è vero, quando si gioca in Gran Bretagna non si sentono mai fischi. Solo un incitamento continuo da parte dei tifosi di casa.

 

Parliamo anche di Nazionale. Lei ha conquistato la Coppa del Mondo nel 1982, in Spagna. E’ stato più difficile giocare e vincere per lei o lo è per l’Italia di questi tempi?

Diciamo che allora c’erano squadre straordinarie come il Brasile e l’Argentina. Adesso ci sono sempre Nazionali molto forti come la Spagna, l’Inghilterra, la stessa Argentina, lo stesso Brasile, ma il calcio si è livellato moltissimo. C’è molto più equilibrio.

Quali differenze ci sono rispetto al football di allora?

Allora c’erano veramente delle formazioni quasi insuperabili, quasi imbattibili. Adesso c’è molto più livellamento. Non ci sono più compagini in grado di essere superiori a un’altra così nettamente. Soltanto che questo equilibrio ti può portare a perdere non solo con una delle tradizionali “grandi”, ma anche con una Nazionale dell’Africa. Bisogna stare più attenti e essere molto concentrati. Ma fa parte dell’evoluzione di questo sport.

 

(Franco Vittadini)





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