CALCIOPOLI/ Sentenza Giraudo: “Dati certi di associazione a delinquere”. Scarica il file integrale con le motivazioni della condanna depositate oggi

- La Redazione

Depositate oggi le motivazione delle condanne contro l'ex amministratore delegato della Juventus

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CALCIOPOLI – Dati certi dell’esistenza di un’associazione a delinquere che condizionava il mondo del calcio italiano. E’ questo il cuore centrale delle motivazioni della sentenza con rito abbreviato, svoltasi lo scorso 14 dicembre e che ha portato alla condanna di Antonio Giraudo a tre anni. «L’esistenza dell’associazione e la sua penetrante efficacia – si legge nella 202 pagine depositate oggi – risultano dimostrate con chiarezza anche nell’esercizio di questo potere di veto, espresso da Moggi, ma che coinvolgeva per logica l’intero gruppo che aveva grande potere sulla categoria degli ufficiali di gara, militandovi anche i designatori ed il massimo vertice dell’Aia oltre che Giraudo». Secondo il gup Eduardo de Gregorio la “cupola” aveva a disposizione alcuni arbitri e guardalinee compiacenti oltre ad essere in stretto rapporto con i vertici dell’Aia.

Tra gli elementi addotti dall’accusa per giustificare la sentenza vi è il fatto che Moggi avrebbe dato a dirgenti di altre club, arbitri e designatori schede sim svizzere dove poter parlare con la massima libertà Parole dure quelle che arrivano nei confronti del principale condannato Antonio Giraudo. L’uomo della triade viene definitivo come colui che «il peso che l’uomo aveva nell’ambiente calcistico, peso sul piano logico compatibile piuttosto che con la sua qualità di amministratore di una società avente pari dignità di altre, con la sua appartenenza ad un gruppo organizzato ed influente sulle cose di calcio».

 







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