Salernitana-Nocerina/ Tra presunte minacce e richieste civili: chi ha ragione? E Lotito si infuria

- La Redazione

Tutta Italia sta parlando di quanto accaduto ieri nella partita tra Salernitana e Nocerina: i tifosi hanno davvero minacciato di morte i giocatori molossi, o è stata una semplice richiesta?

Nocerina_curva_R400 Curva Nocerina (infophoto)

E’ bagarre il giorno dopo i fatti di Salerno. La Lega Pro si costituisce parte civile “per il danno gravissimo arrecato al calcio e alla Lega”, come ha affermato il presidente Mario Macalli. “Una vergogna assoluta” replica il direttore generale Francesco Ghirelli. E intanto da Nocera sostengono non sia andata come sembra, e come tutti hanno riportato. Quindi la domanda è: cosa è successo davvero all’Arechi di Salerno? E soprattutto: cosa è accaduto davanti all’albergo che ospitava i giocatori molossi? I fatti chiari e incontrovertibili sembrano infatti incompleti: a oggi, è certo solo che la partita Salernitana-Nocerina, considerata a rischio visto il pessimo rapporto tra le due tifoserie, sia stata vietata ai sostenitori ospiti. Da qui le proteste rossonere e l’intenzione di recarsi comunque a Salerno (che dista circa 20 chilometri) con tanto di inviti a mezzo manifesti appesi per tutta la città. Ieri mattina, al momento di recarsi all’Arechi, giocatori e staff della Nocerina sono stati intercettati da un gruppo di duecento dei loro tifosi. Qui le versioni si fanno discordanti su modalità e toni, ma è accertato che sia stato chiesto loro di non giocare per l’ingiustizia nei confronti degli ultras, che senza preavviso e senza ragione alcuna (erano tutti provvisti di tessera del tifoso) erano stati esclusi dallo stadio. Si arriva dunque al campo, dove i giocatori molossi chiedono di non giocare. “Paura”, si è detto ieri, “delle minacce ricevute”. Quel che succede è che la partita inizia 38 minuti dopo, alle 13,08, mentre fuori dall’Arechi alcuni tifosi fanno scoppiare petardi e intonano cori contro l’esclusione; si scoprirà poi che sono supporter della Salernitana, solidali con i “colleghi”. La Nocerina effettua immediatamente le tre sostituzioni e poi, nel giro di venti minuti dal fischio d’inizio, cinque giocatori si infortunano e lasciano il campo in barella. L’arbitro, per regolamento, si vede costretto a interrompere la gara, decretandone la fine (non si può giocare in sei). “Tutti in piazza a festeggiare… ha vinto il popolo nocerino”: i tifosi molossi scrivono così sulla loro pagina di Facebook, prima di riversarsi realmente in piazza Diaz per un raduno di sostenitori della Nocerina. Ieri, e oggi, si parla di vergogna, di calcio in pasto agli utras, di situazione da cambiare. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: i tifosi della Nocerina sostengono, per bocca del capo della curva, di non avere minacciato nessuno di morte (così è stato riportato il tutto) ma di aver semplicemente chiesto un gesto simbolico e solidale alla squadra. Richiesta accettata, come sottolinea anche la redazione di ForzaNocerina.it che, sottolinea, “non è il sito degli ultras, ma un sito regolarmente registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore”. Insomma: secondo queste voci, che erano presenti al San Severino Park Hotel, “è stato chiesto al mister e alla squadra un gesto eclatate, che facesse parlare l’Italia intera”. E così è stato. Chi ha ragione? E’ innegabile quanto sostengono giornalisti e tifosi di Nocera, ovvero che la notizia faccia più scalpore se “colorita” a mezzo di minacce e azioni coercitive; d’altra parte, non sarebbe nemmeno la prima volta. Ancora più in profondità va Claudio Lotito, chiamato in causa in quanto presidente della Salernitana: il patron ha denunciato chi non ha accolto le richieste di non mettere nello stesso girone squadre “a rischio”, propendendo per una divisione orizzontale e non verticale dell’Italia. “E’ come far giocare una partita tra palestinesi e israeliani”. Ne parleremo ancora. 

(Claudio Franceschini)





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