UEFA BOCCIA IL MILAN/ No al Voluntary Agreement: le garanzie presentate dal club

- Silvana Palazzo

Uefa boccia il Milan: no alla richiesta di voluntary agreement. Cosa succede ora, ecco gli scenari per il club rossonero. Le ultime notizie sulla decisione, gli aggiornamenti

Mister Li Milan lapresse_2017 Yonghong Li , ex presidente de(LaPresse)

Continua a far discutere il no della UEFA al piano di Voluntary Agreement sottoposto dal Milan alla commissione di Nyon. Dal suo punto di vista il club rossonero ha deciso di rispondere – attraverso Milan TV – alle voci secondo cui la società era a conoscenza del fatto che la UEFA avrebbe respinto le sue richieste in base alla propria situazione finanziaria. Da via Aldo Rossi al contrario, come riportato da milannews.it, fanno sapere che sono state presentate le garanzie richieste: “una garanzia finanziaria personale del presidente Yonghong Li, la copertura di un’azienda cinese di proprietà di Yonghong Li del valore di 120 milioni di euro e il piano di aumento del capitale fino a questo momento sottoscritto dal presidente rossonero e dalla proprietà, di 120 milioni su 165 del passivo complessivo del Milan. La UEFA non ha accettato nessuna di queste garanzie, tuttavia non c’era certezza a priori di un rifiuto”. (agg. di Dario D’Angelo)

ESAME COVISOC

Dalla doccia fredda rappresentata dal no della UEFA al piano di Voluntary Agreement presentato da Marco Fassone ad un altro appuntamento cruciale per il futuro del Milan. In programma per martedì vi è infatti l’esame della COVISOC, la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, chiamata a verificare che il Milan abbia rispettato tutti i parametri relativi all’iscrizione al campionato in corso. Un incontro, dunque, tutto tranne che di routine e se vogliamo anche più importante – a livello di responso – di quello della commissione di Nyon. Quel che è certo è che la campagna acquisti da 230 milioni di euro – in ragione dei risultati fin qui deludenti – non ha fatto altro che peggiorare il quadro finanziario delle casse di via Aldo Rossi. Ne sapremo di più nella giornata di martedì…(agg. di Dario D’Angelo)

LA STOCCATA DI FASSONE

Nel video pubblicato sul sito ufficiale del Milan dopo l’ufficialità della bocciatura al Voluntary Agreement da parte della UEFA, non è passata inosservata una stoccata rifilata da Marco Fassone alla vecchia proprietà. L’amministratore delegato rossonero, spiegando la situazione contingente, ha precisato:”Il Milan ha commesso violazioni rispetto al Financial Fair Play negli scorsi anni, il tentativo fatto è quello di non ricevere sanzioni per violazioni commesse prima, cioè negli anni 2014/15, 2015/16 e 2016/17, quindi non stiamo parlando di violazioni commesse adesso”. Una realtà incontrovertibile (per quanto l’ultima stagione di A sia stata di fatto commissariata nel percorso di due diligence verso il famigerato closing) che sa però di scaricabarile nei confronti della vecchia gestione targata Berlusconi-Galliani. Una precisazione che la dice lunga, evidentemente, sui rapporti che intercorrono tra il passato e il presente del Milan. (agg. di Dario D’Angelo)

LE SPIEGAZIONI DI FASSONE

La bocciatura della Uefa alla richiesta di Voluntary Agreement del Milan non ha sorpreso l’amministratore delegato Marco Fassone, che ha commentato la notizia con un comunicato pubblicato attraverso il sito ufficiale e i vari canali social. «Avevamo ventilato questa decisione. La Uefa ci chiedeva due cose impossibili da fare: completare il rifinanziamento del debito con Elliott e di fornire garanzie sufficienti sulla capacità della proprietà di finanziare il club con un deposito di una cifra molto importante. Crediamo che tutta la documentazione prodotta e le garanzie proposte siano sufficienti se vincolati ad alcuni parametri, ma la richiesta è stata respinta, ha dichiarato il dirigente del Milan, specificando che la commissione è stata soddisfatta dal punto di vista della pianificazione. «Se loro ritengono che serva una garanzia bancaria, bastava dirlo prima e avremmo previsto che non saremmo arrivati fino in fondo, ha aggiunto Fassone. Ora auspica che le sanzioni non siano eccessive ma in linea con quelle del passato: «Delle restrizioni alle liste dei giocatori che dovranno partecipare alle competizioni europee e anche delle limitazioni salariali. Si tratta di un accordo che lUefa proporrà al Milan per sanare la posizione del club. (agg. di Silvana Palazzo)

NO UEFA ALLA RICHIESTA DI VOLUNTARY AGREEMENT DEL MILAN

La Uefa ha bocciato il voluntary agreement richiesto dal Milan. Come si legge nella nota ufficiale, la camera di investigazione del Financial Body di Nyon ha deciso di non concludere l’accordo sui conti del fair play finanziario con il club rossonero, optando per la bocciatura. Due in particolare sono le questioni che hanno spinto la Uefa a respingere la richiesta del Milan. Innanzitutto le incertezze sul rifinanziamento del debito con Elliott in scadenza nel 2018, poi quelle sulle «garanzie finanziarie fornite dall’azionista principale, cioè Yonghong Li e la sua catena societaria tra Hong Kong, Lussemburgo e le Isole Vergini Britanniche. Il Milan continuerà ad essere seguito dalla Uefa: la situazione verrà valutata nuovamente nei primi mesi del 2018. Il riferimento è all’eventuale settlement agreement in primavera: può comportare multe e limitazioni della rosa e delle operazioni di mercato in relazione alla necessità di chiudere il bilancio al di sotto dei passivi prefissati. La sanzione massima è la mancata partecipazione alle coppe europee, ipotesi al momento remota, alla quale la Uefa ha fatto raramente ricorso in passato.

UEFA BOCCIA PIANO MILAN: ECCO PERCH

In attesa di conoscere la reazione del Milan alla decisione della Uefa di bocciare la richiesta di voluntary agreement, ecco cosa dice il comunicato ufficiale. «Dopo un attento esame di tutta la documentazione presentata e delle spiegazioni fornite, la Camera ha deciso di non concludere il voluntary agreement con l’AC Milan. In particolare, la Camera ha considerato che, a oggi, ci sono ancora delle incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito che deve essere rimborsato a ottobre 2018 e le garanzie finanziarie fornite dai maggiori azionisti. Cosa prevede il voluntary agreement? Un club che esce dai vincoli del fair play, come quello del break even, cioè un deficit massimo consentito di 30 milioni negli ultimi tre anni, può chiedere alla Uefa l’apertura di un credito e quindi una moratoria su sanzioni e limitazioni presentando un business plan pluriennale con l’impegno a rientrare nei parametri e l’illustrazione dei dettagli sulle voci di ricavi e costi per riequilibrare la gestione economica. Il Milan ha presentato un documento di 150 pagine che è stato discusso a novembre a Nyon davanti alla commissione presieduta dall’ex ministro belga Yves Leterme.

SEETLEMENT AGREEMENT: LA VIA D’USCITA DEL MILAN

Il Milan era già pronto ad un responso negativo da parte della Uefa in merito alla richiesta di voluntary agreement per derogare i vincoli del Fair Play finanziario, per questo ha cominciato a prepararsi a negoziare con Nyon uno stringente settlement agreement, come fatto in passato da Inter e Roma. Più che di multe si tratta di mancati guadagni: le società devono ridurre i costi fissi per rientrare in un breakeven negativo di 20 o 30 milioni, e in un secondo momento pareggiare il bilancio per mantenerlo sano lungo tutto il periodo di sorveglianza Uefa. Il seetlement agreement ha comportato restrizioni nelle rose da iscrivere alle competizioni europee: l’Inter nella stagione 2015-16 passò da 25 a 21 giocatori, 22 nella stagione 2016-17. Lo scenario che si prospetta ricorda quello affrontato dalla Roma: i calciatori con un ingaggio più importante potranno essere sacrificati e a quel punto il calciomercato non sarà bloccato. Il monitoraggio però durerà più anni: il settlement agreement infatti per la Roma è terminato proprio l’estate scorsa.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie

Ultime notizie