SCUDETTO JUVENTUS/ Corsa (UDP): ecco il vero segreto della stagione. Del Piero? Io dico che… (esclusiva)

- int. Antonio Corsa

Antonio Corsa, fondatore e curatore del blog uccellinodidelpiero.com, ci racconta in esclusiva le emozioni vissute nel corso della stagione che ha portato allo scudetto della Juventus.

borriello_conte_juventusR400 Marco Borriello e Antonio Conte (Infophoto)

La stagione 2011-12 sarà sicuramente ricordata come la stagione del riscatto della Juventus. Dopo sei lunghi anni i tifosi bianconeri hanno finalmente ritrovato lo scudetto. Insperato ad inizio anno, mai nominato nei momenti più “caldi” del campionato, ma mai così meritatamente ricucito sulle proprie maglie. Quella di domenica scorsa è stata per molti juventini una giornata indimenticabile: dalla festa per lo Scudetto all’addio dello Stadium ad Alessandro Del Piero. Inoltre, la Juve di quest’anno, come ha di recente ricordato il suo allenatore, ha posto le “basi” per un futuro finalmente promettente. Allo stesso tempo, quello che ogni juventino d’Italia si aspetta per questa estate è un mercato di livello che permetta a Conte di aver a disposizione un pacco di giocatori assortiti ( e perché no, con un top player che erediti il 10 di Del Piero) che permetta alla Signora di tornare protagonista anche in Europa. Per immedesimarci al meglio negli attuali pensieri dei tifosi bianconeri, Ilsussidiario.net ha deciso di raccogliere in esclusiva le impressioni di un tifoso juventino d’eccezione, come Antonio Corsa. Pugliese e profondo conoscitore degli ambienti juventini, Antonio Corsa da diversi anni dedica tempo all’informazione sportiva e non solo della Juventus, dirigendo uno dei blog più frequentati dai tifosi juventini, uccellinodidelpiero.com. Ecco le sue risposte e le sue opinioni:

Dopo il recente passato, da tifoso appassionato e profondo conoscitore di cose juventine, riusciresti a descriverci le emozioni provate quando hai visto Del Piero alzare al cielo lo Scudetto?

Ero allo stadio: è stato un qualcosa di meraviglioso, indescrivibile, storico. Non c’erano solo le 40.000 persone presenti dal fischio d’inizio, ma anche molte di quelle che avevano atteso fuori senza biglietto, avendo ad un certo punto la Società – grazie – pensato bene di aprire a tutti i cancelli per godersi lo spettacolo della festa. Quello della Coppa sollevata al cielo è stato il coronamento di un anno fantastico finito ben oltre le più rosee aspettative. Del Piero, giustamente protagonista di giornata, rappresentava nella sua esultanza un centinaio di persone che hanno dato il 101% per tutto l’anno, dagli impiegati della Juventus ai magazzinieri, agli addetti alla sicurezza, alla logistica, alla comunicazione, ai fisioterapisti, ai collaboratori di Conte e ai giocatori, compresi Storari e Manninger. Dietro c’è tanto lavoro, e lo si è vinto tutti assieme, tifosi compresi.

A proposito, gli Scudetti sono 28, 30 o 32 (come alcuni tifosi vorrebbero in riferimento a quelli revocati nei primi anni del novecento)? E come giudichi la linea della società su questo argomento?

Finchè non si dimostrerà che la Juventus non vinse sul campo – così è fino a prova contraria – quei due campionati sottratti nel 2006 (e quello finito nel palmares dell’Inter non è stato neanche oggetto d’indagine: la vedo dura..) provandone l’alterazione effettivamente compiuta con prove certe e non astratte, per me sono 30. Diciamo che finora né i processi sportivi né quelli penali mi hanno fatto cambiare idea, e non si confonda la frode sportiva come reato di pericolo con la partita (volgarmente, ma ci capiamo) “rubata”: ne avessimo vinta col raggiro anche solo una, avrei smesso di rivendicare il 28 e il 29.

Dunque la linea della società con a capo Andrea Agnelli non può che essere diversa da quello che tu sostieni.

Quanto alla Juventus, fa benissimo a mostrare la terza stella ovunque: è una questione di parità di trattamento: se, anche a fronte di partite regolari, si è voluto punire il comportamento astrattamente idoneo a produrre un condizionamento del mondo arbitrale, allora si proceda alla revoca immediata del cartonato nerazzurro, perché mi pare che la relazione del dott. Palazzi sia chiara, in tal senso. Non si può perché i fatti sono caduti (casualmente?) in prescrizione? Bene, allora che nessuno ci faccia la morale. Il fatto che siamo stati gli unici a pagare non è accettabile e, vista l’incompetenza della FIGC, altro non resta che screditarla.

Quali sono state secondo te le due partite della svolta in stagione: quella in cui hai pensato che la Juve era tornata competitiva e quella in cui ha creduto davvero di potere vincere il campionato?

Le due gare col Napoli, quella dell’andata con l’incredibile rimonta e quella di Torino, dove li abbiamo oggettivamente asfaltati. E sempre citando il Napoli, la prossima, domenica, ci potrà dire molto: se abbiamo fatto un’impresa e siamo già sazi, o se Conte sarà veramente riuscito a trasmettere la fame a questi ragazzi, fame che va dimostrata soprattutto dopo una vittoria, non prima.

Ti aspettavi che Antonio Conte facesse così bene e soprattutto che riuscisse in un solo anno a ricostruire uno spogliatoio al limite del tracollo?

Non ho mai dubitato delle capacità di Conte. Semmai a preoccuparmi era la capacità della squadra di lavorare umilmente e duramente per mettere in pratica le sue idee. E non era scontato, vedi Villas Boas al Chelsea. Da questo punto di vista la risposta è stata straordinaria: merito suo, che ha dimostrato di non essere un “talebano” come lo accusava qualcuno, e merito dei ragazzi, che hanno dimostrato  voglia di riscatto dopo due stagioni, per citare il presidente Agnelli, non degne della storia della Juventus. 

C’è un episodio che ti viene in mente in particolare?

C’è una frase di Buffon che, più di tutte, per me, descrive quello che è successo, di straordinario: “Dopo il Mondiale è la mia gioia più bella, sportivamente parlando, e finalmente dà un senso al fatto che il sudore ed il lavoro paga. Ci ho sempre creduto, ma credevo fosse un 80% retorica e un 20% verità. Dopo questo Scudetto posso dire che 80% è verità e 20% è retorica”.

Conte è stato decisivo, Del Piero ha segnato gol decisivi (Inter, Lazio): di chi è questo scudetto?

Il Presidente Agnelli lo ha ripetuto più volte: è di tutti, tifosi compresi. E ce lo meritiamo tutto. Abbiamo dato una nuova definizione all’espressione “dodicesimo uomo in campo”.

Come consideri la lunga polemica con il Milan che per due mesi ha infuocato le maggiori testate giornalistiche? In particolare ti hanno sorpreso di più gli atteggiamenti di Galliani, di Allegri o della società tramite il sito?

I continui riferimenti al gol di Muntari e ad altri presunti torti arbitrali che li avrebbero penalizzati in classifica addirittura falsando l’intero campionato, pur se criticabili e totalmente privi di stile (e senso), ci possono stare. Voglio dire: erano probabilmente un modo per salvare la faccia, per tenere alta la concentrazione, per infastidire l’avversario, per compattare i tifosi (che spesso ci cascano) verso un nemico comune, individuato quasi subito in Antonio Conte. Esistono da che esiste il calcio, perché la cultura della sconfitta nel nostro paese è ancora una chimera.

Possiamo però sostenere che da una squadra così prestigiosa questi atteggiamenti non ce li si aspettava affatto?

Certo, fa strano se ad usare certi trucchetti sia stata la squadra campione d’Italia in carica, quel Milan che si credeva superiore a certi atteggiamenti. Ciò che però ha superato ogni limite è a mio avviso il trattamento riservato a Pirlo, con accuse esplicite e meschine di aver tirato gomitate non solo nel match contro i rossoneri, ma addirittura nella gara precedente disputata dalla Juventus. 

In effetti, una caduta di stile…

Lì si è andati decisamente oltre, ed è forse anche per questo che Pirlo è il più sorridente di tutti, dopo domenica.

Come giudichi la vicenda Del Piero, e le scelte della società da un punto di vista tecnico e di immagine? Avrebbe senso, per entrambe le parti, rinnovare il contratto e tenere il Capitano come riserva di lusso, visto che Del Piero sarebbe disposto a giocare a cifre molto basse?

Mi viene il sorriso. In questi giorni avrò incontrato decine di persone – nessuna delle quali juventina – che mi hanno fermato criticando la Juventus ed in particolare il Presidente Agnelli per il comportamento tenuto con Del Piero. Sono le stesse per le quali è stato nel tempo dopato, prescritto, ladro, raccomandato e responsabile di tutti i fallimenti della Nazionale. Come si cambia…

Cioè?

Voglio dire: sulla vicenda sono in tanti ad averci fatto la morale, anche chi non ne avrebbe avuto il diritto. Ti dico la mia: quando scrivevo che sarebbe stato bello per Del Piero lasciare al termine di quest’anno, lo facevo proprio immaginandomi uno spettacolo come domenica scorsa allo Juventus Stadium, qualcosa che non si era mai visto prima, qualcosa di unico, con la gente in lacrime perchè lo voleva ancora un altro anno, ancora una volta, anche solo un’altra partita. 

Quindi, una conclusione degna del campione che è stato?

Questo è per me uscire di scena da campioni, al momento giusto, come un artista che esce di scena un minuto prima che finisca l’ultimo applauso. Quanto al resto, c’è stata tantissima speculazione, non sempre in buona fede. La decisione è stata presa da tempo, era nota alle parti da tempo e semplicemente si è tenuto fede alla parola presa.

Ti aspetti un mercato bianconero ricco di investimenti? Ci potresti indicare in ogni caso su quale reparto e su quali giocatori concentreresti gli sforzi economici?

Sarò poco originale: sono d’accordo con tutti gli analisti che sostengono a questa Juventus manchino un centravanti da 20 gol a stagione e un centrocampista universale per far rifiatare Marchisio e Vidal. Due, più eventuali ritocchi. Ma buoni. Il sogno è comunque Cavani, il n.1.

Giovinco? Lo riprenderesti anche a condizione di trattarlo da “top player”?

Non lo è.

 

(Francesco Davide Zaza)





© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie

Ultime notizie