FESTIVAL DI LOCARNO/ Tre storie per raccontare “la storia”: Et mondana ordinare

- La Redazione

Inaugurato ieri con “500 giorni insieme” il film interpretato da Zooey Deschanel, il festival di Locarno presenta questa sera, come ci racconta ELISEO BOLDRIN, un altrettanto importante novità cinematografica: “Et mondana ordinare” dell’esordiente regista Daniela Persico

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Venerdì 7 agosto alle 21.00, nell’ambito della rassegna Ici et Ailleurs del Festival internazionale del Cinema di Locarno, si terrà la prima proiezione pubblica del film Et mondana ordinare co-prodotto quest’anno da Sentieri del Cinema insieme alla milanese Quarto Film.

Diretto dalla giovane regista (e sentierista della prima ora) Daniela Persico, Et mondana ordinare è un film-saggio, che ricostruisce attraverso i testamenti di tre donne vissute a Bergamo nel XIV secolo, le diverse sensibilità di ciascuna, nel momento del distacco dalle cose del mondo (nelle quali occorre mettere ordine, come asserisce il titolo).

Gli splendidi affreschi medievali della città di Bergamo, le antiche architetture, l’attenta ricognizione dei documenti dell’epoca, creano un mondo sospeso le cui assorte creature entrano in contatto con una contemporaneità solo in apparenza distante: la danza nel lounge-bar che fu chiostro, la scienza dei restauratori, il gioco femmineo della pallavolo, appaiono come l’estremo epigono di un processo che dura secoli, le diverse manifestazioni dell’avventura umana dietro la quali è possibile scorgere un vincolo profondo, che supera i secoli e che il film delicatamente lascia trapelare nei sorprendenti accostamenti. L’antica sacralità del quotidiano emerge ancor oggi in gesti minuti e in sguardi cerulei.

Et mondana ordinare pone lo spettatore in un punto di osservazione elevato e impervio: il sommo della vita di tre donne che riguardando alla propria esistenza, a ciò che hanno visto e amato, tentando di ordinare le cose del mondo, per consegnarle certo agli eredi designati (un convento, una scuola per ragazze, due uomini) ma in fondo, anche per donarle a tutti noi, in quell’atto di genuino amore e dono di sé che è il comunicare la propria esperienza .

Il mistero dei secoli antichi che si rinnovano nello sguardo delle ragazze protagoniste, tra cui un’intensa Laura parla inequivocabilmente di un qualcosa che non muore, che rimane nei testamenti che l’umanità e ogni singolo uomo continuamente redige, rendendo ogni istante un’eternità e un picco altissimo. Questo è il fascino del film di Daniela Persico: un piccolo, prezioso gioiello.

(Eliseo Boldrin – Sentieri del Cinema)





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