ANNOZERO/ Santoro e il Pm Travaglio preparano la resa dei conti con Berlusconi

- Maestro Yoda

Ieri una nuova puntata di Annozero incentrata sulle vicende del Premier legate al caso Ruby. Ecco il commento di YODA

Annozero_Travagio_SantoroR400 Foto Ansa

Non ci va certo giù leggero Santoro: si avverte un clima da resa dei conti. Così inizia con una notizia: poiché il Pdl ha rinunciato alla manifestazione contro i magistrati, lui, Travaglio e gli altri rinunceranno alla propria. E non fonderanno affatto un partito. Poi con efficace perfidia fa partire un servizio in cui si confrontano le due versioni della Minetti: quella con le sue frasi registrate al telefono e quella con le sue risposte o le sue non risposte (“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere”) ai magistrati. Così i telespettatori possono giudicare. E il processo mediatico può continuare.

Con ulteriore malizia, dopo il servizio, Santoro annuncia, riferendosi alla telefonata di Masi della settimana scorsa: “Poiché non ci sono telefonate, Annozero può cominciare”. La trasmissione continua con un montaggio serrato di interviste raccolte per strada di cittadini che la pensano pro e che la pensano contro. La chiave scelta sembra essere quella di non voler dare giudizi, ma di lasciare emergere contraddizioni e contrasti: incluse molte telefonate assai perplesse di diversi ascoltatori di Radio Padania. Volutamente poi Santoro butta sul piatto il 15 a 15 della cosiddetta bicameralina sul federalismo.

Castelli e la deputata Bernini del Pdl (che sembrerebbe afflitta da un mal riuscito intervento di siliconatura labiale) affermano che non c’è stata nessuna forzatura nel proseguire con il decreto legge nonostante il pareggio. Di Pietro e soprattutto Bocchino (che legge il regolamento della Camera) sostengono carta alla mano che in caso di parità il parere si intende contrario. Così ci si infila in tecnicalità incomprensibili ai più, sulle quali gli intervenuti si accapigliano e si danno sulla voce.

Così non si capisce nulla, ma con ogni probabilità i telespettatori si confermano nel dubbio che questo federalismo rimanga una petizione di principio con enormi problemi nei dettagli applicativi. Come al solito la palla viene buttata al Presidente della Repubblica che, secondo Di Pietro, non potrà approvare un decreto promulgato senza che ci sia stato il parere favorevole della competente Commissione Parlamentare.

Secondo Santoro, la radicalizzazione politica si accentuerà, anche grazie a una intervista con Barbareschi che oggettivamente lascia molti dubbi su un suo potenzialmente interessato trasformismo. Di Pietro sostiene che posizioni come quella del noto attore testimoniano l’esistenza di “un mercato delle vacche” in parlamento, suscitando l’indignazione della Bernini.

Pubblicità. Si riprende mettendo in rilievo di nuovo le contraddizioni tra ciò che emerge dalle intercettazioni e da ciò che viene detto in un’intervista da una protagonista del bunga-bunga come Barbara Faggioli. Bocchino ha gioco facile nel mettere in luce il torbido giro che emerge intorno a tutta la faccenda, dicendo in sintesi: “Una nota prostituta brasiliana informa il Presidente che un’altra nota prostituta accusata di furto è in questura, così lo stesso Presidente interviene per farla affidare alla Minetti che la riconsegna alla medesima prostituta, sostenendo che sia la nipote di Mubarak”.

 

La Bernini inizia una manovra eversiva per evitare di discutere un tema oggettivamente imbarazzante (i parlamentari della maggioranza che rifiutano l’autorizzazione richiesta dalla Procura di Milano sposando la tesi che il Presidente del Consiglio sia intervenuto per evitare una crisi diplomatica con Mubarak, e quindi nel pieno delle sue funzioni). Secondo Di Pietro, in realtà si è precostituita in questo modo la possibilità di evitare il processo nella sua sede naturale per rimandare il tutto al Tribunale dei ministri in quanto si tratterebbe al massimo di reato ministeriale.

 

Si litiga su questo punto, Castelli e Di Pietro si sfottono a vicenda: l’ingegnere Castelli cerca di spiegare al magistrato Di Pietro quella che secondo lui è l’interpretazione corretta dell’articolo 317 che parla della concussione.

 

La Borromeo interpella una giovane del Pdl che difende il metodo del listino bloccato perché secondo lei è l’unico modo con il quale dei giovani che non hanno soldi ma capacità possono così entrare in politica. Dice di non potere giudicare la Minetti, ma afferma apertamente di preferire che entrino in politica quelli che hanno un curriculum che non dipenda soltanto dall’avvenenza. Come non essere d’accordo?

 

Si intervista Bill Emmott, editorialista del Times, che in sintesi si dichiara pessimista che in Italia possa cambiare qualcosa, visto che gli italiani si rivelano così indulgenti con Berlusconi.

Pubblicità. Travaglio, stavolta trasformatosi in Pm, si domanda come mai Berlusconi paghi tutte queste donne se non le paga per farci sesso, sottindendendo che le paga perché ricattatato o ricattabile. Si domanda come mai Berlusconi raccomandi la Polanco che ha richiesto il passaporto ben dopo che si è scoperto che il suo fidanzato era un narcotrafficante. Cerca anche di spiegare con quali schermaglie legali sarà a suo avviso possibile trascinare in là sine-die il momento della verità davanti a un qualunque giudice.

 

Lucrezia Lante della Rovere interviene dal teatro dove sta interpretando uno spettacolo che fa riflettere sull’immagine della donna, invitando le donne a ribellarsi nella manifestazione del 13 febbraio. La Bernini afferma che il problema è che le donne come la Lante della Rovere hanno tutti i diritti tranne quello di prendere per vero ciò che emerge dalle intercettazioni, e quindi si rifugia nuovamente nelle disquisizioni procedurali sulle competenze.

 

Alla domanda “come se ne esce?”, Di Pietro sostiene che dato che non si riesce a sfiduciare il Governo in Parlamento, non resta che farlo in piazza. Sic! Elen Scopel, riproposta dalla Borromeo, afferma amaramente che dopo non aver accettato le avances di Fede e altri ha rinunciato a una carriera in tv e farà altro.

 

Mancano i soliti interventi in esterna di Formigli e Ruotolo, così la trasmissione nella seconda parte perde un po’ di mordente, e chiude in calando, anche perché si conclude con Vauro, che come al solito non fa ridere granché.

 

E si chiude in fretta, dopo aver buttato qua e là qualche mezza frase sulle fotografie a luci rosse di cui si sussurra da tempo. Tanto per creare l’attesa su cosa potrebbe mostrare Annozero nella prossima puntata.





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