CHE TEMPO CHE FA/ Il Ministro Cancellieri e Daniel Pennac ospiti di Fabio Fazio, ecco cosa è successo

- La Redazione

Nella puntata odierna, saranno ospiti l'ex prefetto e attuale ministro dell'interno Annamaria Cancellieri, lo scrittore Daniel Pennac e l'attore Rocco Papaleo

fazio_R115 Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa

Che tempo che fa, puntata del 29 Gennaio 2012 – Nella puntata odierna, saranno ospiti l’ex prefetto e attuale ministro dell’interno Annamaria Cancellieri, lo scrittore Daniel Pennac e l’attore Rocco Papaleo. Come di consueto è la soubrette è Filippa Lagherback a introdurre tutti gli ospiti. Il primo a fare la comparsa nello studio di Fabio Fazio è Daniel Pennac, uno dei maggiori scrittori francesi viventi, che si concede in una delle sue interviste alla vigilia del suo spettacolo: dal 30 gennaio al 1 febbraio, infatti, sarà in scena al Teatro Parenti di Milano con “Bartleby lo scrivano”, tratto del celebre racconto di Herman Melville. Pennac parla della sua attrazione per questa storia, a cui sembra essere molto legato: “è così dentro di me che non ricordo nemmeno la prima volta in cui la lessi”. Poi la racconta brevemente: “c’è un notaio, 1850, siamo a Wall Street. Due copisti lavorano nel suo studio. Uno di questi copisti non riesce a lavorare il mattino perchè soffre l’insonnia, l’altro non riesce a lavorare il pomeriggio perché è un ubriacone. Allora il notaio assume Bartleby per far fronte al problema: ma la situazione non cambierà, in quanto quest’ultimo rifiuta di assolvere ai compiti rispondendo con un controverso ‘preferirei di no’ “. Secondo Pennac il romanzo tratta di “due esseri antinomici” c’è la figura del notaio, cioè colui che vuole sempre sapere “tutto”, a cui si contrappone Bartleby, il quale invece non vuole mai spiegare niente. Poi Pennac estende il paragone all’attuale mondo finanziario: “la parola di Bartleby oggi è rivoluzionaria, visto il numero di risposte che la finanza mondiale cerca oggigiorno. Rappresenta il simbolo di una resistenza passiva al mondo, di un desiderare di non desiderare più”.  Lo scrittore poi parla del suo ultimo romanzo “Diario di scuola”, in uscita questo autunno in Francia: “non è esattamente un romanzo, ma un diario di un attore che scrive dai 12 agli 87 anni. Si tratta di un diario particolare: quello del suo corpo. Un’esperienza particolare, visto l’abuso che se ne fa oggi in tutto il mondo: dalla pornografia alla moda, alla protesta politica e sociale”. 
Dopo un breve siparietto con l’attore Rocco Papaleo, con cui Fazio comincia a “lanciare” il Festival di Sanremo, è la volta del ministro Annamaria Cancellieri. Il tema è quello forte dell’ordine pubblico. La preoccupazione principale è quella di “tenere a bada situazioni non gestibili anche provenienti da gruppi estemporanei e marginali”. Come proseguirà il ministro: “la mia idea di democrazia è una democrazia dell’ascolto. Più uno ascolta, più capisce le ragioni degli altri”. Poi Fazio parla del movimento dei Forconi: il presidente di confindustria Lo Bello ha palesato il rischio di infiltrazioni mafiose. Ma la Cancellieri invita alla calma: “la possibilità esiste, ma è remota”. Poi aggiunge: “l’unica cosa che non si può mai consentire è la violenza”. Il ministro si esprime anche in merito alla riforma delle lauree di cui tanto si parla in questi giorni: “sono d’accordo, purché si consenta a tutti di accedere anche alle università di maggior prestigio. Noi dobbiamo premiare il merito, che è la strada che porterà all’affermazione di ogni giovane”. 

Parla anche del fenomeno delle infiltrazioni mafiose, divenuto trasversale: “il governo Monti cercherà di colpire la fonte di queste organizzazioni, che è il denaro. E noi seguiremo le fonti ‘grigie’ di provenienza di esso. Dobbiamo essere ancora più efficaci anche nel controllo degli appalti”. Commentando un dato di Fazio riguardante i 140 miliardi di euro che ogni anno girano nelle tasche della mafia, la Cancellieri può solo rispondere “è la madre di tutte le battaglie. Ma non è assolutamente semplice vincerla”. La Cancellieri si pronuncia anche sul decreto “svuota” carceri: “se l’amnistia deve essere solo questo, la cosa non potrà mai funzionare”.





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