SERVIZIO PUBBLICO/ “Spazzare via tutti: da Beppe Grillo agli scandali della Lega (video). 19 aprile 2012

- La Redazione

Un nuovo appuntamento con lapprofondimento di Servizio Pubblico è andato in onda ieri sera, giovedì 19 aprile 2012. La puntata ha trattato ieri sera il tema della crisi dei partiti politici

Santoro_Servizio_PubblicoR400 Michele Santoro (Infophoto)

Servizio Pubblico, puntata del 19 aprile 2012 Un nuovo appuntamento con lapprofondimento di Servizio Pubblico è andato in onda ieri sera, giovedì 19 aprile 2012. La puntata ha trattato il tema della crisi dei partiti politici, in particolare dopo quanto emerso dallinchiesta che ha travolto la Lega Nord e che ha portato alle dimissioni di Umberto e Renzo Bossi e alla cacciata di Rosi Mauro dal partito. Hanno approfondito il tema gli ospiti in studio, che ieri sera sono stati Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (Corriere della Sera), Matteo Renzi (sindaco di Firenze), Giovanni Favia (consigliere regionale Emiliano del Movimento 5 Stelle), Norma Rangeri (Il Manifesto), Francesco Speroni (Lega Nord) Stefano Cappellini (del Messaggero). E stato poi intervistato anche Beppe Grillo, leader del Movimento 5 stelle che, vista l’attuale sfiducia nella classe dirigente italiana, sta acquisendo sempre più un ruolo centrale nella protesta. Giovanni Sartori (politologo), in un video, ha parlato anche dell’orientamento futuro della politica italiana. Il conduttore della trasmissione, Michele Santoro, ha fatto il suo ingresso sulle note di Va pensiero per la consueta copertina di presentazione con i maggiori temi che verranno affrontati nella serata: la Lega, ultimo baluardo che aveva mantenuto la sua linea di partito serio e radicato alle proprie idee, decadendo e mostrando le sue debolezze, ha sancito la crisi del vecchio modo di fare politica, dice Santoro. Come spiega il conduttore, questo “piglio contabile” potrebbe non essere del tutto “tecnico”, come l’attuale governo vuol far credere. Un video di Beppe Grillo fa successivamente da cappello alla trasmissione, in cui il comico critica pesantemente il governo Monti. Matteo Renzi è il primo ospite a prendere la parola, e lo fa cominciando proprio a descrivere il comico genovese: “Grillo è poliedrico, ma il problema è un altro, e cioè che chi sta alla guida dei partiti deve capire che la classe dirigente è da riformare. Grillo dice tante verità, ma altre cose, quelle riguardanti l’economia, non stanno né in cielo né in terra. E poi ci sarebbero ben altre spese da tagliare: quelle della casta, degli sprechi e di vari privilegi innanzitutto”. Anche Sartori parla di Grillo, dicendo che al governo “sarebbe peggio di Berlusconi, per le cose che dice. Non è qualificato, è Monti quello che spero rinnovi il mandato”. Cappellini amplia poi il discorso, trattando il tema della politica attuale più in generale, spiegando che “va rottamata, ma non va creato uno spirito contro la politica. E’ vero che Monti sta fallendo, ma il suo governo non è nato cosi, dal nulla”. La Rangeri pone poi delle ha delle domande a Renzi: “Come fa ad appoggiare Monti che è il simbolo dell’oppressione del capitalismo contro la democrazia, se poi dice di essere di sinistra e appoggia il Pd?”. Il politico quindi risponde: “Non è questione di appartenenze, ma di compatibilità con ciò che si vuole realizzare. Altrimenti, sai quanti ce ne sarebbero che non potrebbero parlare?”. Un servizio mostra successivamente le dichiarazioni di Leo Caminotto, autista di Stefano Bonet (tesoriere della lega), che racconta i motivi per cui era uscito “fuori dai giri”, a partire dai buoni (acquistati coi soldi del partito) che risultavano investiti in Tanzania mentre invece finivano nelle mani della famiglia Bossi. Ma non solo, perché le intercettazioni parlano anche di Belsito come vittima sacrificale designata a cui attribuire tali ammanchi. Nell’affare era implicata anche Rosy Mauro, che remava nella stessa direzione per difendere il Senatùr, la sua famiglia e sé stessa.
Speroni non è d’accordo sul termine di “capro espiatorio” per Belsito, spiegando che lex tesoriere “si è appropriato dei soldi, non è solo un ipotesi”. E sugli investimenti non si sbilancia, precisando di aver partecipato anche lui, ma non coi soldi del partito. Stella pone dunque un quesito: “Belsito aveva un limite quando maneggiava i soldi del partito. Tale limite andava tolto da un notaio, o con permesso degli altri membri della lega. Come ha fatto quindi?” Prova a rispondere Speroni: “L’ipotesi più accreditata è che avesse falsificato gli atti. Nessun notaio mi risulta indagato”. Cappellini fa notare un punto molto importante della questione: “L’allora secondo pilastro, insieme al Pdl, della politica italiana, ha investito fuori dall’Italia. E’ inconcepibile”. Dal gruppo cinquestelle di Grillo, poi, uno dei ragazzi che ne fa parte offre la sua opinione: “La politica costerebbe molto di meno se ci si incontrasse coi cittadini. Non deve essere marketing e pubblicità”. 







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