QUELLO CHE (NON) HO/ Seconda puntata: il “cantautore” di Francesco Guccini e lo “stupore” di Nicola Piovani (video). 15 maggio 2012

- La Redazione

Il tema della seconda puntata di Quello che (non) ho, andata in onda ieri continua ad essere quello delle parole. Ospite della trasmissione è anche Francesco Guccini, che spiega "cantautore"

fazio_saviano_r400_thumb290x200 Foto: InfoPhoto

Quello che (non) ho, riassunto seconda puntata (video)  Il tema della seconda puntata di Quello che (non) ho, andata in onda ieri sera, continua ad essere quello delle parole. Ospiti della trasmissione sono Francesco Guccini, che proverà a spiegare il significato del termine cantautore, Elisa, Vinicio Capossella, Vanda Bianchi, Luciana Littizzetto, Raffaele Lacapria e Paolo Giordani, Rocco Papaleo, Nicola Piovani, Pacifico e Salvatore Settis. A inizio puntata, dopo la sigla, Roberto Saviano affronta il suo primo monologo. Successivamente Fabio Fazio, subentrato alla fine del discorso di Saviano, annuncia lingresso di Vinicio Capossella, che canta un brano studiato per l’occasione, dal titolo “Quello che non ho”. Dopo il brano, Fazio presenta anche Francesco Guccini, che porta invece al pubblico la parola “cantautore”: il cantante emiliano prova infatti a spiegare tale concetto rifacendosi al passato, con pionieri come Spadaro e gli chansonnier francesi. Come nella prima puntata, i monologhi sono alternati alla musica: Elisa, ospite della trasmissione, canta due canzoni tratte dal suo ultimo album. La parola viene data poi a Vanda Bianchi, figlia di un partigiano: “Credevamo che la liberazione avrebbe cambiato il mondo. In realtà un po’ è stato cosi: tutti adesso si fanno prendere dalla malinconia e non sperano più in nulla. Noi non abbiamo lottato per questo, e voglio ricordare a tutti che chi continua a fare resistenza non invecchia mai”. Arriva poi Massimo Gramellini, che prova a spiegare il significato di alcune parole di uso comune, tra le quali “bene” e “male”, ponendo inquietanti interrogativi: è possibile che il Vaticano consideri il boss De Pretis un benefattore? Il tema trattato da Gramellini è quanto mai attuale, alla luce del fatto che la tomba di “Renatino” è stata riesumata per scoprire se c’entri qualcosa con la sparizione di Emanuela Orlandi. E come chiude l’inviato nel suo monologo: “Se qualcuno non ha capito il senso e l’importanza delle parole a questo mondo, si chieda di Sant’Apollinaire, Santo che ha dovuto addirittura fare un posto al boss mafioso”. Haim Baharier, a seguire, prova a spiegare il significato del termine “claudicanza”, che Fabio Fazio racconta essere stato quasi coniato da lui. E Baharier prova a raccontare il perché della necessità di usare il termine: “Tale parola esiste dai tempi di Mosè, dando l’idea di un’ingiustizia nascosta e sottile che viaggia tra le sorti dell’umanità”. L’invito dell’uomo e quello a cedere il posto agli altri senza per questo sentirsi cacciati via. E per giocare con le parole, Fazio non poteva far mancare una “maestra” dei doppi sensi, che è Luciana Littizzetto. Stasera l’irrequieta comica ha tentato di descrivere una parola alquanto bizzarra: str. Dopo Luciana, lo scrittore Raffaele Lacapria prova a parlare al pubblico di “simpatia”: la sua parola di stasera è questa, della quale vuole far capire una sfumatura sottile tra chi il simpatico lo finge e chi invece lo fa per “empatia”. Lo scrittore Paolo Giordani prova invece a spiegare il significato della parola “convivenza”, cosi come intesa all’interno della società civile. Dopo una breve pausa, la trasmissione va avanti con una scena del film “C’eravamo tanto amati”. Il momento introduce il regista Ettore Scola, che ha deciso di parlare della parola “quaderno”, definita da lui “né bella, né brutta, ma che suscita ricordi del passato e speranze per il futuro”. Poi, capitato quasi per caso e “senza leggio”, entra in studio Rocco Papaleo, che gioca con la lingua italiana, con parole come “surgelato” o “assiderato”, della quale dice: “Io non mangerei mai un merluzzo assiderato”. Nicola Piovani invece porta la parola “stupore”, raccontando un aneddoto in cui realizzò una suonata di “oboe” per Federico Fellini. La prossima parola è di una ex prostituta africana: Isekea Apikkani, costretta in passato a vendere il suo corpo, che racconta la parola “strada”. Elisa, prima di salutare il pubblico, le dedica un’altra canzone. Salvatore Settis, invece, parla di “utopia”: il discorso va al bene comune dell’Italia, che lui auspica non sia corrispondente a tale termine. La canzone a seguire è di Pacifico, che ha incentrato un brano sulla parola “presente”. Quindi, per chiudere, il saluto da parte dei conduttori Fazio e Saviano. Ma il primo non manca di regalare al pubblico un “botta e risposta” di luoghi comuni con la Littizzetto.







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