Dogman, Matteo Garrone/ Film vietato ai minori di 14 anni: “la violenza è psicologica”

- Annalisa Dorigo

Matteo Garrone presenta al Festival di Cannes 2018 il suo film 'Dogman', ispirata all'omicidio del canaro. La pellicola vietata ai minori di 14 anni, ma la violenza non è fisica.

dogman Dogman, Matteo Garrone

Matteo Garrone non delude con Dogman, il film che al Festival di Cannes 2018 racconta la storia dell’omicidio del Canaro, avvenuto nella periferia romana nel 1988. Il film è vietato ai minori di 14 anni ed è incentrato sul rapporto tra due uomini con un aspetto fisico e una mentalità diversi. Quella che ha voluto raccontare Garrone, però, non è la violenza fisica che fu alla base di uno degli omicidi più efferati della cronaca italiana, ma la violenza psicologica. A raccontarlo è stato proprio il regista ai giornalisti presenti a Cannes. “Qui la violenza è psicologica e il cuore del racconto è costituito dal rapporto tra due esseri umani che sono come un carnivoro (Simoncino, ndr) e un erbivoro (Marcello, ndr) che non si tramuta mai in carnivoro”, spiega Garrone che prendendo spunto da un fatto realmente accaduto ha portato alla kermesse cinematografica internazionale un film forte e di grande impatto che punta alla Palma d’Oro (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

LE RIPRESE INIZIATE 12 ANNI FA

Dogman è stato da poco presentato al Festival di Cannes, pellicola dell’italiano Matteo Garrone. Ma qual è la storia che tratta? Il protagonista è Marcello un uomo buono che per guadagnarsi da vivere fa il toelettatore di cani. Insieme a lui, nella periferia di Roma, vive Alida, sua figlia. Il quartiere dove vivono padre e figlia, non è dei più sicuri e Simoncino, un ex pugile, turba il protagonista. Matteo Garrone, la mente che si cela dietro alla nuova pellicola italiana presentata a Cannes, racconta di aver avuto l’intenzione di iniziare le riprese di questo film psicologico 12 anni fa, ma è felice di aver aspettato. “Il cast e la location erano sbagliati, sarebbe stato un disastro”. Il film presente nelle sale italiane è vietato ai minori di 14 anni, nella pellicola ci sono momenti di grande violenza sia fisica che psicologica.

“IL MIO CANARO RACCONTA OGNUNO DI NOI”

Matteo Garrone sta riscuotendo grandissimo successo con il film ”Dogman” ispirato liberamente alla storia di cronaca nera sul ”canaro della Magliana”. L’artista ha parlato oggi al Festival di Cannes raccontando le sue emozioni e spiegando quello che ha voluto dire con questa sua nuova opera come riportato da Vanity Fair: “Questa è una storia che poteva succedere a chiunque e per questo non volevamo cadere nel cliché del personaggio trasformato in un mostro. La forza del personaggio di Marcello è quella di riuscire a trasmettere comunque anche umanità e dolcessa. Rimane incastrato dentro a dei meccanismi che non gli appartengono. Fino alla fine riesce a non trasformarsi in mostro. E’ un personaggio naif e la sua grande umanità credo sia la forza del film”. Il regista specifica: “Il mio Canaro della Magliana racconta ognuno di noi“. (agg. di Matteo Fantozzi)

SI PUNTA ALLA PALMA CON LA STORIA DEL CANARO DELLA MAGLIANA

Dopo il suo viaggio Fantasy, Matteo Garrone tornato a casa a distanza di cinque anni da Il racconto dei racconti, ha realizzato la nuova sfida cinematografica. il regista romano di nuovo in concorso questa volta punta alla Palma. Con Dogman Garrone ha voluto raccontare la storia di Marcello (Marcello Fonte), toelettatore dolce e garbato che vive per due cose: la figlia Alida, che ha la passione per le immersioni e che spera di poter portare in viaggio su qualche isola esotica, e per i cani, che cura e difende e che vizia con parole d’affetto (il suo “amooore” con la r arrotata è già divenuto un tormentone tra gli italiani presenti festival). Marcello è tanto dolce e mite da un riuscire ad interrompere il suo rapporto di sudditanza con Simoncino (Edoardo Pesce), ex pugile che lo terrorizza ottenendo la sua complicità per rapine, droga e situazioni losche di questo tipo. Con Dogman Garrone fa riferimento ad un fatto di cronaca realmente accaduto trent’anni fa che aveva sconvolto Roma alla fine degli anni Ottanta, quel del “canaro della Magliana”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

APPLAUSI PER GARRONE

Matteo Garrone arriva al Festival di Cannes 2018 con il suo nuovo film ‘Dogman’ a cinque anni di distanza dalla precedente pellicola in concorso: con ‘Il racconto dei racconti’ il regista romano nel 2013 era rientrato in Italia senza alcun riconoscimento ma questa volta le cose potrebbero mettersi diversamente. Il suo capolavoro, infatti, ha strappato dieci minuti di applausi dopo la proiezione ufficiale al Gran Theatre Lumiere e si candida senza ombra di dubbio come uno dei favoriti per la Palma d’Oro. ‘Dogman’ racconta la storia di Marcello, interpretato dall’attore Marcello Fonte, un uomo gentile e generoso che ha due grandi passioni: la figlia, che Marcello vorrebbe accompagnare in qualche località esotica per realizzare il suo amore per le immersioni, e i cani che ama profondamente. Ma come spesso accade per una persona mite e docile, il protagonista deve fare i conti anche con le ombre della sua vita, rappresentate dal timore verso Simoncino (interpretato dal bravissimo Edoardo Pesce), un ex pugile che terrorizza il quartiere e lo costringe a compiere delle azioni illegali.

DOGMAN LIBERAMENTE ISPIRATO AL ‘CANARO DELLA MAGLIANA’

“Dogman è un film che si ispira liberamente a un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti”, con queste parole Matteo Marrone spiega di essersi ispirato ad una triste pagina di cronaca accaduta a Roma alla fine degli anni 80 ovvero la vicenda di colui che è stato denominato come ‘il canaro della Magliana’. Una storia che è diventata anche un romanzo intitolato proprio ‘Il canaro della Magliana’, edito da Newton Compton Editori e scritto da Massimo Lugli e Antonio Del Greco. Sia il libro che il film usciranno oggi 17 maggio rispettivamente in edicola che al cinema. L’obiettivo del regista sembra dunque essere raggiunto con ‘Dogman’: “Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare”.





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