Antitrust su Sky e Dazn/ Le piattaforme hanno violato i diritti dei consumatori, ecco il perché

- Camilla Rosa Alice Catalano

Nel mirino dell'antitrst ci sono Sky e Dazn. Entrambe le piattaforme avrebbero creato messaggi poco chiari per poter raggiungere un maggior numero di clienti

dazn_2018 Dazn

In seguito a numerose segnalazioni dei consumatori l’Antitrust ha avviato due procedimenti istruttori riguardo a delle possibili pratiche commerciali scorrette che possono violare i diritti dei consumatori di Sky e Dazn (Perform Investment Limited e Perform Media Services) in riferimento ai pacchetti di calcio della stagione 2018/2019. Sky avrebbe pubblicizzato l’offerta della nuova stagione sportiva e  “in assenza di adeguate informazioni sui limiti dell’offerta relativi alle fasce orarie, potrebbero avere indotto i nuovi clienti ad assumere una decisione commerciale non consapevole. Mentre per i clienti già abbonati potrebbe presentare profili di aggressività in quanto – a fronte di un significativo ridimensionamento del pacchetto in relazione al numero delle partite trasmesse e in assenza dell’informativa sulla possibilità di recedere dal contratto senza penali, costi di disattivazione e senza la restituzione degli sconti fruiti – il professionista avrebbe indotto tali soggetti a rinnovare l’abbonamento nell’erroneo convincimento che l’offerta non fosse mutata”.

COME FUNZIONA IL MESE GRATIS DI DAZN?

Per quanto riguarda Dazn, e quindi in gruppo Perform, secondo l’Antitrust la piattaforma potrebbe far cadere in incomprensione il cliente con il claim “quando vuoi, dove vuoi” che sembrerebbe intuire che il consumatore possa usufruire del servizio in qualsiasi contesto. Oltre a questo punto non è neanche chiara la dinamica dell’attivazione del primo mese di prova che, a quanto sponsorizzano, è gratuito. Così, però, non è realmente: il consumatore sigla un contratto per il quale è previsto un rinnovo automatico. Inoltre, l’iscrizione al primo mese comporta l’addebito dell’importo per i mesi seguenti. Tutti questi casi portano la violazione degli artt. 21, 24, 25 del Codice del Consumo. Questi profili possono ingannare possibili clienti che accettando, per esempio, il mese gratuito, potrebbero subire un addebito automatico in seguito alla sottoscrizione di un contratto.





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