MICHAEL JACKSON/ Trovata la farmacia che ha venduto la droga che uccise la star

- La Redazione

Stamattina la DEA ha ispezionato la farmacia che potrebbe aver venduto, in seguito a problemi di soldi, il Propofol a Murray.

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«La farmacia coinvolta nel suo caso aveva problemi di soldi»: così titola il sito americano del gossip, TMZ. E riporta i dati di una sentenza che dimostra come non fosse in grado di pagare l’affitto del locale.

La notizia potrebbe avere una certa rilevanza per comprendere come sia avvenuta la morte di Michael Jackson. La Applied Pharmacy Services di Las Vegas, infatti, ha ricevuto stamane una visita con mandato della DEA (agenzia federa antidroga statunitense).

Probabilmente i poliziotti cercavano documenti che potrebbero dimostrare che la compagnia ha venduto la droga che uccise Jacko, il Propofol, all’allora medico curante Dottor Murrey. La sostanza in questione è un forte anestetico, indicato per l’induzione ed il mantenimento dell’anestesia generale e per la sedazione di pazienti ventilati artificialmente in Terapia Intensiva. Va utilizzato pertanto in ambiente ospedaliero e non può essere venduto al pubblico.

Fonti legali dicono che la DEA fosse a caccia degli hard drive dei computer o di altri documenti relativi a prescrizioni per sostanze ad uso controllato ospedaliero, quelle che Murrey avrebbe fatto per Michael Jackson.

Ad ogni modo gli ufficiali federali non confermano che la farmacia sia sotto indagine.Certo, l’ipotesi che viene alla mente è quella di una farmacia in crisi di liquidità che non si fa scrupoli a vendere medicinali a chi non dovrebbe, dietro lauto compenso. Sospetto alimentato da continue voci di corridoio: nell’ambiente legale si parla di prove effettivamente scoperte grazie all’incursione di oggi.

Murrey, dal canto suo, è tutt’ora il principale indagato. Ha ammesso, sempre secondo le gole profonde, di aver somministrato una flebo IV di Propofol al cantante ore prima della sua morte. Le autorità ipotizzano che il medico abbia irresponsabilmente posto scarsa attenzione alla procedura, forse addirittura addormentandosi durante la somministrazione della sostanza. La modalità corretta di uso del farmaco prevedeva anzitutto di trovarsi in ospedale, quindi il monitoraggio del paziente con elettrocardiogramma. Murrey così facendo non si sarebbe accorto dell’arresto cardiaco di Jackson.







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