HALLOWEEN/ Introvigne: tutti “pupazzi” nelle mani di un business fuori posto

- int. Massimo Introvigne

MASSIMO INTROVIGNE spiega perché la festa di Halloween, corpo estraneo trapiantato in Italia, non può che sortire effetti negativi sulla cultura e sulla tradizione popolare

halloweenr400 Foto Ansa

Halloween, la festa che ha soppiantato, un po’ ovunque e sempre di più, la nostra celebrazione dei Santi, ha chiamato a raccolta decine di migliaia di giovani italiani che si sono travestiti da elfi, zombie, streghe, folletti o vampiri per trascorrere una serata emulando i propri coetanei oltreoceano. Per molti il fenomeno è inquietante. Ad di là dell’aspetto horror. Un riflesso di quella cultura relativista che si dirige verso una sempre maggiore affermazione. Esprimendosi in merito alla questione, ieri, il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha parlato di una «brutta resa al relativismo dilagante» mentre l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, l’ha definita una festa che, oltre a non aver nulla a che fare con la concezione cristiana dei morti, data la sua vicinanza con Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti rischia di estirparne il senso.

«Se da un lato, negli Stati Uniti e, più in generale, nei Paesi anglosassoni si tratta di una tradizione reale, non inventata, da noi rappresenta un oggetto estraneo all’”ecosistema”», è il giudizio di Massimo Introvigne, sociologo delle religioni interpellato da ilSussidiario.net. Giunta in terra americana, trapiantata dagli immigrati irlandesi, infatti, la festa non ha trovato tradizioni analoghe da estirpare e a cui sostituirsi. «In Italia è avvenuto un processo ben diverso», continua, sottolineando alcuni passaggi: «Halloween ha una lunghissima storia, in cui è presente una componente pre-cristiana che si è intrecciata ed è stata assorbita dalla teologia cattolica. Da pagana, quindi, ha subito un processo di cristianizzazione. E’ stata assorbita, a sua volta, e trasformata dal protestantesimo che ne ha fatto una festa propria».

Poi, è giunta in Italia. Ma del tutto sguarnita di ogni significato religioso. «E’ stata importata, originariamente, con finalità meramente commerciali; per creare una festa in più attorno alla quale dar vita ad un business. Se, quindi, negli Stati Uniti fa parte della fibra nazionale, da noi rappresenta un dannoso contributo ad una sorta di neo-paganizzazione della società».

Secondo Introvigne, il festeggiamento di Halloween in Italia «può essere paragonato ad un insetto concepito per vivere in un determinato ecosistema e che, se trasferito forzatamente da noi, rischia di distruggere le coltivazioni».

Tuttavia fa una distinzione: «il giudizio sul fenomeno in sé, sull’impostazione culturale che rappresenta e sulla sua importazione  artificiosa e spuria, non può che essere negativo; ma non può essere esteso con disinvoltura alle migliaia di giovani che vi partecipano. Che vedono in esso una semplice occasione per svagarsi». In tal senso, «tutte le iniziative atte a rispolverare la tradizione cattolica sono le benvenute. Come quella di Giovanni Ravalli, il professore dell’istituto per elettricisti Albert di Lanzo, vicino Torino, che da anni porta i suoi studenti, la notte di Ognissanti, a Lourdes».  







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