YARA GAMBIRASIO/ La svolta: l’assassino non è un operaio, la pista del dna

- La Redazione

Gli inquirenti avrebbero individuato una pista sicura grazie al dna: l'assassino di Yara non sarebbe uno degli operai del cantiere di Mapello. Si attendono sviluppi

yaragambirasio_funerale_fotoR400 Foto Ansa

Yara Gambirasio quasi un anno dopo: forse la prima vera svolta dopo undici mesi di indagini senza alcun risultato. In questura a Bergamo ci tengono a dire di non essersi mai fermati neanche un giorno in questi undici mesi nel cercare il possibile assassino, rispondendo così anche a molte critiche nei confronti del loro operato, eppure fino a oggi in mano agli inquirenti non c’era nulla. La svolta potrebbe arrivare dalle indagini sul dna, migliaia di dna raccolti in questi mesi. Qualche giorno fa secondo indiscrezioni ci si era pure sbilanciati verso un “l’assassino ha le ore contate”. I sospetti si erano concentrati negli ultimi giorni nuovamente nell’area del cantiere di Mapello (dove proprio in questi giorni ha aperto un centro commerciale): qui i segugi della polizia avevano puntato sin dai primissimi giorni delle ricerche di Yara, poi la pista era stata abbandonata. Ci si è tornati quando l’autopsia sul corpo della ragazzina ha rivelato tracce di materiali presenti nel cantiere stesso addirittura tracce di un taglierino come quelli che usano i piastrellisti, e si era tornato a parlare del marocchino che era fuggito proprio pochi girorni dopo la sparizione di Yara, fermato e poi rilasciato. Dunque un omicidio avvenuto tra persone che lavoravano in quel cantiere, tra i sospettati anche il custode del cantiere stesso. Invece adesso una nuova indiscrezione: l’assassino non sarebbe un operaio di quelli che lavoravano lì. Chi sarebbe dunque? Riserbo assoluto, ma la pista del dna porterebbe a un parente della vittima, gente del posto, gente tornata alla sua vita di sempre nonostante il brutale e terribile omicidio. Da Brembate, la cittadina di Yara, nessun commento. Tutti aspettano che il pm Letizia Ruggeri o il procuratore capo Massimo Meroni dicano quello che tutti vogliono sentirsi dire: abbiamo preso chi ha ucciso Yara. Che si sia vicino a una svolta la confermerebbe anche l’inusuale aumento delle operazioni di polizia negli ultimi giorni. Addirittura sono state sospese tutte le ferie e i permessi a disposizione per avere uomini disponibili. La squadra mobile, la polizia scientifica e e il personale del Servizio centrale operativo della Polizia sono al lavoro e numerose pattuglie stanno perlustrando il territorio. Forse si cerca la prova che possa definitivamente incastrare il killer.

Una traccia decisiva potrebbe essere il dna scoperto sugli slip della raagzzina che non subì violenza sessuale, come confermò l’autopsia, ma proprio per la sua resistenza sarebbe stata uccisa in uno scatto d’ira.





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