TEMPI/ Krajewski (cerimoniere di Wojtyła): il Papa rendeva visibile Dio

- La Redazione

Wojtyla nel ricordo di Krajewski, le elezioni a Siena, con la crisi del Monte dei Paschi e la nuova costituzione ungherese: sono i temi principali del numero di Tempi in edicola oggi

tempicopertinaR400 La copertina del numero in edicola domani

Nel mio Paese c’è questo detto: “Il re è nudo davanti agli occhi dei suoi servi”. Quanto più conoscevamo Giovanni Paolo II, tanto più eravamo convinti della sua santità, la vedevamo in ogni momento della sua vita. (…) Dio nessuno lo ha visto, ma Giovanni Paolo II lo ha reso visibile attraverso la sua vita».

Recita così una parte della testimonianza di Konrad Krajewski, cerimoniere pontificio dal 1999, riportata dal numero 17 di Tempi, in edicola a partire da giovedì 28 aprile, che dedica la copertina a Karol Wojtyla, in occasione della beatificazione.

Krajewski, che ha seguito gli ultimi anni di vita del Pontefice, spiega che «pian piano ho cominciato a rendermi conto che il centro del mondo era sempre dove io mi trovavo con il Papa: non perché stavo con Giovanni Paolo II, ma perché lui, ovunque egli si trovasse, pregava. Ho capito che il centro del mondo è dove io prego, dove io sono insieme a Dio».

Il prossimo numero di Tempi affronta anche il tema delle amministrative: Emanuele Boffi spiega perché Siena è una città strategica. Con la crisi del Monte dei Paschi, infatti, si è incrinata la «dittatura» che per anni ha tenuto una città e una regione nelle sue mani. Impadronirsi della cassaforte diessina significa controllare non solo le contrade, ma l’Italia centrale.

E poi ancora il tema scottante della nuova Costituzione ungherese, con l’inviato Rodolfo Casadei che illustra come puntare sulla difesa della vita fin dal suo concepimento, sulla fede cristiana e sulla famiglia come fondamenta della nazione siano più che sufficienti per inimicarsi mezza Europa. Infine, da New York Mattia Ferraresi approfondisce l’ultimo fronte dell’offensiva moralizzatrice americana: le calorie e i chili di troppo. Ci sarebbe da ridere, se solo Michelle Obama questa volta non facesse sul serio.

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