NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA/ Schettino rischia 2697 anni di carcere, oggi il Tribunale del riesame

- La Redazione

Il Tribunale del riesame analizza oggi le richieste di ritorno in carcere e anche quella di fine degli arresti domicliari per Francesco Schettino, comandante del Costa Concordia

schettino_r400 Foto Infophoto

Il caso del comandante Francesco Schettino oggi al Tribunale del Riesame, dove verrà rivista la sua situazione che attualmente lo vede agli arresti domiciliari. La procura di Grosseto ha infatti presentato ricorso: tra le sue motivazioni, la richiesta che Schettino torni in carcere. Poi un breve quanto inquietante calcolo della pena che rischierebbe Schettino in caso di una eventuale condanna. Per omicidio colposo plurimo rischierebbe una pena di quindici anni; altri dieci anni li prenderebbe per disastro da naufragio. Infine le pene aggiuntive: otto anni di pena per ogni passeggero da lui abbandonato durante il naufragio e morto per colpa di quanto accaduto quella notte. Alla fine viene fuori una maxi condanna a un totale di 2697 ani di carcere. Questo perché i morti sarebbero trenta e le persone abbandonate sulla nave trecento. Il conteggio viene anticipato oggi con una notizia dal sito de Il Messaggero. Nella richiesta di rimettere il comandante del Costa Concordia in carcere invece si legge che Schettino è persona che potrebbe fuggire: ecco perché tale entità di pena richiesta. Oggi a Firenze dunque si discuterà la richiesta complessiva della procura di Grosseto. Da tenere conto che verrà presa in esame anche la richiesta degli avvocati difensori del comandante che hanno invece chiesto la scarcerazione del loro assistito. Si chiede cioè l’annullamento dell’ordinanza di arresti domiciliari perché le motivazioni del provvedimento sarebbero non applicabile. Il rischio di recidivanza (il rischio cioè che Schettino possa ripetere un altro naufragio) ad esempio viene considerata irrilevante perché, dicono gli avvocati difensori, “Schettino, nella sua posizione soggettiva di comandante, indagato per aver provocato il naufragio di una grande nave, appartiene a un ambito di professionisti numericamente assai ristretto, per i quali il mantenimento della posizione apicale di responsabilità non è intuitivamente compatibile con la perdita per colpa del bastimento posto al loro comando”. Un evento, in sostanza, considerato irripetibile perché unico nelle sue dimensioni. Inoltre Schettino è stato sospeso da ogni attività lavorativa dalla stessa compagnia navale Costa. La procura invece ritiene il comportamento di Schettino, quella notte, ingiustificabile e le imputazioni a suo carico gravissime: omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.

Il pericolo di fuga dell’indagato poi è avvalorato da quanto successo quella notte, tipico di una persona che cerca sempre di trovare una comoda via di fuga dai propri doveri dice ancora la Procura. Se avesse potuto, sostiene la procura, quella notte sarebbe anche scappato dall’isola del Giglio una volta raggiunta dopo aver abbandonato la nave che affondava.





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