SANTO DEL GIORNO/ Oggi, 22 maggio, è Santa Rita da Cascia

- La Redazione

E’ una delle figure più amate nella cultura Cristiana e la Chiesa ne fa memoria il 22 Maggio, giorno in cui vengono celebrate messe in tutta Italia con la solenne benedizione delle rose.

tutti_santiR400_thumb290x200_thumb290x200_thumb290x200 Tutti i santi

Agostino Trapè, apostolo di cultura, disse di Lei: “Avrebbe potuto essere un cristiana mediocre o pessima inasprita dalla sofferenza e votata alla ribellione, fu invece una Santa”.

Si parla della Santa degli impossibili: “Santa Rita”.

Santa Rita da Cascia (1381-1457) è una delle figure più amate nella cultura Cristiana e la Chiesa ne fa memoria il 22 Maggio, giorno in cui vengono celebrate messe in tutta Italia con la solenne benedizione delle rose.

La Santità di Rita è stata voluta prima di tutto dal popolo, che incominciò a venerarla ed invocarla subito dopo la sua morte che accadde a metà del quattrocento.

Beatificata nel 1600 e canonizzata addirittura nel 1900, Rita è stata da subito la santa del popolo che hanno subito riconosciuto nella sua vita quell’eccezionalità degna di riconoscimento.

Santa Rita nasce nel basso medioevo, anche se le date sono un po’ incerte, in una Chiesa scossa dai tragici avvenimenti di Avignone e dello Scisma d’Occidente che si risolverà nel 1417.

Cascia era dislocata ai confini di questa agitazione storico-culturale, viveva ai confine dello stato pontificio e di quello del regno di Napoli in una città che viveva al suo interno la scissione tra Guelfi e Ghibellini.

Rita apparteneva con ogni probabilità ad una famiglia borghese e la tradizione fa risalire già alla nascita prodigi particolari, uno di questi maggiormente tramandato e documentato è quello che narra di un nugolo di api che si posano sulle labbra della neonata Rita senza pungerla e depositando sulle sue labbra il miele del loro favo.

Cronache antiche che ne riportano spezzoni di vita raccontano di una fanciulla molto devota ed innamorata di Dio.

Sposata a certo Paolo Mancini uomo difficile, Rita si apprestava a vivere il momento più difficile della sua vita ma che di certo la portò alla Santità.

Il marito ucciso nel 1471 in un agguato doveva secondo le usanze del tempo vendicato dai figli.

Rita cercò in tutti i modi di imprimere nel cuore dei ragazzi l’idea che potesse esistere un’altra strada per mettere fine ai tormenti di un torto subito e cioè il perdono.

Morti spiritualmente e a rischio di morte fisica per ciò che si apprestavano a compiere, Rita preferì offrirli in olocausto a Dio, perché se li riprendesse affinché non morissero due volte e non morissero senza la grazia.

Dio ascoltò le preghiere di Rita e uno dopo l’altro chiamò a sé i due giovinetti.

Sembrerà assurdo che una madre chieda la morte per i propri figli, ma non esiste amore più grande che affidare le persone che si amano all’Unico capace di custodirne integra la vera vita.

Rita, rimasta sola pensò di affidare anche la propria vita interamente a Dio e di entrare nel convento delle Agostiniane.

L’ingresso le fu negato, proprio per il coinvolgimento in una faida familiare che coinvolgeva gran parte delle famiglie e delle famiglie delle suore che nel convento abitavano.

Fu così che Rita affrontò l’umiliazione di tessere tra le famiglie offese, trame di perdono che però fecero fatica ad essere allacciate.

Nonostante Rita si fosse spesa per ricostruire i rapporti tra le famiglie offese, le porte del monastero per lei rimanevano sempre chiuse, fino a quando un giorno ella riuscì ad entrare in clausura, con le porte chiuse accompagnata da San Giovanni Battista, Sant’Agostino e San Nicola da Tolentino, patroni venerati in quel luogo.

In obbedienza visse in quel monastero per quarant’anni.

Si racconta che la madre superiora del monastero per mettere alla prova la sua obbedienza chiese a Rita di annaffiare una pianta secca che si trovava nell’orticello e che lei ubbidendo a quel comando vide rifiorire la pianta.

Rita a cui non furono risparmiate le pene del mondo, trovò la forza di vivere nell’amore al Crocifisso tanto da riceverne una santa piaga in fronte con cui viene rappresentata dall’iconografia classica.

Orante ai piedi del crocifisso santa Rita chiese di poter sentire quello che Gesù patì nella sua passione e tanto furono veementi le sue preghiere che improvvisamente una spina si staccò dalla corona del Cristo in Croce e le si conficcò nella fronte. La ferita provocata dalla spina le provocò una piaga che l’accompagnò per tutto il resto della sua vita.

Ammalatasi gravemente veniva accudita dalle suore del monastero e negli ultimi periodi di vita sembrava riuscisse a sopravvivere nutrendosi esclusivamente dell’Ostia.

Nell’inverno del 1457 la neve ricopriva ogni cosa a Cascia, una parente di Rita l’andò a trovare in convento sapendola gravemente ammalata; questa prima di fare ritorno a casa chiese a Rita se avesse bisogno di qualcosa e la Santa le rispose che avrebbe desiderato che le venisse portata una rosa.

La parente pensò che si trattasse del vaneggiamento di una sofferente, ma appena tornò a casa nel proprio giardino in mezzo alla neve il roseto era un trionfo di rose.

Morì il 22 Maggio del 1457.

 





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