ILVA TARANTO/ Ordine di sequestro: disastro ambientale. Gli operai scendono in strada
Chiesta la chiusra dello stabilimento Ilva di Taranto. Gli operai scendono in strada occupando le vie di comunicazione. La motivazione è quella di disastro ambientale
E’ stato firmato un provvedimento di sequestro (lo fa sapere l’agenzia Ansa) relativo agli impianti Ilva di Taranto. La motivazione sarebbe quella di disastro ambientale, sarebbero anche stati inviati o sul punto di essere inviati ordini di custodia cautelare per alcuni dirigenti dell’azienda. Non ci sono al momento ancora conferme ufficiali, ma è confermato che circa duemila operai degli stabilimenti sono usciti per strada e hanno dato il via a una manifestazione sulle statali Appia e 106. I sindacati sono stati allertati e starebbero preparando una mobilitazione ufficiale. La notizia di un possibile sequestro dell’azienda era nell’aria già da alcuni giorni tanto che un notevole dispiegamento di forze dell’ordine era stato richiamato a Taranto per prevenire qualunque tipo di manifestazione fuori delle righe. A Roma proprio in queste ore il governo, enti locali e parti sociali stanno firmando un accordo per la bonifica delle zone e il risanamento dell’intera città di Taranto; è in corso una manifestazione di protesta anche a Roma. Già lo scorso 30 marzo i lavoratori dell’Ilva avevano manifestato nel centro di Taranto. L’Ilva, il cui stabilimento più importante è a Taranto, si occupa di produzione e trasformazione dell’acciaio. Quello di Taranto è uno dei più grossi stabilimenti del genere dell’intera Europa. Da tempo lo stabilimento è al centro di indagini e denunce perché il suo metodo di lavoro sarebbe altamente inquinante e anche mortale per chi ci lavora. Ecco perché la decisione della magistratura di intervenire con la sua chiusura. Per il ministro Clini però, come ha recentemente dichiarato, lo stabilimento di Taranto non andrebbe chiuso perché i suoi sistemi di produzione sono molto cambiati rispetto al passato in quanto si è provveduto a una messa a norma anti inquinamento e anti danni fisici: “Oggi si può dire che l’Ilva è uno stabilimento in cui è in atto un processo di trasformazione della produzione per renderla adeguata agli obiettivi nazionali e alle direttive europee” ha detto il ministro. Per il pool di magistrati che coordina l’inchiesta però sarebbe in gioco la salute non solo dei lavoratori dell’azienda ma dell’intera città di Taranto.
La situazione è comunque così complessa che gli stessi magistrati sono stati messi sotto protezione e scorta per paura che qualche esagitato possa compiere atti contro di loro. La chisuura dello stabilimento signiica infatti perdita immediata di migliaia di posti di lavoro.
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