MELANIA REA/ Salvatore Parolisi: non ci sono tracce del suo dna sulla scena del delitto

- La Redazione

Si riapre domani 29 settembre il processo sulla morte di Melania Rea: accusato dell'omicidio è il marito Salvatore Parolisi. Si attendono le perizie di parte su dna e altre tracce

melania_rea_parolisi_r439 foto:Infophoto

Si riapre il processo sul”omicidio di Melania Rea, unico sospetto e imputato il marito Salvatore Parolisi. Il caporal maggiore dell’esercito si trova in carcere dal luglio del 2011, con l’accusa di aver ucciso la moglie, accusa che lui ha sempre negato. Domani 29 settembre si torna in aula dopo una lunga pausa dedicata a nuove perizie e indagini. C’è attesa per sapere cosa proporranno i periti di parte. Mancano infatti molti dettagli sull’episodio. Se è vero che Parolisi è sospettato di aver ucciso la moglie per via della relazione che aveva con un’altra donna, è anche vero che mancano le prove concrete. Secondo quanto riporta la rivista Vanity Fair in un ampio servizio che ricapitola i fatti, ad esempio non risultano tracce dell’uomo sulla scena del delitto: sul corpo di Melania e nelle vicinanze non c’è traccia del suo dna. Ce n’è solo nella bocca e sulle labbra della donna, ma si sa scientificamente che quando due persone si baciano il dna nella bocca resiste solo cinque minuti. Per l’accusa, Parolisi avrebbe baciato la moglie dopo averla uccisa, una sorta di bacio di addio. Sotto alle unghie di Melania invece il dna di diverse persone diverse, uomini e donne, ma in questi casi esso si accumula per lungo tempo. Neanche su di lui però è stata trovata alcuna traccia della moglie, né sul corpo né sui vestiti o gli oggetti che indossava. Attenziome però che sul giubbotto della donna uccisa è stato trovato del dna maschile ma non di Salvatore Parolisi. Di chi? Quale persona ha toccato la donna, prima o dopo la morte? E se fosse questa il vero assassino? Di certo secondo le perizie Melania Rea non venne violentata quel giorno. Certo, questo non esclude che si sia servito di un secondo uomo per compiere il delitto, un killer o un complice. C’è poi l’ipotesi de depistaggio: sul corpo di Melania furono trovate una siringa e delle svastiche incise sulla pelle. Secondo l’accusa un depistaggio del marito; secondo le perizie però tali svastiche furono incise tra le 15 e 30 e mezz’ora prima del ritrovamento e Parolisi dalle 15 e 26 non avrebbe più potuto essere sul posto. Anche su siringa e laccio emostatico comunque non c’è traccia del suo dna. 

Un altro particolare strano è che la persona che fece la telefonata avvertendo che nel bosco si trovava un cadavere di donna, non si è mai fatta viva e non è mai stata rintracciata. Perché rimanere nascosti se non si ha nulla da temere? O l’autore della telefonata è proprio l’assassino?





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