TERESA BOTTEGA/ Marito confessa l’omicidio dopo 22 anni, ma il reato è prescritto

- La Redazione

Ha ucciso la moglie ventitre anni fa, nel marzo del 1990, eppure non farà mai un giorno di carcere. Anzi, “si è goduto la vita”, come dicono oggi amareggiati i familiari di Teresa Bottega

giudici_r439 Immagine di archivio

Ha ucciso la moglie ventitre anni fa, nel marzo del 1990, eppure non farà mai un giorno di carcere. Anzi, “si è goduto la vita”, come dicono oggi amareggiati i familiari della vittima, Teresa Bottega, il cui corpo non è stato mai ritrovato. L’ex marito, Giulio Cesare Morrone, ha confessato l’omicidio dopo tutti questi anni, prima al parroco e poi agli inquirenti, ma il giudice Gianluca Sarandrea ha deciso che quel delitto è prescritto. Il motivo? Pochi mesi fa, durante il processo con rito abbreviato, il giudice non ha riconosciuto i futili motivi, l’unica aggravante che avrebbe reso il reato imprescrittibile. Il Codice Penale, infatti, all’articolo 157, stabilisce che non vi sia prescrizione di reati che prevedono la pena dell’ergastolo. Senza il riconoscimento delle aggravanti, però, Morrone non andrà mai in galera. Quando Teresa scomparve, il marito si limitò a confermare l’allontanamento della donna, facendo anche sapere che in precedenza se n’era già andata dopo un litigio.







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