CONCLAVE 2013/ Il cardinale Naguib: il prossimo Papa forse non sarà europeo

- La Redazione

Il prossimo Papa potrebbe anche non essere europeo. A dirlo è il cardinale Antonios Naguib, patriarca copto-cattolico emerito di Alessandria, arrivato dal Cairo all'aeroporto di Fiumicino

vaticano_R439 Immagine di archivio

Il prossimo Papa potrebbe anche non essere europeo. A dirlo è il cardinale Antonios Naguib, patriarca copto-cattolico emerito di Alessandria, arrivato dal Cairo all’aeroporto di Fiumicino di Roma dove parteciperà alle Congregazioni generali e al Conclave. Il porporato è uno degli ultimi cardinali elettori ancora attesi nella capitale. Accolto da una piccola delegazione di religiosi copto-ortodossi, Naguib ha aggiunto: “Tutti aspettiamo l’opera dello Spirito Santo. Dio sceglie sempre la persona più adatta a condurre come Pastore la Chiesa di Cristo nelle attuali condizioni e circostanze in cui si trova”. Tra le caratteristiche che dovrà certamente avere il prossimo Pontefice, ha quindi spiegato Naguib, spiccano “la pietà, la santità, l’intelligenza, cioè la dottrina, ma anche il saper gestire le relazioni internazionali”. E’ comunque da giorni che sta prendendo corpo la possibilità che il prossimo Papa non sarà né italiano né europeo, come ha fatto capire anche lo sloveno Franc Rodé, 78 anni, in passato arcivescovo di Lubiana e alla guida della Congregazione per gli istituti religiosi. “La maggior parte dei cattolici vive nell’emisfero meridionale, in America Latina e in Africa – ha spiegato – dove la Chiesa cresce molto rapidamente. Ma più di tutto servirà coraggio perché il papato richiede forze immani, specialmente nel mondo globalizzato dove i media hanno un’influenza enorme e si fanno pressioni da tutte le parti. Io già penso a uno, ma prima devo vedere che cosa ne pensano gli altri, e aspetto anche ulteriori informazioni”. Il sudafricano Wilfried Fox Napier, 71 anni, aveva invece detto che “per l’Africa la principale sfida è sapere come la Chiesa può essere efficace in un luogo dove la famiglia e le comunità si stanno disintegrando, tra la violenza, l’Aids, la povertà, i conflitti”. Quello di cui c’è bisogno, aveva aggiunto, è “un Papa vibrante, che dimostri che la Chiesa e la fede sono vive. In altre parole, un pastore”. 







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