GIOVANNI VERGA/ Recuperati tutti i manoscritti, valgono quattro milioni di euro

- La Redazione

I carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato a Roma e a Pavia ben trentasei manoscritti di Giovanni Verga, oltre a centinaia di lettere autografe e bozze

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Si è finalmente chiuso un contenzioso che andava avanti ormai da oltre ottant’anni. I carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale hanno recuperato a Roma e a Pavia ben trentasei manoscritti di Giovanni Verga, oltre a centinaia di lettere autografe, bozze, disegni e appunti. Il valore di tutto il materiale, successivamente portato al centro ricerca Fondo Manoscritti Università di Pavia, è stimato in circa quattro milioni di euro.

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I familiari del celebre scrittore siciliano hanno avuto la meglio su una donna di 76 anni, accusata adesso di ricettazione e appropriazione indebita, figlia di uno studioso di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, che negli anni Trenta ricevette dal figlio di Verga, Giovanni Verga Patriarca, tutto il materiale senza poi restituirlo al proprietario. Nel corso di questi anni è stato soprattutto il nipote dell’autore de I Malavoglia a battersi per riavere i preziosi documenti, e a niente sono servite anche diverse interrogazioni parlamentari sull’esproprio per ragioni di pubblica utilità dei beni trattenuti dallo studioso.

Quest’ultimo, infatti, si rifiutò di consegnare il materiale a Pietro Verga (il nipote) anche dopo che, nel 1975, il Tribunale di Catania stabilì, dopo varie azioni legali, che proprio lui doveva essere il possessore legale di tutti i manoscritti del nonno.Tre anni più tardi, nel 1978, Pietro Verga decise di offrire in vendita al Comune di Catania tutti i documenti, incluse le opere non ancora notificate, ancora prima di entrarne in possesso. Ad accettare l’offerta fu però la Regione Sicilia che, nonostante il pagamento di 89 milioni di lire per tutto il materiale, entrò in possesso solo di una piccola parte di esso. E’ da quel momento che il Comune di Catania e i familiari di Giovanni Verga cercano in tutti i modi di ottenere la restituzione dei beni dalla figlia dello studioso, che nel frattempo è deceduto.

Quando tutto sembrava perduto, nel 2012 la Soprintendenza ai Beni Librai della Regione Lombardia si è accorta di un Fondo verghiano messo in vendita in una casa d’aste proprio dalla donna, oggi denunciata. Ha quindi preso il via il procedimento di dichiarazione di interesse culturale ed è stato disposto lo spostamento e il deposito temporaneo del Fondo Verga nel Centro di ricerca del Fondo manoscritti dell’Università di Pavia, dove il materiale si trova attualmente dopo il sequestro.

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