Festa del Papà/ Il 19 Marzo si festeggia San Giuseppe, sposo di Maria (Santo del Giorno)

- La Redazione

San Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù Cristo. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia

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Il 19 Marzo si celebra uno dei Santi più importanti dell’intera tradizione cristiana e ortodossa, ovvero San Giuseppe, lo sposo della Vergine Maria. La ricorrenza sacra cade in concomitanza della Festa del papà, nata nei primi decenni del ‘900 per rendere omaggio alla paternità in generale. Nello Stato del Vaticano e nel canton Ticino, San Giuseppe è una festa di precetto, per cui i fedeli sono tenuti a prender parte alla messa. La glorificazione del santo ha avuto origine nel 1030, ad opera dei monaci benedettini, a cui si unirono circa tre secoli dopo i Servi di Maria, seguiti nel 1399 dai frati Francescani. L’ufficialità della ricorrenza avvenne nel 1621 per merito di papa Gregorio VI, dopo che in precedenza sia Sisto IV che Pio V ne promossero la celebrazione. La storia del santo proviene dalle testimonianze fornite dai vangeli, sopratutto quelli scritti da Matteo e Luca, che ne attestano la provenienza dalla cittadina di Nazareth e la discendenza nobile dalla stirpe di re Davide, nonostante divergano nell’attribuzione del padre di Giuseppe. Altre informazioni si possono trovare nei vangeli apocrifi, tra cui il Protovangelo di Giacomo, che oltre ad elencare possibili fratelli del Messia attribuendone la paternità al santo, riporta come città natale Betlemme. Questa versione viene accettata soltanto dalla chiesa ortodossa, mentre la tradizione cattolica nega la veridicità di tali informazioni, specificando che i personaggi menzionati erano semplicemente dei parenti stretti di Gesù. Il nome Giuseppe, di origine ebraica, significa letteralmente “Dio aggiunga”, o per estensione di significato “aggiunto in famiglia”, derivazione inerente allo stato di padre putativo di Gesù, ovvero “colui che era creduto” padre del Messia.Il vangelo di Matteo parla della professione svolta da Giuseppe utilizzando il termine greco “téktón”, che nel corso dei secoli è stato oggetto di varie interpretazioni. La tradizione vuole che il padre di Gesù fosse un falegname, ma “téktón” più che designare una mansione specifica, indica in modo più generale un’attività inerente all’edilizia che ha a che fare on l’utilizzo di materiali pesanti, tra cui la pietra o il legno. Le vicende più significative della vita di Giuseppe ruotano attorno alla paternità di Cristo, nonostante la Chiesa lo riconosca ufficialmente come figlio diretto del Signore. Anche in questo caso è Matteo a raccontare l’episodio dell’Annunciazione, in cui l’arcangelo Gabriele appare in sogno a Giuseppe e Maria, portando il messaggio divino del concepimento verginale voluto da Dio. Inizialmente il santo fu tormentato dal dubbio, non sapendo come comportarsi di fronte al miracoloso evento dell’immacolata concezione, ma grazie all’intervento dell’arcangelo accettò di buon grado il mistero divino prendendo Maria come sua sposa. Le cronache riportate dai vangeli, vogliono che a causa di un censimento ordinato da Quirinio, gli abitanti dell’impero dovessero far ritorno alla loro città natale per svolgere le pratiche di registrazione. Proprio in quei giorni, a soli tre mesi dal lieto annuncio, Maria diede alla luce il figlio del Signore, e sebbene i vangeli non riportino testimonianze precise circa la sua presenza, è fuori di dubbio che Giuseppe assistette all’adorazione del neonato da parte dei pastori e dei magi. Luca riporta che la “Sacra Famiglia” si stabilì a Betlemme per un periodo imprecisato, che secondo Matteo potrebbe essere anche di due anni.

Il ritorno a Nazareth, preceduto da un periodo di esilio, avvenne a seguito della persecuzione ordinata dal re Erode, che pur di assicurare la morte al “nascituro re dei Giudei”, dispose di massacrare tutti i bambini presenti a Betlemme di età inferiore ai due anni. La famiglia ritornò ufficialmente nella cittadina della Galilea soltanto dopo aver ricevuto in sogno l’ordine di partire, in quanto con la morte di Erode l’editto venne ritirato. Di Giuseppe non si fa più menzione nei Vangeli a partire da quando Gesù diede inizio alla sua vita pubblica, se non in rare occasioni in cui si indica il Messia come “figlio di Giuseppe”. Perciò è probabile che la sua morte coincida con il periodo successivo all’adolescenza di Cristo, sebbene il Vangelo apocrifo “Storia di Giuseppe il falegname” descriva con dovizia di particolari il suo trapasso attribuendo al Santo la veneranda età di 115 anni al momento della morte. San Giuseppe è conosciuto come patrono dei padri di famiglia in qualità di “sublime modello di vigilanza e provvidenza” oltre a essere identificato come protettore di falegnami, carpentieri, pionieri e senzatetto.





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