PALIO DI PISTOIA/ Due cavalli morti, sospesa per un anno

- La Redazione

Due cavalli sono morti venerdì sera durante il palio di Pistoia. Per questo motivo, il sindaco Samuele Bertinelli ha sospeso la manifestazione per un anno

cavalli_fantini_ippicaR400 foto: Infophoto

Due cavalli sono morti venerdì sera durante il palio di Pistoia. Per questo motivo, il sindaco Samuele Bertinelli ha sospeso la manifestazione per un anno. Erano due purosangue, Oracle Force e Golden Storming, che sono scivolati sull’asfalto di piazza del Duomo a causa della pioggia, che ha reso viscida la pavimentazione. Tutto è avvenuto davanti agli occhi degli spettatori, che hanno interrotto il tifo, rendendosi conto dell’incidente. I due animali sono stati abbattuti. E non è servita a nulla la presenza del Coni, che per la prima volta era presente alla “Giostra dell’Orso 2014”, l’antico palio dei Berberi dedicato al patrono San Jacopo. La procura ha aperto un’inchiesta. Vediamo come sono andate le cose. Il maltempo aveva reso molto difficoltose le tornate, ovvero i tentativi dei cavalieri di colpire un bersaglio simile ad un orso, caricandolo poi in sella ai cavalli. Alla prima tornata, dopo pochi minuti, si era ritirata la contrada del Leone. Poi, sul finale, durante la penultima e ultima tornata, si sono verificati gli incidenti. Prima quello del cavallo Oracle Force, montato dal fantino Giacomo Cresci, poi quello il Golden Stormin. Il sindaco ha provveduto ad inviare la documentazione veterinaria sull’idoneità dei cavalli alla procura. Da qui una raffica di denunce, tra le quali un esposto della Lav, che ha chiesto anche accertamenti antidoping. Intanto Lorenzo Lombardi, co-presidente dei Verdi toscani, ha parlato di una “giostra della morte che ha provocato la fine di sette cavalli e di almeno 17 animali azzoppati di cui non si è saputo più niente”, rivelando in più casi di doping. Mentre l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla ha dichiarato: «Manifestazioni come queste, non hanno nulla a che vedere con la cultura e la tradizione, ma sono residui anacronistici di un’epoca in cui non erano tenuti in alcun conto i diritti e il benessere degli animali». E ha aggiunto: «colpisce anche l’insistenza con cui si è voluto procedere dopo il primo incidente, nonostante la pioggia e le condizioni del tracciato, e la scelta di utilizzare purosangue, abituati a correre su piste regolari. A che è servita la supervisione del Coni?». (Serena Marotta)







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