SANTO DEL GIORNO/ Il 6 luglio si celebra Santa Maria Goretti

- La Redazione

Oggi 6 luglio la Chiesa ricorda Santa Maria Goretti, la giovane ragazza uccisa perché si rifiutò di essere presa contro la sua volontà da un coetaneo. Ecco la sua storia

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Nella giornata del 6 luglio la Chiesa Cattolica ricorda la memoria di Santa Maria Goretti, venerata ed elogiata profondamente dall’istituzione religiosa per la sua scelta di porre la purezza al primo posto nella sua vita. Santa Maria Goretti, infatti, dopo un periodo successivo ai martìri verificatisi durante le persecuzioni contro i cristiani, si colloca in un gruppo di giovani donne che, pur di difendere la loro castità, hanno preferito perdere la vita in modo violento e, perciò, vengono riconosciute come martiri.

Maria nasce a Corinaldo, in provincia di Ancona, il 16 ottobre 1890. Viene battezzata il giorno stesso della sua nascita e riceve gli altri sacramenti in giovane età, così com’era consuetudine a quei tempi. I genitori Luigi e Assunta Carlini avevano altri quattro figli e, vivendo in condizioni di povertà legate al loro lavoro come braccianti agricoli, decidono, nel 1897, di trasferirsi per trovare lavoro. La loro destinazione è l’Agro Pontino, in Lazio, una scelta decisamente controcorrente rispetto ai compaesani che preferivano emigrare in America piuttosto che in una zona infestata dalla malaria. Inizialmente si trasferiscono a Paliano, lavorando come mezzadri per il senatore Scelsi. Insieme a loro alle dipendenze del politico vi è anche la famiglia Serenelli, composta da padre e figlio, quest’ultimo rimasto orfano di madre. Successivamente, però, i rapporti con i padroni si inaspriscono e le famiglie sono costrette a trasferirsi per trovare lavoro presso il conte Lorenzo Mazzoleni a Ferriere di Conca. Mentre i genitori lavorano nei campi, Maria si occupa delle faccende domestiche e bada ai fratelli più piccoli. Il lavoro nella zona paludosa dove la malaria era diffusa a macchia d’olio e il chinino aveva funzioni terapeutiche ma non preventive, era pericolosissimo. Un giorno, il 6 maggio 1900, il padre di Maria non rientra dal lavoro, ucciso dalla malattia. Alla tenera età di 10 anni Maria si trova a dover consolare la mamma che non solo rimane vedova, ma si trova anche indebitata con il conte per i diritti di mezzadria. La somma in questione ammonta a 15 lire del tempo. Il conte invita la donna ad andare via ma, quando Assunta gli chiede pietà nei confronti della sua situazione con cinque figli a carico, Mazzoleni acconsente a farla restare, purché si associ, nel suo lavoro, alla famiglia dei Serenelli. In questo modo mentre i Serenelli si occupano dei campi, Assunta accudisce figli e casa. Anche Maria contribuisce come può ad aiutare la sua famiglia, rinunciando ad andare a scuola e vivendo un’esistenza molto dedita alla religione e alla preghiera.

I rapporti tra Assunta e i Serenelli si incrinano quando l’uomo, essendo vedovo, propone alla donna di sottomettersi alle sue richieste poco oneste in cambio della sua ospitalità. Assunta si rifiuta e Serenelli inizia a controllare tutto e a passare gli alimenti ai Goretti in quantità esigue. Maria, intanto, cresce e diventa sempre più bella, tanto da attirare l’attenzione del giovane Alessandro Serenelli, diventato ormai diciottenne. Il ragazzo cerca ben presto di avere degli approcci con Maria, che puntualmente lo rifiuta. Maria, per non inasprire ulteriormente i rapporti tra le famiglie, tiene dentro di sè questo segreto. Il 5 luglio 1902, quando i Serenelli e i Goretti erano fuori casa perché impegnati nella sbaccellatura delle fave secche, Alessandro con un pretesto torna a casa e invita Maria ad entrare con lui. La ragazza si rifiuta, ma Alessandro la trascina a forza in cucina. Il racconto è stato depositato da Alessandro stesso al Tribunale Ecclesiastico, al quale confessa che, di fronte all’ennesimo rifiuto di Maria, che continuava a dire “Dio non vuole”, accecato dall’ira, la colpisce mortalmente con un punteruolo. Le urla della ragazza vengono sentite dalla madre che la trova in una pozza di sangue. Maria viene trasportata all’ospedale Orsenico di Nettuno con gravi perdite di sangue e peritonite derivante dalle 14 ferite. Poco prima di morire, ancora cosciente, Maria perdona il suo assassino. Sul letto di morte riceve gli ultimi sacramenti e muore il 6 luglio 1902. Alessandro viene condannato al carcere e nel 1910 si pente dopo aver ricevuto Maria in sogno. Il 31 maggio 1935 viene aperto, nella Diocesi di Albano, il processo di beatificazione. Pio XII canonizza la giovane santa il 24 giugno 1950. Il suo corpo è conservato nel santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno.





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