UDIENZA GENERALE / Papa Francesco: “Nessuno può toglierci la dignità di Figli di Dio” (Oggi, 11 maggio 2016)

- La Redazione

Udienza Generale in Piazza San Pietro: Papa Francesco: “Nessuno può toglierci la dignità di Figli di Dio”. Le parole del Santo Padre di oggi 11 maggio ai fedeli

bergoglio_papafrancesco_ppianoR439 Papa Francesco, l'elezione (Infophoto)

Si è svolta oggi l’Udienza Generale di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il Santo Padre arriva nel grigiore della piazza, fra la fervente folla di fedeli, aprendosi la via con il bianco candore della sua veste e della Papa-mobile. Benedice i fedeli nel segno della Croce, in piedi sulla vettura papale, sino a giungere nella piattaforma al centro della piazza. Qui, seduto nella maestosa poltrona bianca, inizia l’Udienza introducendola con il consueto segno liturgico. A causa della pioggia, oggi l’Udienza si è svolta in due posti contemporaneamente: oltre alla Piazza San Pietro, anche nell’aula Pio VI, proiettata su un maxischermo per la partecipazione dei bambini ammalati. Papa Francesco inizia la celebrazione dell’Udienza Generale con la lettura della parabola del ‘Padre Misericordioso’ (più nota come ‘Parabola del Figliol Prodigo’), dal Vangelo secondo Luca: “Ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. E il figlio gli disse: ‘Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio’. Ma il padre disse ai suoi servi: ‘Presto, portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate il vitello ingrassato, ammazzatelo ,mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita: era perduto ed è stato ritrovato’ E si misero a fare gran festa”.

La parabola ‘della misericordia’ è dunque al centro dell’attenzione di Papa Francesco nell’Udienza Generale di oggi. Un padre e due figli. Questa parabola ci fa conoscere l’infinità misericordia del Padre. Un padre che non è risentito od offeso perché il figlio minore è fuggito e ha sperperato ogni bene, ma anzi è un padre pieno di gioia (‘facciamo festa’, sentenzia immediatamente alla vista del figlio minore), un padre che si affretta a restituire al figlio i segni della dignità. L’unica cosa che conta è avere con sé il figlio sano e salvo. Nonostante tutto è sempre suo figlio. Con tenerezza il padre lo aspettava, giorno dopo giorno, finché non giunge davvero: lo vede da lontano e lo accoglie a braccia aperte commosso. Le parole ‘non sono più degno di essere trattato come tuo figlio’ vengono immediatamente cancellate dal padre che lo continua a trattare come un figlio, anche più di prima. L’essere Figli di Dio non dipende dalle azioni né dai meriti. Neppure il Diavolo può togliere la dignità di essere figlio del Padre. Il figlio maggiore appare rimproverare il padre per non aver ricevuto gli stessi trattamenti del fratello minore, nonostante lui non abbia mai fatto un torto al genitore. Per lui non è stato ucciso il vitello grasso ,non sono stati fatti mai grandi festeggiamenti. Il figlio minore si aspettava una punizione; il figlio maggiore si aspettava una ricompensa dal padre. Ma Papa Francesco chiarisce subito: non si tratta di questo, non si tratta di barattare con Dio l’onore di poter stare ai piedi della Croce. Se fai del bene ricevi bene, se fai del male ricevi male. Non è questa la logica di Cristo: il Padre sovverte questa falsa regola.

, nell’Udienza Generale di oggi in PIazza San Pietro, si rivolge con amore ai figli che sono attratti dalle vie sbagliate, dai carcerati che hanno imboccato la strada peggiore e non vedono un futuro, e persino ai catechisti/parroci che hanno difficoltà nell’essere una guida per i giovani cristiani. In ogni caso, qualsiasi azione si sia compiuta, non bisogna dimenticare di essere un figlio di Dio. “Apriamo il nostro cuore per essere misericordiosi come il Padre”: questo è l’invito di Papa Francesco. “La gioia più grande”, aggiunge, “è che i figli si riconoscano come fratelli”. In vista della Pentecoste c’è pertanto la volontà della riconciliazione. Verso la fine dell’Udienza il Santo Padre saluta tutti i pellegrini venuti da diverse parti del mondo: gli inglesi (dalla Nuova Zelanda, dal Giappone, dalla Cina, dagli USA), i tedeschi, spagnoli, slovacchi. In particolare il saluto viene rivolto ai pellegrini del Brasile (i quali vengono invitati dal Papa alla preghiera e al dialogo in un momento di crisi come questo per loro, visto il rischio di Impeachment per la Rousseff e la sfiducia crescente nel governo), ai pellegrini arabi (dalla Siria e dal Libano, ricordando come tutti siamo fratelli e figli di uno stesso Padre), nonché ai Polacchi (che celebrano oggi la Madonna di Fatima). Altri saluti ai sacerdoti asiatici, alla fondazione S. Paolo, all’istituto Antoniano, alla Fondazione S. Gottardo, ai malati del Cottolengo e alle coppie del Movimento dei Focolari (ai quali viene augurato “di essere la trasparenza dell’amore di Dio e simbolo dell’unione della fede”). In vista della Pentecoste di domenica prossima il messaggio è semplice: “Affidatevi allo Spirito Santo”.





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