ANGELUS / Video, Papa Francesco e la domanda dell’uomo: “il mondo ha bisogno di Cristo” (oggi, 19 giugno 2016)

- La Redazione

Angelus di Papa Francesco del 19 giugno 2016: video, oggi a Roma il pontefice rilancia il tema della domanda ultima dell'uomo. "il mondo ha bisogno di Cristo". La giornata dei rifugiati

bergoglio_papafrancesco_salutozoomR439 Papa Francesco (Infophoto)

Nell’Angelus di oggi, 19 giugno 2016, Papa Francesco ha commentato il Vangelo di Luca di fronte ad una piazza San Pietro ricolma di fedeli. All’inizio della lettura, Francesco ha scelto il brano del Vangelo in cui Gesù domanda ai suoi discepoli chi le folle pensano che Lui sia; gli Apostoli rispondono che molti sostengono che Egli sia Giovanni Battista, altri Elia, altri ancora uno dei Profeti risorto a nuova vita. Gesù quindi comprende che le persone hanno molta stima di lui ma non hanno capito davvero chi Egli sia. Allora il Messia lo domanda agli stessi Apostoli, e tra di loro Pietro risponde che essi credono che Lui sia il Messia in persona. Gesù, pertanto, si rende conto che i suoi Discepoli hanno ricevuto da Dio il dono della vera fede, ma sa che per far passare questo messaggio alle grandi masse il Figlio dell’Uomo è destinato a soffrire e ad essere un reietto della società, rifiutato da tutti e destinato a morire per risorgere e salvare l’umanità. Francesco rivolge ai suoi fedeli, dunque, lo stesso monito: Gesù, nella nostra vita quotidiana, chi è? Cosa rappresenta incontrare Cristo nella vita di tutti i giorni? Papa Francesco sostiene che tutti siamo chiamati a rispondere come Pietro, ovvero a dare a Cristo il nome che merita, riconoscendo la Sua potenza e il Suo amore e non nascondendoci quando ci chiama. Tutte le persone che si sentono vuote, smarrite o non a posto con la propria coscienza, secondo il pontefice, devono rispondere alla chiamata misericordiosa di Cristo, proprio come Pietro e gli altri Apostoli hanno risposto al Signore, lasciando le proprie case e la propria vita sicura per diventare pescatori di anime. Solo Gesù, insiste ancora Francesco, conosce il cuore dell’Uomo e può dare salvezza e speranza.

A questo proposito, il commento del Vangelo prosegue con l’episodio in cui Gesù non si rivolge più agli Apostoli, ma a tutta la folla sopraggiunta per accoglierlo, e incita gli astanti a seguirlo, abbandonando qualsiasi stile di vita precedente. Seguire il Signore, però, si può fare soltanto se ognuno è disposto a portare il peso della propria croce ogni giorno, senza vacillare e credendo fermamente nella ricompensa di Dio. La croce di ognuno rappresenta non un vanto da mostrare agli altri fratelli per ostentare le proprie capacità di resistenza, ma un dovere morale di portare ogni giorno avanti il sacrificio e i propri doveri per Dio, per la propria famiglia e per l’intera comunità cristiana. Soprattutto i poveri e i fratelli che sono in difficoltà devono essere oggetto delle nostre attenzioni e della nostra misericordia, afferma Francesco. La Madonna, ricorda il papa, dev’essere sempre il nostro faro nella notte, come esempio perfetto di misericordia e di amore.Dopo l’Angelus, il pontefice ha ricordato che proprio ieri si è celebrata la beatificazione di Maria Celeste Crostarosa. La suora e fondatrice dell’ordine monastico del Santissimo Redentore è un altro degli esempi che Francesco porta agli occhi delle persone per dimostrare che non è difficile scegliere di vivere una vita in Cristo. Maria Celeste Crostarosa, infatti, ha sempre dato un ottimo esempio di vita dedicata all’amore, e nel chiedere la Sua intercessione presso Dio, Francesco spera che possa fungere da stella polare per tutti i fedeli.

Oggi oltre all’Angelus di Papa Francesco a Roma, ricorreva la solennità della Pentecoste secondo il calendario ortodosso, e il pontefice argentino ci ha tenuto a ricordare che a Creta si è aperto il Concilio Panortodosso. Da sempre fautore del dialogo interreligioso tra tutte le Chiese, Francesco si è unito alla preghiera dei fratelli ortodossi e ha invocato la potenza dello Spirito Santo e di Maria Vergine per proteggere tutti i fedeli di tutte le chiese, tramite la recita di un’Ave Maria. Il papa ha poi ricordato che domani ricorre l’anniversario della Giornata Mondiale dei Rifugiati promossa dall’ONU, ed ha invitato tutti i fedeli a pregare per le persone che scappano da guerre e persecuzioni, spesso proprio a sfondo religioso. I rifugiati, ha ricordato Francesco, sono persone come noi, e l’Occidente ha il dovere di tutelarli. Infine, i saluti del papa sono andati ai ragazzi della London Oratory School, ai fedeli svedesi e alle comunità africane francofone d’Italia, oltre che a numerose diocesi presenti in piazza come quelle di Benevento, Gravina di Puglia, Corbetta e Cardano al Campo e alle associazioni ciclistiche e volontarie giunte a Roma per l’udienza.





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