Inaugurazione Teatro alla Scala / La prima opera rappresentata fu ”L’Europa riconosciuta” (oggi, 3 agosto 2016)

- La Redazione

Inaugurazione Teatro alla Scala, oggi è l'anniversario della 'prima' del teatro d'Opera e Balletto più famoso del mondo. In giornata seguiremo le notizie e le curiosità in tempo reale

teatro_alla_scala_palco Teatro alla Scala (Foto LaPresse)

La prima opera che fu rappresentata per l’inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano, il 3 agosto del 1778, fu ”L’Europa riconosciuta” di Antonio Salieri che fu inoltre una prima assoluta per quest’opera. Questa era introdotta dal libretto di Mattia Verazi che era già un pezzo d’arte di per sé. L’opera è divisa in due atti e anticipata da un antefatto. L’azione di questa si svolge interamente a Tiro, capitale allora della Fenicia, e nelle zone limitrofe. Nell’antefatto leggiamo che Europa, la principessa della città, viene rapita dal re di Creta Asterio che la porta via al principe Isseo e la sposa. Agenore, il padre di Europa, la fa cercare dai suoi figli e quando si convince che questi due sono completamente dispersi decide di cedere il trono e il regno a suo nipote Semele. Stabilisce la regola che questa andrà in sposa a chi ucciderà il primo straniero che arriverà a Tiro. Asterio decide però alla morte dell’anziano uomo di portare Europa sul trono da Creta a Tiro per farglielo rivendicare. Le vicende si svolgono poi in due atti proseguendo su strade mai banali e con continui e imprevedibili colpi di scena.

Costruito dopo un incendio e ricostruito dopo il bombardamento in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, il Teatro alla Scala ha subito anche una ristrutturazione. Tra il 2002 e il 2004, come ricorda Focus, il Teatro alla Scala è stato appunto ristrutturato su progetto dello svizzero Mario Botta. Al teatro è stata aggiunta una torre scenica più grande. Ma la modifica più significativa che è stata apportata è quella che riguarda la macchina scenica realizzata dall’ingegnere Franco Malgrande. Questo meccanismo ha fatto diventare quello del Teatro alla Scala il palcoscenico più alto del mondo: la macchina scenica infatti ha “una movimentazione articolata che da 18 metri sotto terra – dove si prepara l’arredo – può portare le scene fino a 4 metri di altezza sopra il livello normale del palco”. Il Teatro alla Scala festeggia oggi il 238esimo anniversario dall’inaugurazione e anche il motore di ricerca Google ha scelto di dedicare il suo Doodle a questa ricorrenza, modificando una ‘o’ della parola per ospitare un disegno del teatro.

Sono varie le curiosità del Teatro della Scala che celebra oggi il suo 238esimo compleanno. Fino al 2000, anno in cui avvenne la ristrutturazione di uno dei teatri che tutto il mondo ci invidia, all’interno dell’edificio c’era un piccolo teatro, chiamato la Piccola Scala, come ricorda Focus. La Piccola Scala “era dotata di soli 600 posti e originariamente era destinata all’allestimento di opere da camera moderne e al patrimonio melodrammatico antico”. Fu inaugurata nel 1955 e fu poi chiusa nel 1983. Oltre a questo il Teatro alla Scala aveva dei ridotti: in uno di questi si trovava una vera e propria cucina, dove i signori mangiavano. E nell’800 in un ridotto della Scala funzionava anche una bisca. Infine un’altra curiosità, si legge sempre su Focus, riguarda le 700 seggiole della platea del Teatro alla Scala: erano mobili per poter essere spostate per far posto a un’area libera lasciata al ballo e alle gare di equitazione.

In occasione dell’inaugurazione del teatro La Scala di Milano, sicuramente tra i più importanti al mondo, ricordiamo come ogni palchetto fosse di proprietà delle singole famiglia per realizzare una forma di sovvenzione al teatro. Ogni palchetto veniva addobbato dalla famiglia come meglio credeva e proprio dalla sontuosità del palchetto si individuava quello che era il prestigio sociale del proprietario. Unico elemento uguale per tutti doveva essere la tendina che dà sulla platea. Il suo colore, però, non è sempre stato il rosso. Anzi, a metà dell’ottocento i tendaggi erano tutti azzurri. Il palchetto numero 13, curiosamente, è tappezzato di specchi: sembra che la famiglia proprietaria volesse tenere grazie ad essi sotto osservazione ogni cosa. 

In oltre 200 anni di storia il Teatro alla Scala, il cui anniversario dell’inaugurazione ricorre oggi, ha visto passare sul suo palco i più importanti maestri e compositori italiani. Al Teatro alla Scala sono infatti andati in scena Niccolò Paganini, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini. E ancora sono passati sul palco del Teatro alla Scala i soprani Maria Callas e Renata Tebaldi, il direttore d’orchestra Herbert von Karajan, Igor Stravinskij, i registi Giorgio Strehler, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli. Si sono esibiti poi anche vari ballerini tra cui George Balanchine, Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Il Teatro alla Scala non è però solo il palcoscenico sul quale sono state rappresentate nel corso degli anni tante opere ma è anche sede dell’omonima orchestra, corpo di ballo, coro e Filarmonica. Il Teatro alla Scala ospita anche l’Accademia, una scuola di musica e ballo.

Dopo l’inaugurazione, avvenuta il 3 agosto del 1778, il Teatro alla Scala, ha ospitato varie rappresentazioni di compositori italiani. La ‘Pietra del paragone’ è una delle opere più significative di Gioachino Rossini, basata sul libretto di Luigi Romanelli conosciuto come Melodramma giocoso. La prima avvenne nel settembre del 1812, con una direzione magistrale di Alessandro Rolla e con protagonisti il basso Filippo Galli e Marietta Marcolini. Il successo era assicurato, tanto da conquistare 53 repliche. Appena due settimane più tardi, il Corriere delle Dame pubblicò un articolo di elogio verso il Maestro, specificando con entusiasmo che “questo giovenissimo signor Rossini se non invanirà di troppo, se studierà sugli antichi modelli che dormono polverosi, potrebbe essere il ben preconizzato a far risorgere la vera e maschia gloria della musica italiana”. Purtroppo l’opera ottenne un così vasto riconoscimento solo durante il suo debutto, subito scalzata dalle successive Cenerentola, Barbiere e Italiana. La trama è divisa in due atti che ruotano attorno agli amori vissuti nella villa del Conte Asdrubale, non ancora convinto di volersi accasare, sia per paura di una delusione, sia perché leggermente misogino. Nel primo atto, Donna Fulvia e la Baronessa Aspasia fanno di tutto per provocare la gelosia del Conte con alcuni ospiti della villa, ma il tentativo non va a buon fine. Il nobile è infatti più attratto da Clarice, anche se non riesce a comprendere se la ragazza nutra dei reali sentimenti per lui. Decide così di mettere in scena un inganno con il sostegno del servo Fabrizio, fingendo di essere diventato povero per capire chi gli fosse fedele. Clarice e Giocondo saranno gli unici a dimostrargli amicizia. Nel secondo atto, sarà invece Clarice a mettere alla prova il suo amato, travestendosi da Capitano e dicendo di essere il gemello Lucindo, arrivato in città per portar via la sorella. Ancora una volta sarà la ragazza a vincere sulle rivali, nel frattempo appagate dalla corte di Pacuvio e Macrobio.

Il Teatro alla Scala, di cui oggi si ricorda il 238esimo anniversario dell’inaugurazione, ha dovuto affrontare nel corso della sua storia diverse sfide. Una di queste fu quella della ricostruzione dopo il bombardamento del 1943. Subito dopo la caduta del Fascismo infatti, nella notte tra il 15 ed il 16 agosto il Teatro alla Scala fu bombardato: gravi danni furono causati alla sala (crollo del soffitto, di parte delle gallerie e dei palchi), andarono completamente distrutti il palcoscenico e le strutture di servizio. Su iniziativa dell’assessore alla Cultura dell’epoca, Achille Magni, e con il benestare dell’allora sindaco di Milano Antonio Greppi, il Teatro alla Scala fu ricostruito “com’era e dov’era” prima della Seconda Guerra Mondiale. Fu nominato un commissario straordinario, Antonio Ghiringhelli, che diede avvio ai lavori, guidati dall’ingegnere capo del Comune di Milano Secchi che continuò poi fino al 1982 a sovraintendere alle opere di adeguamento e rinnovo del Teatro alla Scala.

Risale al 3 agosto del 1778 l’inaugurazione del Teatro alla Scala: il teatro milanese celebre in tutto il mondo festeggia oggi il 238 anniversario della sua apertura. E per l’occasione Google dedica un Doodle ad hoc al Teatro alla Scala. Nel logo presente sul motore di ricerca si vede un disegno che riprende il palcoscenico incastonato nella seconda ‘o’ della parola Google. Il Teatro alla Scala si chiamava in origine ”Nuovo Regio Ducal Teatro”. Ma la tradizione dell’apertura di stagione il 7 dicembre non è nata con l’inaugurazione del Teatro alla Scala. Come ricorda Wired è solo nel ventesimo secolo, per iniziativa del direttore e compositore Victor De Sabata, che fu istituita questa tradizione nel giorno dei festeggiamenti per il patrono di Milano, Sant’Ambrogio. E quindi anche per la stagione teatrale 2016-2017 l’apertura è fissata sempre il 7 dicembre, con Madama Butterfly di Puccini, diretta da Riccardo Chailly.

Oggi è l’anniversario dell’inaugurazione del Teatro alla Scala, il teatro più prestigioso del mondo. Teatro alla Scala o della Scala? Spesso, nel linguaggio quotidiano, si incappa nell’annoso problema. Il nome corretto (Teatro alla Scala, ndr) suona infatti male in italiano e per questo si pensa che sia piuttosto la seconda la dicitura corretta. Nel dubbio, chiamarlo semplicemente “alla Scala di Milano” ha permesso nei secoli di salvare numerosi matrimoni e cadute di stile. Un nome che porta l’Italia nel mondo, un simbolo dell’arte e della musica, quasi un tempio. E’ qui che agognano esibirsi i più grandi artisti, fin dalla sua nascita, ed il fatto che sia una meta difficile da raggiungere, non fa che renderla ancora più appetibile. Ballerini, musicisti, cantanti lirici e chi più ne ha più ne metta. Attorno al Teatro più famoso del mondo si è creata una sorta di aura di mistero e leggenda, tanto da far credere ai più che qualsiasi divo che si rispetti vi si sia potuto esibire almeno una volta nella vita. Chissà che cosa avrebbe detto a tal proposito la celebre Maria Callas? La soprano incantava le moltitudini con la sua voce, o meglio, tutti tranne uno: il direttore Arturo Toscanini. Non è infatti un mistero che per il Maestro solo Renata Tebaldi potesse essere definita “la voce dell’angelo”. Eppure la Callas, la Divina, non riusciva a digerire di essere esclusa dal Teatro alla Scala perché, come disse in un’intervista di quegli anni alla Rai, “è tutto, è il tempio dell’arte”. L’artista fece infatti qualsiasi cosa pur di riuscire ad esibirsi di fronte a Toscanini, fino a che finalmente, in apparenza, il Maestro si mostrò estasiato dalla sua voce. “Ecco Lady Macbeth!”, disse. La Callas era sul punto di svenire, ma subito dopo Toscanini aggiunse che la sua voce corrispondeva a quella brutta che Verdi avrebbe voluto per la protagonista della sua opera. Se la Callas fosse ancora in vita oggi e questo episodio fosse successo in questi anni, sicuramente la Divina avrebbe postato sui social una scala a pioli con tanto di Hashtag #mainagioia. Ed è sempre su di lei e sul suo rapporto con il Teatro alla Scala che esiste un altro interessante aneddoto. Secondo i rumors dell’epoca, la cantante aveva l’abitudine di indossare dei guanti durante l’esibizione delle sue colleghe e non solo per un fattore estetico. Sembra infatti che sfruttasse lo stratagemma per attutire il suono dell’applauso ed evitare così di apparire invidiosa. E se non è “Divinità” questa…

E proprio oggi, a 238 anni dall’inaugurazione del Teatro alla Scala di Milano (che risale al 3 agosto del 1778) è bene ricordare che questo magnifico luogo dell’arte in origine si chiamava ”Nuovo Regio Ducal Teatro”. All’epoca La Scala aveva 3000 posti rispetto ai 2030 di oggi e per l’inaugurazione ospitò la prima rappresentazione in assoluto de ”L’Europa riconosciuta” di Salieri. Questa fu considerata molto innovativa per il suo inizio ”in media res” che per l’epoca era davvero una grande novità che stupiva il pubblico per la capacità di mimesi che regalava a chi lo seguiva. Era un evento davvero incredibile perchè c’erano presenti tutti i volti importanti dell’epoca dal Governatore di Milano, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este, il conte Carlo Giuseppe di Firmian, Maria Beatrice d’Este e il duca Francesco III d’Este. Il Teatro alla Scala, non tutti lo sanno, nacque grazie a un decreto dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Questa dopo un incendio prese questa decisione visto che il 26 febbraio dello stesso anno era andato a fuoco il teatro di corte. L’architetto che l’ha disegnato è il famoso Giuseppe Piermarini nato a Foglino nel 1734 è noto anche per il suo lavoro a Palazzo Greppi e Palazzo Belgioioso. La decorazione invece fu affidata a Giuseppe Reina e l’omonimo Levati.

L’occasione dell’anniversario dell’inaugurazione del Teatro alla Scala non poteva che essere premiato con uno dei famosi Doodle di Google. Il disegno scelto dal disegnatore riprende uno scorcio del palco del tempio dell’arte, in cui si possono notare sia il palco, sia i numerosi posti presenti in sala, divisi fra poltrone e balconate. La forma del Teatro è infatti originale, a forma di cavallo: una delle sue particolarità. Il contorno del Doodle richiama l’eleganza del luogo, con tanto di motivi ed intarsiature tipiche dei mobili del ‘700, mentre i colori riprendono sia il rosso cupo del sipario, sia il velluto delle poltrone. Nel complesso il Doodle assume la forma di una targa o uno stemma, in perfetto stile araldico. L’oblò con cui viene mostrato invece l’interno ha una funzione duplice e mantiene da una parte lo spettatore lontano dall’ambiente, dall’altra diventa una sorta di riflettore puntato sul palco. La luce che si irradia infatti all’interno prende vita seguendo il punto di vista dello spettatore. Allo stesso tempo questa specie di nicchia che si viene a creare, fornisce sia un senso di magia che un’immagine di un mondo che vive al di là del contesto reale. 





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