TRIFONE E TERESA / News, Giosuè Ruotolo: le rivelazioni shock del coinquilino sull’ex fidanzata dell’imputato (Oggi, 20 gennaio 2017)
Trifone e Teresa, ultime news: al via la nuova udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, presunto assassino della coppia di fidanzati. Oggi in aula i coinquilini dell’imputato.
Il processo a carico di Giosuè Ruotolo, giunto alla 13esima udienza, è proseguito oggi con l’importante testimonianza di uno dei coinquilini dell’imputato. Dopo le rivelazioni su Trifone, il testimone ha anche parlato dell’ex fidanzata di Giosuè, Maria Rosaria Patrone, indagata a piede libero per favoreggiamento. La ragazza è stata giudicata molto gelosa del fidanzato, il quale era preoccupato per le sue condizioni di salute. Ai suoi coinquilini il presunto assassino di Trifone e Teresa aveva raccontato dei gravi problemi di salute della Patrone causati da una caduta che le aveva provocato un grosso ematoma alla testa che non fu preso in tempo. “Gli ho creduto. Poi però Maria Rosaria scriveva alla mia fidanzata e le raccontava che era andata in palestra o aveva fatto un esame. Chiesi a Giosuè come fosse possibile e lui mi rispose che le facevano fare quello che voleva perché sapevano che ormai non c’era più nulla da fare”: sono state queste le parole shock riportate dal quotidiano Il Giorno, riferite dal teste che ha evidenziato così le bugie dell’imputato.
E’ andata in scena oggi la nuova udienza del processo sul duplice delitto di Trifone e Teresa e che vede imputato Giosuè Ruotolo. Ad aver preso la parola in apertura di udienza è stato uno dei coinquilini di Ruotolo, il quale ha ripercorso i rapporti tra l’imputato e Trifone, suo ex commilitone. A sua detta, inizialmente i due erano molto amici, uscivano spesso insieme, poi qualcosa si incrinò. “Spesso discutevano per questioni economiche”, ha dichiarato il giovane. A detta del testimone, spesso capitava di dover anticipare i soldi per le spese: “Di solito li mettevo io; poi Giosuè e Daniele andavano a chiederli a Trifone. Giosuè aveva un’attenzione alle spese anche al centesimo”, ha aggiunto. Il teste ha poi sottolineato il cambiamento avuto da Trifone con il passare del tempo tale da aver inciso negativamente anche sui rapporti degli altri inquilini. “Andavamo tutti abbastanza d’accordo. Poi Trifone è cambiato nel tempo”, ha commentato. Tutto, a sua detta, era portato all’estremo dal giovane militare ucciso, a partire dalle sue relazioni con le donne. Proprio questo fu spesso un argomento di discussione poiché gli inquilini lamentavano la presenza di donne diverse in casa. “Portava le ragazze anche durante la settimana e di notte facevano rumore. Avevo avuto due discussioni con Trifone per questo”, ha riferito alla Corte d’Assise di Udine.
Questa mattina in Corte d’Assise di Udine si svolgerà una nuova importante udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, unico imputato per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. L’accusa non retrocede di un solo passo nel confermare tutti i dubbi e gli indizi contro l’ex militare di Somma Vesuviano e che, a sua detta, uccise a colpi di pistola la coppia di fidanzati, mentre si trovava nel parcheggio del Palasport di Pordenone, il 17 marzo 2015. Questa volta in aula, pronti a deporre al cospetto dei giudici, ci saranno i due coinquilini del 27enne, Sergio Romano e Daniele Renna. Come rivela il quotidiano Il Messaggero Veneto nel darne notizia, i due testi sono stati chiamati sia dall’accusa che dalla difesa. I due giovani furono anche coloro che, dopo aver inizialmente fornito l’alibi a Giosuè Ruotolo, confermarono la sua avversione nei confronti di Trifone e Teresa. Eppure, l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali delle parti civili e difensore del fratello del militare ucciso, sarebbe convinto dell’avversione nei confronti delle due vittime anche da parte dei due testimoni. A testimonianza della sua tesi, alcuni messaggi nei quali Teresa veniva descritta in modo dispregiativo come “la principessa”. L’appartamento condiviso insieme a Giosuè Ruotolo, dunque, per il legale si era trasformato “in un vero e proprio covo delle ostilità” ed è proprio la condotta dei due coinquilini, sempre a detta dell’avvocato Nicodemo Gentile, ad aver “contribuito a creare quell’ambiente malevolo che ha costituito il terreno fertile dove sarebbe attecchito il proposito criminale di Ruotolo”. La speranza, in vista della loro testimonianza, è che possa emergere tutta la verità sui reali rapporti esistenti tra Giosuè Ruotolo e Trifone e Teresa. Romano e Renna sono stati chiamati in qualità di testimoni anche dalla difesa di Ruotolo, al fine di fare chiarezza sulla presunta lite avvenuta tra l’imputato e Ragone. Stando a quanto reso noto dall’avvocato Roberto Rigoni Stern, i due testi parlarono della lite avvenuta fuori dalla palestra tra Trifone ed il suo assistito solo nell’ultima audizione. Da questa lite, secondo gli inquirenti, avrebbe preso il via il desiderio di Ruotolo di vendicarsi, poi sfociato in delitto. “Secondo noi questa lite non c’è mai stata, e peraltro non ne hanno mai parlato prima dell’ultima audizione nelle moltissime volte in cui sono stati sentiti dagli inquirenti”, ha chiosato l’avvocato di Giosuè, lasciando così intendere la linea difensiva da adottare nell’ambito della nuova udienza sulle morti di Trifone e Teresa.
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