“SGARBI VS CAPRE”/ “Papa Francesco è ateo, crede più all’uomo che a Dio”

- Paolo Vites

Secondo il critico d'arte Vittorio Sgarbi il papa è ateo perché crede più negli uomini che in Dio, poi ha rincarato la dose accusandolo di mettere islamici e cristiani sullo stesso piano

vittorio_sgarbi_1_lapresse_2017 Vittorio Sgarbi (Foto: LaPresse)

E’ passato quasi inosservato il contenuto dell’ultima rubrica che il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi tiene sul quotidiano Il Giorno, intitolata da una sua famosa reazione in un dibattito “Sgarbi vs capre”. Per Sgarbi infatti coloro che non sono d’accordo con le sue esternazioni vengono notoriamente definiti “capre”, nel senso di ignoranti. L’articoletto uscito lo scorso 10 ottobre, è stato postato online dal sito di Libero. Sgarbi fa riferimento a un dibattito pubblico tenuto nella Collegiata di Castel San Giovanni nel quale una spettatrice protestò scandalizzata quando il critico definì papa Francesco “ateo”. Nel suo intervento Sgarbi diceva che Francesco tiene più all’uomo che a Dio. Interessante definizione. Intanto perché Sgabri si è sempre definito non credente, cioè ateo lui stesso, anche se ha spesso sorpreso con magistrali lezioni di storia dell’arte in cui ha saputo evocare il grande senso di religiosità presente in molti dipinti e anche quello di molti artisti, in modo che quasi nessuno sa fare. Ma poi sorprende il motivo per cui secondo lui il papa è ateo: “Crede più negli uomini che in Dio”.

Tale definizione è tipica di chi ha un concetto distorto della fede cristiana: non si può essere cristiani infatti se non ci si rende conto che Dio passa attraverso gli uomini, tutti gli uomini (come intitolava un famoso film di tanti anni fa che Sgarbi probabilmente non ha mai visto, “Dio ha bisogno degli uomini”). A Sgarbi evidentemente, come a tanti cattolici tradizionalisti, dà fastidio l’amore per il prossimo di Bergoglio, nel quale lui vede Dio, invece dell’immaginetta del vecchio con la barba che siede su un trono di nuvole lontano da tutti. Così lo vorrebbe lui e lo vorrebbero tanti cattolici. Ma Sgarbi non si è fermato qui dicendo che lo stesso papa gli ha dato ragione quando domenica avrebbe detto: “Sembra che il Corano e la Bibbia siano state entrambe scritte dagli stessi Apostoli”. Una frase presa fuori contesto come si sa può dire tutto e il contrario di tutto. Ma per Sgarbi tale frase significa  “una svolta epocale: da sempre cristiani e musulmani si scontrano sul primato delle rispettive religioni. Dopo le parole del Papa, non esisteranno più miscredenti e infedeli: tutti figli di uno stesso padre, nostro Signore o Allah, come si vorrà chiamarlo”. Anche qui Sgarbi si pone sullo stesso piano dei tradizionalisti: costruire muri fra le religioni invece di cercarne le radici comuni per costruire un mondo di accoglienza. 





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