DESIREE/ Perché abbiamo permesso che la sua domanda e il suo bisogno andassero dispersi?

- Silvio Cattarina

Quanta solitudine avrà mai provato Desirée? Perché non sappiamo capire e affrontare la vasta e appassionata sofferenza dei nostri giovani? SILVIO CATTARINA

desireemariottini_immigrato_spacciatore_arresto_lapresse_2018 Uno degli arrestati per l'omicidio di Desirée Mariottini (LaPresse)

Che paura, quanta paura, quanta solitudine avrà mai provato Desirée? Quanta straziante angoscia! Perché è andata lì, cosa alfine l’ha portata a recarsi ripetutamente in quei luoghi? Cosa cercava veramente? Perché lasciamo che i nostri giovani arrivino al male, giungano così avanti sulle strade del male? Perché non sappiamo capire e affrontare la loro vasta e appassionata sofferenza?

Anche questa volta, anche dopo l’ennesimo caso ormai (chiamiamolo così!?) di inaudita violenza verso un piccolo — ancor più verso una ragazzina minorenne — mi assalgono le domande più strazianti.  

Certo il problema dei problemi, la grande questione è sempre quella educativa. Il dramma più eloquente e più interessante per ogni ragazzo è sempre quello di sapere e di capire perché si vive, perché si è venuti al mondo, se la sua persona — sì, proprio la mia piccola e povera persona — è chiamata a qualcosa di veramente grande, unico, insostituibile. 

Desirée, durante tutta la sua fanciullezza e giovinezza quanto avrà cercato, guardato con i suoi grandi occhi, se vedeva qualcuno di interessante, che la cercava, che la poteva aiutare. Aiutare a capire anche la sua storia, questa famiglia un po’ particolare nella quale era nata… Qualcuno e qualcosa che illuminasse, che spiegasse, che desse un nome all’immensa domanda di vita, di felicità che si dibatteva nel suo cuore, che affermasse che una strada c’è per percorrere, per conoscere, per imparare a fondo questa gioia grande e infinita della vita. 

Se lungo il cammino della nostra gioventù non incontriamo nessuno che ci aiuta a capire, cioè che ci lancia verso e dentro un’avventura di forza e di coraggio, inevitabilmente nascerà in me una posizione di crescente rabbia e di esasperata opposizione e contrapposizione. 

La droga. La droga è uno dei possibili e per certi aspetti più interessanti e graditi approdi per un giovane così solo e arrabbiato.

Così, successivamente, progressivamente, la droga — ossia l’uso, lo spaccio, l’intero mondo che ruota attorno alla droga — costituisce sia la causa che la conseguenza dei vari drammi che ormai sempre più frequentemente le cronache ci abituano. 

Certo colpisce la ferocia, l’estrema disumanità praticata dalle persone che  hanno così violentemente ucciso la ragazza. Ma anche queste persone presumibilissimamente erano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, oltre che spacciarle. Desirée era in quei luoghi, così degradati, per cercare la droga, per poter più facilmente trovarla e assumerla. 

Insomma, il tema, drammatico e sempre più enormemente devastante, è anche quello della crescente diffusione della droga nel nostro paese. Non c’è solo il problema degli immigrati, dei quartieri abbandonati e degradati, della malavita.

Quando arriverà il tempo in cui seriamente ci si porrà il problema di cosa fare per arginare, per contrastare efficacemente, per abbattere significativamente sia la domanda sia l’offerta di droga? Non è più tollerabile che un sì gran numero di giovani e di giovanissimi vogliano ricorrervi e non è più ammissibile che un sì vasto, ramificato, incontrollabile smercio di ogni tipo di sostanza stupefacente avvenga ormai in ogni dove senza un maggiore e diverso intervento per stroncarlo. 







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