TIPI STRAVAGANTI/ (Video) Il concorrente anti-affitti sbaraglia i politici vecchio stile

- La Redazione

Non è la prima volta che Jimmy McMillan tenta la carriera politica, ma questa volta gli è bastata una frase per diventare una star del web.

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Non è la prima volta che Jimmy McMillan tenta la carriera politica, ma questa volta gli è bastata una frase per diventare una star del web. Personaggio decisamente sopra le righe, McMillan è diventato un «eroe» mediatico quando durante un dibattito ha dichiarato, a modo suo, che «l’affitto è dannatamente troppo alto».

La principale posizione di McMillan, 64 anni, che si è candidato per la carica di governatore di New York, è infatti che l’affitto nella Grande Mela sarebbe troppo alto per chi ci abita. La sua proposta è quindi di abbassarlo per alleggerire la pressione finanziaria, fermare la povertà e incrementare l’occupazione dei cittadini della metropoli. Nei suoi comizi McMillan è solito anche declamare a gran voce un altro motto: «Colazione, pranzo e cena». Un modo terra terra per indicare la sua intenzione di fermare la fame e la povertà a New York. Ma il vero pezzo forte dei comizi di McMillan è la polemica sugli affitti, tanto che il candidato è arrivato a chiamare il suo partito come il suo motto preferito: «L’affitto è dannatamente troppo alto».

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Una scelta originale, ma non è l’unico tratto distintivo di McMillan. Durante i suoi comizi per esempio, in qualsiasi stagione ci si trovi, indossa immancabilmente dei guanti di pelle nera. E il candidato ha rivelato che il motivo è che da giovane è stato sottoposto ai bombardamenti dell’Agente Arancio, un erbicida utilizzato nel corso della Guerra del Vietnam.

 

 

Nel corso di un faccia a faccia elettorale alla Hofstra University di New York, McMillan ha offerto questa spiegazione facendo la felicità dei presenti. «Sono un veterano di guerra – ha rivelato -, non dimenticatevi che sono stato in Vietnam per due anni e mezzo e ho ricevuto tre Stelle di Bronzo, ma le sostanze chimiche dell’Agente arancio (diossina mescolata con molti altri composti) mi hanno fatto ammalare. Se adesso mi togliessi i guanti, stanotte quando tornerò a casa non riuscirei neanche a respirare. Può essere un fatto psicologico, non lo so, ma fatto sta che me li metto e li porto ovunque vada». McMillan ha sottolineato di «apprezzare l’amore» da cui si è sentito circondato durante il dibattito e di essersi sentito gratificato per il fatto che in molti hanno dichiarato che ha attirato tutta l’attenzione del pubblico sulla sua figura.

 

 

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 «E’ quello che volevo fare – ha ammesso -. E a portarmi qui sono stati i miei baffoni e il motto “L’affitto è dannatamente troppo alto”». Le persone che hanno partecipato al confronto tra i candidati hanno confermato che McMillan è stato sicuramente il partecipante che si è impresso di più nella loro memoria. Come dichiarato da Phil Hecken, 41enne del Minnesota, al quotidiano New York Daily News, «il candidato del partito “L’affitto è dannatamente troppo alto” è stato in assoluto il più divertente». «Penso che sia un vero attore e che sia uscito vincitore dal dibattito», ha aggiunto Arlene Haime di Merrick, sostenitrice del Partito democratico.

 

Anche il sindaco democratico di Rochester, Robert Duffy, si è complimentato con McMillan. «Anch’io penso che l’affitto sia alto – ha aggiunto Duffy durante il dibattito -. Non conosco bene McMillan, ma è stato molto coerente e comunicativo per l’intera serata». E se i favoriti per la carica di governatore di New York sono il democratico Andrew Cuomo e il repubblicano Carl Paladino, a McMillan va il merito di stare diventando rapidamente un fenomeno popolare. All’indomani della sua uscita alla Hofstra University, tutti i quotidiani hanno scritto che Cuomo è stato il beniamino della folla durante il dibattito, con le sue inconfondibili basette e i baffoni e la sua interminabile tirata contro gli affitti alti in tutto lo Stato. Decretandolo come il vero vincitore del dibattito.


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E registrando la discesa in campo dell’Istituto americano per i baffi, che per la prima volta nella storia ha abbandonato la sua imparzialità per appoggiare il candidato baffuto. Come rivela il giornale The Atlantic, il presidente dell’Istituto, Aaron Perlut, ha scritto una lettera al candidato: «In quanto erede dei valori dell’America coi baffi, lei rappresenta tutto ciò che c’è di buono e decoroso negli Stati Uniti ed evidentemente è la persona più qualificata per guidare il grande Stato di New York». Ex istruttore di arti marziali e per questo soprannominato Rambo, Mcmillan vanta del resto una lunga carriera come candidato, conclusasi sempre con colossali fallimenti. Si è candidato per la prima volta nel 1993 alla carica di sindaco di New York come indipendente.

 

Nel corso della campagna elettorale, a un certo punto si è legato a un albero e si è inzuppato i vestiti di benzina. In seguito si è arrampicato sul ponte di Brooklyn e ha rifiutato di scendere fino a quando le stazioni televisive non hanno mandato in onda il suo messaggio. E alla fine è stato estromesso dalla sfida elettorale per avere raccolto 300 firme in meno rispetto alle 7.500 necessarie secondo la legge. McMillan nel 1994 si è quindi candidato come governatore di New York, percorrendo a piedi l’intero territorio dello Stato e dormendo in rifugi per clochard trovati per strada. Arrivando nella città di Buffalo, scelta come sede della convention del Partito democratico, McMillan arrivò giusto in tempo per interrompere il discorso del candidato Mario Cuomo ed è stato gettato fuori a forza dalla sala.

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Ma anche questa volta non è riuscito a raccogliere abbastanza firme per candidarsi. E pure nel 2000 McMillan è stato escluso dalle elezioni per il Senato degli Stati Uniti. Finalmente nel 2005 è riuscito a candidarsi come sindaco di New York, ripresentandosi nel 2009, e ricevendo rispettivamente 4.000 voti (pari allo 0,03%) e 2.615 voti. Quest’anno infine McMillan ha chiesto di presentarsi alle primarie del Partito democratico, ma non si è impegnato per raggiungere il numero di firme che aveva promesso di raccogliere. Il candidato democratico Randy Credico lo ha quindi definito un «somaro desolante», e così McMillan si è trovato a correre da solo. Ma a quanto pare se la sta cavando ugualmente bene.

 

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(Pietro Vernizzi)

 

 







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