INQUINAMENTO/ Le dieci città da evitare per chi va in vacanza

- La Redazione

Radiazioni, scarti industriali, rifiuti chimici: ecco dieci città dove una vacanza può rivelarsi pericolosa per la salute

linfen-r400 Linfen in Cina

Radiazioni, scarti industriali, rifiuti chimici: ecco dieci città dove una vacanza può rivelarsi pericolosa per la salute. Il Blacksmith Institute, una società impegnata nella difesa dell’ambiente, ha realizzato una classifica dei luoghi più inquinati al mondo.

LINFEN (CHINA) – La città annerita dalla fuliggine, nella provincia dello Shanxi all’interno della Cina, fa apparire la Londra di Dickens incontaminata come un parco naturale. Lo Shanxi è il cuore della cintura del carbone in Cina, e le colline intorno a Linfen sono punteggiate di miniere, legali e illegali, e l’aria è impregnata dalla combustione del carbone. Non sognatevi nemmeno di appendere il vostro bucato all’aperto, diventerà nero prima ancora di asciugarsi.

L’Agenzia statale per la protezione ambientale della Cina ha rivelato che Linfen ha l’aria peggiore del Paese. E questo è significativo, se si considera che la World Bank ha dichiarato che 16 delle 20 città più inquinate al mondo sono cinesi. Un cinese nato a Linfen ha sintetizzato così la situazione nella città parlando lo scorso anno con un giornalista del Time: «Il luogo in cui viviamo non è affatto buono». In tutto 3 milioni le persone potenzialmente contaminate dalle concentrazioni di carbone e particolato fine emesso da automobili e industrie.
 

 

 

TIANYING (CHINA) – Una città industriale, come ce ne sono molte in Cina, nella cintura industriale nordorientale, Tianying produce oltre la metà del piombo del Paese. A causa della tecnologia di basso livello e della mancanza di regole, molti dei metalli tossici finiscono nel suolo e nell’acqua di Tiangying. Contaminando il sangue dei bambini e riducendone le capacità cognitive. Nel frumento sono stati trovati livelli di piombo fino a 24 volte oltre i limiti cinesi, che sono ancora più stringenti delle limitazioni Usa al piombo.

SUKINDA (INDIA) – Il cromo esavalente, cui è stato dedicato anche il film «Erin Brockovich», è un pericoloso metallo pesante utilizzato per la produzione di acciaio inossidabile e per la colorazione delle pelli ed è cancerogeno se inalato o ingerito. A Sukinda, che contiene una delle più grandi miniere a cielo aperto di cromite nel mondo, il 60% dell’acqua potabile contiene cromo esavalente a livelli oltre il doppio degli standard internazionali. Un gruppo indiano per la salute ha stimato che l’84,75% delle morti nell’area della miniera – dove non esistono limitazioni imposte dalla legge – sono causate dalle malattie legate alla cromite.
 

 

 

VAPI (INDIA) – In India l’ambiente è nel complesso più salutare di quello del vicino gigante, la Cina. E questo perché l’India si sta sviluppando molto più lentamente. Ma la situazione sta cambiando, a partire da città come Vapi, che si trova nella parte finale di una cintura di terreni industriali lunga 400 chilometri. Per i cittadini di Vapi, il costo della crescita è stato rilevante: i livelli di mercurio nelle acque sotterranee sarebbero 96 volte più alte dei livelli di sicurezza dell’Organizzazione mondiale della sanità. Mentre nell’aria e nei prodotti locali sono presenti dei metalli pesanti. «E’ un vero disastro», rimarca Richard Fuller del Blacksmith Institute.
 

LA OROYA (PERU’) – Il piombo è il contaminante che appare più di frequente sulla lista di Blacksmith perché il numero di vittime che miete tra i bambini può essere devastante. A La Oroya, una città di minatori sulle Ande peruviane, il 99% dei bambini hanno livelli di piombo nel sangue che superano i limiti accettabili. E questo a causa di una fonderia di proprietà americana che inquina la città dal 1922. I livelli medi di piombo, secondo una ricerca del 1999, erano il triplo di quelli consentiti dall’Oms. Anche ora che sono state ridotte le emissioni attive dalla fonderia, gli scarti di piombo rimarranno nel suolo di La Oroya per secoli, anche perché attualmente non esiste nessun piano di bonifica.
 

 

 

DZERZHINSK (RUSSIA) – L’eredità della corsa agli armamenti durante la Guerra fredda ha lasciato dei punti neri nell’ambiente dell’ex Unione Sovietica. E il peggiore è di gran lunga Dzerzhinsk. L’agenzia ambientale della città stima che quasi 300mila tonnellate di rifiuti chimici – incluse alcune delle più pericolose neurotossine conosciute dall’uomo – erano state scaricate illegalmente a Dzerzhinsk tra il 1930 e il 1998. Parte delle acque della città sono contaminate da diossina e fenolo a livelli che sarebbero 17 milioni di volte più elevati dei limiti sicuri. Non a caso il Guinness dei Primati ha eletto Dzerzhinsk come la città più inquinata da agenti chimici della Terra, e nel 2003 la sua mortalità ha superato la natalità del 260%.

NORILSK (RUSSIA) – Norilsk è stata fondata nel 1935 come un Gulag in Siberia. E per chi ci vive da allora la vita non ha fatto che peggiorare. E’ sede del più grande complesso formato da fonderie nel mondo. Ogni anno sono liberati nell’aria oltre 4 milioni di tonnellate di cadmio, rame, piombo, nickel, arsenico, selenio e zinco. I campioni di aria superano i massimi livelli consentiti per rame e nickel, e la mortalità per i disagi respiratori è molto più elevata della media russa. «Nel raggio di 48 chilometri dalla fonderia di nickel non si trova un solo albero vivo – sottolinea Fuller -. E’ soltanto una terra desolata».
 

 

 

CHERNOBYL (UCRAINA) – Quando il 26 aprile 1986 si è verificato il guasto della centrale di Chernobyl, è stata liberata nell’aria una quantità di radiazioni superiore di 100 volte alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Oggi l’area di 30 chilometri attorno alla centrale nella quale è vietato l’accesso rimane inabitabile, e tra il 1992 e il 2002 sono stati diagnosticati oltre 4mila casi di cancro alla tiroide tra i bambini russi, ucraini e bielorussi che vivono nella zona del disastro. «E’ il più grande incidente industriale nel mondo – rivela Fuller -. Resterà contaminato per decine di migliaia di anni». Fortunatamente si è intervenuti per prevenire che ulteriori radiazioni fuoriescano dal sarcofago danneggiato della centrale nucleare.

SUMGAYIT (AZERBAIJAN) – Un’altra eredità della totale mancanza di rispetto per l’ambiente da parte dell’Unione sovietica (e non a caso una volta Stalin si è vantato dicendo che avrebbe potuto correggere gli errori della natura) sono le molte fabbriche di Sumgayit. Mentre erano operative hanno liberato nell’aria ogni anno oltre 120mila tonnellate di emissioni dannose, tra cui il mercurio. La maggior parte degli stabilimenti sono stati abbattuti, ma gli inquinanti rimangono e nessuno intende assumersene le responsabilità.
 

 

 

KABWE (ZAMBIA) – Quando i ricchi giacimenti di piombo sono stati scoperti vicino a Kabwe nel 1902, lo Zambia era una colonia britannica chiamata Rhodesia Settentrionale, e non c’era molta preoccupazione per gli effetti del metallo tossico sulle popolazioni locali. Purtroppo da allora nel corso dei decenni non ci sono stati molti miglioramenti, e anche se le miniere e le fonderie non sono più attive, i livelli di piombo a Kabwe sono astronomici.
 

(Pietro Vernizzi)






© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori

Ultime notizie

Ultime notizie