MANOVRA MONTI/ L’Istat: con l’Ici-Imu, 1,6 milioni di famiglie a rischio povertà

- La Redazione

L’Istat rivela la sua preoccupazione per gli effetti che la manovra potrebbe determinare per le condizioni di vita degli italiani, con un impoverimento di numerosissime famiglie italiane

famiglia_casar400 Fonte: Fotolia

L’Istat rivela la sua profonda preoccupazione per gli effetti che la manovra Monti potrebbe determinare per le condizioni di vita degli italiani. Secondo il presidente dell’Istituto, Enrico Giovannini, è assolutamente concreto il rischio, a seguito del pagamento dell’Imu (che comprenderà l’Ici sulla prima casa e le imposte sulla spazzatura) di un impoverimento di numerosissime famiglie italiane. 1,6 milioni, per la precisione. Giovannini, nel corso di un’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera, dove è stata ideata (con l’unanimità dei partiti, eccetto la Lega),  la proposta di non bloccare l’adeguamento all’Istat per le pensioni corrispondenti al triplo della minima, ha snocciolato alcuni dati: precisando che sono quasi 18 milioni che famiglie che, in Italia, sono proprietarie o usufruttuarie di un’abitazione; ovvero, il 71% delle famiglie residenti. Se tra le famiglie che non sono a rischio di povertà, la quota di proprietari di case è al 74,7%, tra quelle a rischio la quota scende al 56,4% e, laddove il nucleo sia composto da 5 o più componenti,  si riduce ancora, al 47,4%. Ebbene: «coloro i quali hanno come fonte principale la pensione o trasferimenti pubblici sono proprietari di casa nel 69,4% dei casi: si tratta di 1.600.000 famiglie, sulle quali, quindi, il pagamento dell’imposta sugli immobili può aumentare ulteriormente il rischio di povertà», ha dichiarato. Ci sono, inoltre, 2,3 milioni di pensionati ritenuti poveri che, a causa degli effetti congiunti di svariate norme contenute nella manovra, sono destinati ad aumentare di numero.

«Le pensioni fino a 915,52 euro – ha aggiunto – rappresentano in media il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale però all’85,5% per i pensionati anziani che vivono da soli». Stando ai parametri di povertà relativa fissati dall’Unione Europea, in tale categoria rientrano il 29,8% di coloro che hanno un assegno mensile inferiore a 915,52 euro «per un totale di quasi 2,3 milioni di pensionati e, di converso, il valore soglia identificato garantirebbe l’indicizzazione all’89,7% dei pensionati a rischio povertà».

Non è solo lo stop all’indicizzazione ad aumentare il rischio di povertà. Tuttavia, se lo stop non venisse contemplato per le pensioni equivalenti al triplo della minima, quantomeno si tutelerebbero il 6,5% dei pensionati a rischio di povertà, che sono 163 mila. Come se non bastasse, il provvedimento, secondo Giovannini, avrà effetti recessivi, in un momento già decisamente difficile per la nostra economia. 





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