PIAZZA AFFARI/ Crollano i consumi americani, ma le borse tengono (il punto alla chiusura)

- Gianluigi Da Rold

La “consumer confidence” americana è crollata a quota 44,5. Milano perde lo 0,47%, il Dax lo 0,51%, le altre Borse europee sono positive, di poco. Il commento di GIANLUIGI DA ROLD

Trader_TelefonoR400 Foto Ansa

Peccato che non si possa citare Garcia Lorca nel famoso alle “cinco de la tarde”. Qui la notizia che dà una botta a Wall Street (e influenza tutti i mercati per la situazione dell’economia) arriva alle quattro esatte del pomeriggio europeo. E’ l’ultimo dato sulla “consumer confidence”, cioè la fiducia dei consumatori americani. E’ crollata a quota 44,5, cioè come nell’aprile del 2009, quando il mondo si curava le ferite della crisi dei subprime dell’autunno precedente.
Se le Borse traccheggiavano in territorio negativo, cercando una faticosa risalita, nel giro di due minuti il trend ribassista ha ripreso una quota inquietante. Solo Londra fa festa, ma perché ieri era un festa inglese e ha recuperato quello che gli altri avevano già recuperato. L’impressione è che tutte le ricette del trio Obama-Geithner-Bernanke non funzionino più e siano da rivedere al più presto. Si parla di un comunicato imminente della Fed, dovrebbe arrivare stasera alle otto europee. Al momento si sa che Bernanke parlerà tra una quindicina di giorni e che il presidente Obama parlerà il 5 settembre.
Il dato sulla “consumer confidence” è l’ultimo “regalo” di questo agosto maledetto. Si era aperto con il downgrady sul debito americano da parte di Standard&Poor’s e poi con un attacco all’euro, concentrato sulle economie più gravate dai debiti, ma anche su Paesi a tripla A come la Francia. Infine con una revisione in negativo delle stime di crescita per quasi tutti i Paesi dell’Occidente secondo le anticipazioni di stampa sul rapporto del Fondo Monetario Internazionale.
A questo punto, scusate il bisticcio di parole, fare il “punto” sulla situazione dei mercati è come giocare all’Enalotto, se esiste ancora. Dopo mezz’ora dall’annuncio del dato americano, il Dax di Francoforte scendeva a meno un punto e mezzo in percentuale. Piazza Affari sembrava difendere con i denti la quota dei quindicimila punti.
Ormai gli analisti si arrendono, non azzardano previsioni e si limitano a osservare se bisognerà “prendere atto che siamo di fronte a una nuova recessione, oppure la si può evitare”. Che è come una sorta di ragionamento sulla “scoperta dell’acqua calda”.

Eppure le Borse europee dimostravano di voler mantenere quote accettabili e davano, dopo mezz’ora, segnali di reazione. Milano manteneva alla fine i 15mila punti con una perdita dello 0,47 percento. Il Dax tedesco perde lo 0,51. le altre Borse europee, di poco, sono andate in positivo. Oggi poteva andare peggio. Ma, quando si faranno i calcoli su queste quattro settimane di passione agostana, si dovrà mettere in conto la perdita di 20 punti del Dax tedesco (la signora Merkel può indossare la “maglia nera”) e di un quarto della capitalizzazione di piazza Affari.







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