BORSE/ La Grecia porta (ancora) i mercati in rosso (il punto con Wall Street)

- Gianluigi Da Rold

Nuova giornata difficile per piazza Affari e per tutte le Borse europee. Ancora una volta è la situazione della Grecia a creare incertezze tra gli investitori e sui mercati

Trader_Dietro_MonitorR400 Foto Ansa

Nuova apertura pesante per piazza Affari e per tutte le Borse europee. Se Milano, intorno a mezzogiorno, perdeva il 2,4%, Francoforte, con il suo Dax, segnava un rosso superiore al 3%. Ormai siamo alle battute finali sulla situazione della Grecia. In sostanza, si chiede ad Atene di adottare misure aggiuntive per ridurre il debito e, da troppe settimane, si rinvia la decisione della seconda tranche di aiuti.

È probabile che qualcuno abbia già deciso la sorte della Grecia (questa è la convinzione degli investitori) e aspetti il momento opportuno per comunicarlo ai mercati. Sembra intanto svanito in questa mattinata di inizio settimana l’effetto provocato dall’intervento delle cinque grandi banche centrali del mondo con la maxi-iniezione di liquidità.

Stamattima, come all’inizio della scorsa settimana, i titoli bancari e finanziari (tranne Unicredit per l’Italia) sono cominciati a scendere. La francese Societe Generale perde a metà giornata il 5%. In Italia c’è il caso Finmeccanica, il cui titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso quando ha toccato il – 9%.

Tuttavia, con una simile apertura settimanale, diventa quasi superfluo valutare quali comparti si salvino dalla generale ondata ribassista. La realtà è che non c’è nessuno, in questo momento, e non si intravede alcun modo per riuscire a ridare fiducia ai mercati e soprattutto a limitare il clima di incertezza che regna sovrano. Tra l’altro, anche il destino dello stesso euro è avvolto di una nube intensa di incertezza. Su diversi giornali europei e americani continuano a uscire notizie sulle domande che si pongono i tedeschi.

Vale a dire se convenga o meno essere ancorati alla moneta unica. Poi ci sono le consuete variazioni sull’euro a due velocità, sul destino di una futura eurozona periferica. Tutto questo avviene in un Paese, che sarà pure la locomotiva d’Europa, ma che ha anche i suoi problemi (che si vedono dai dati macroeconomici), non esclusi quelli della leadership politica. La cancelliera Angela Merkel, in questo week-end, ha fatto “sette”, non al gioco dei dadi, ma ha collezionato la settima sconfitta consecutiva, questa volta a Berlino. Ha vinto la Spd, ma il 9% degli elettori ha pure dato il suo voto a una formazione di tipo “grillina”, che in Germania si chiama “Il partito dei pirati”. Al momento la signora Cancelliera si limita a dire che “se crollerà l’euro si disgregherà l’Europa”. L’ultima, “entusiasmante”, scoperta dell’acqua calda.

Fatte queste considerazioni, ecco il bollettino di un lunedì altrettanto “nero” ,come tanti altri di questi tempi, stilato a metà seduta. Il Ftse Mib è al -3% (14.106 punti), il Dax tedesco al -3,2%, così come il Cac 40 francese. Tutto questo mentre Wall Street inizia la sua seduta con un calo superiore all’1%.







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