CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Ecco i provvedimenti e cosa si è deciso: aumento IVA, tagli alla sanità e all’assistenza

- La Redazione

È stato un lungo Consiglio dei ministri quello di ieri. Convocato per le 16.30 è cominciato dopo le 18:00 e si è concluso a notte fonda alle 2:15. Vediamo le principali misure prese

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È stato un lungo Consiglio dei ministri quello di ieri. Convocato per le 16.30 è cominciato dopo le 18:00 e si è concluso a notte fonda alle 2:15. Parecchie le misure prese, alcune un po’ a sorpresa. Tasse, Irpef, Iva, detrazioni, Titolo V della Costituzione e persino controllo dell’illuminazione dei palazzi pubblici sono stati oggetto dei provvedimenti. Già ieri sera era stato comunque reso noto che il Governo aveva deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per “contiguità” con la mafia. Per i prossimi 18 mesi l’Ente verrà affidato a una Commissione straordinaria composta da tre membri. Vediamo comunque quali sono i principali provvedimenti presi. Innanzitutto è stato approvato il disegno di legge contenente le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato: la cosiddetta Legge di stabilità, che a regime dovrà essere presentata al Parlamento entro il 15 ottobre di ogni anno. Al suo interno è stata istituita la figura di un Commissario anticorruzione che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche. Il Governo ha quindi presentato il disegno di legge per la Legge di stabilità 2013-15. Uno degli obiettivi iniziali del Governo era evitare l’aumento di due punti percentuali dell’Iva. La missione è compiuta a metà: dal 1° luglio 2013 scatterà l’aumento dell’Iva, ma solo di un punto. Passerà quindi dal 10% all’11% e dal 21% al 22%. In compenso è prevista una riduzione di un punto percentuale dell’Irpef sui primi due scaglioni di reddito: passerà dal 23% al 22% per i redditi da 0 a 15mila euro e dal 27% al 26% per quelli da 15mila a 28mila euro. Viene però introdotta una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 (misura che non riguarda i redditi inferiori a 15mila euro). Le pensioni di guerra e di invalidità saranno assoggettati all’Irpef (se di importo superiore ai 15mila euro). È previsto un taglio di 1,5 miliardi nella sanità, grazie a una riduzione della spesa per l’acquisto di beni, servizi e dispositivi medici. Per i dipendenti pubblici viene disposto il blocco dei contratti fino al 2014. Per i prossimi due anni non verrà nemmeno erogata l’indennità di vacanza contrattuale. Scende al 50% la retribuzione dei giorni di permesso per i disabili o per la cura di parenti disabili. A meno che non siano utilizzati per le patologie del dipendente stesso o per l’assistenza di figli o del coniuge (non quindi di un genitore). Gli aumenti salariali aziendali saranno tassati nel 2013 al 10% entro il limite di 3.000 euro lordi. Sconto fiscale, pari al 19% dell’imposta lorda, per chi farà erogazioni liberali al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. Aumentano dallo 0,35% allo 0,5% l’acconto sulle riserve tecniche per le compagnie assicurative. La percentuale scenderà allo 0,45% nel 2014. Per quanto riguarda le banche, vengono posticipate di 5 anni le deduzioni per il maggior valore riconosciuto al riallineamento per l’imposta sostitutiva. È previsto un stop all’affitto e all’acquisto di immobili e automobili da parte di tutte le amministrazioni pubbliche. Ma anche all’acquisto e il leasing di autovetture. Finiscono “a dieta” anche le spese per l’acquisto di arredi e le consulenze informatiche. Aumento di un miliardo i tagli lineari per le regioni a Statuto speciale previsti dalla prima spending review. Vengono invece stanziati 160 milioni alla Campania e 130 al Fondo per i comuni in condizioni di predissesto. Il budget delle Università potrà crescere del 3% l’anno. Sul fronte trasporti e infrastrutture, vengono stanziati 800 milioni per studi e lavori della Tav, 1,6 miliardi per il Trasporto pubblico locale, 800 milioni per la Rete ferroviaria italiana e 300 milioni per l’Anas. Lo Stato dovrà invece pagare 300 milioni quale penale per lo stop alla costruzione del Ponte di Messina. Per gli esodati, viene creato un fondo alimentato con 100 milioni nel 2013. Sono previsti tagli di 30 milioni nel 2014 e nel 2015 per i patronati.

Per le intercettazioni telefoniche viene previsto l’uso di contratti flat. La riscossione delle multe per lo sforamento delle quote latte torna sotto la gestione di Equitalia. Vengono stanziati 40 milioni per la manutenzione della flotta di aerei antincendio e 58 milioni (in tre anni) per la partecipazione dell’Italia alla spesa per la ristrutturazione del Quartiere Generale della Nato. È prevista l’adozione del programma “Cieli bui”, che, attraverso lo spegnimento dell’illuminazione ovvero suo affievolimento, anche automatico, nelle ore notturne, permetterà di realizzare risparmi di spesa. Oltre che dalla spending review e dalla razionalizzazione di spese ed entrate, questi interventi verranno finanziati attraverso i proventi derivanti dalla Tobin Tax europea, ancora non entrata in vigore. Altro punto importante è la Riforma del Titolo V della Costituzione: il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale, con l’obiettivo di apportare modifiche della regolamentazione dei rapporti fra lo Stato e le regioni. Passano quindi nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie che erano precedentemente considerazione della legislazione concorrente: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la disciplina dell’istruzione, il commercio con l’estero, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia. Rientrano nella competenza statale anche materie sinora non specificamente individuate nella Costituzione e che sono state oggetto, in questi anni, di contenzioso costituzionale: la disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e la disciplina generale degli enti locali. La materia del turismo è stata altresì trasferita dalla competenza esclusiva delle regioni alla competenza concorrente dello Stato. Si dispongono, poi, confini meno rigidi fra potestà regolamentare del Governo e potestà regolamentare delle regioni, prevedendo in modo semplice che lo Stato e le regioni possono emanare regolamenti per l’attuazione delle proprie leggi. Infine c’è un intervento anche sui pagamenti della Pubblica amministrazione, che dovranno avvenire entro 30 giorni. Sono previste però delle deroghe a 60 giorni per Asl e imprese pubbliche, a patto che ci siano condizioni oggettivamene giustificate dalla natura particolare del contratto.





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