ADDIZIONALI IRPEF E IMU/ Ecco la stangata di primavera sulle buste paga di marzo

- La Redazione

Ecco che la stangata di primavera è arrivata. Secondo le ultime manovre varate dal governo, Regioni e Comuni hanno la possibilità di aumentare le addizionali, e la busta paga ne risentirà

Calcolatrice_EuroR400 Foto: Fotolia

Ecco che la stangata di primavera è arrivata. Secondo le ultime manovre varate dal governo, Regioni e Comuni hanno la possibilità di aumentare le addizionali, andando quindi a gravare sulla busta paga di marzo, ma non solo. Andando a analizzare la situazione nel dettaglio, vediamo che i prelievi saranno diversi in base allo stipendio che si percepisce. Gli unici a essere salvaguardati saranno i pensionati e coloro che percepiscono un salario molto basso, sul quale quindi non graverà ulteriormente il pagamento dell’addizionale Irpef. Sono quindi esenti dal pagamento i pensionati fino a 75 anni che guadagnano fino a 7.535 euro all’anno e quelli oltre i 75 anni che guadagnano annualmente fino a 7.785 euro. I lavoratori che invece non dovranno pagare l’imposta, invece, sono coloro che guadagnano fino a 8.030 euro. Per tutti gli altri, in diversa misura, ecco la nuova stangata: l’aumento del prelievo sulle addizionali regionali scatterà per tutti e sarà dello 0,33%, quindi chi guadagna 1.200 euro lordi al mese si vedrà togliere 51 euro, mentre coloro che percepiscono 1.700 lordi al mese pagheranno 73 euro. Andando avanti, vediamo che chi guadagna per esempio 2.200 euro mensili dovrà pagare 94 euro, fino ai 137 euro per chi percepisce 3.200 euro di stipendio al mese. Per quanto riguarda invece le addizionali comunali, in questo caso l’aumento verrà deciso dalle singole amministrazioni comunali che lo faranno scattare eventualmente solo dopo averlo deliberato. E’ chiaro che diversi comuni, anche se ancora non molti, hanno già deciso di introdurre l’aumento per fare cassa, con un impatto annuale che potrà incidere sulle buste paga fino a 193 euro. Siamo però solo all’inizio e, come detto in precedenza, questa sarà probabilmente la prima di altre stangate in arrivo nei prossimi mesi. Come l’Imu, la nuova Ici, che da giugno farà il suo ingresso nelle tasche degli italiani: la nuova imposta verrà infatti applicata nuovamente anche sulle prime case, mentre sarà ancora più pesante per le seconde proprietà. 

C’è poi l’aumento dell’Iva, che dal 21 passerà al 23%, previsto per il prossimo ottobre, ma si tratta di un provvedimento che verrà introdotto solo se si renderà strettamente necessario, quindi potrà essere sostituito da altre diverse norme: «Si è dovuto mettere l’ aumento dell’ Iva per far quadrare i conti. L’ impegno per evitare che succeda, anche se è quasi automatico se non troviamo altre fonti, riguarda tutti», ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera. «È chiaro che se si trovassero altre fonti strutturali sarebbe meglio», ha fatto sapere il ministro, spiegando che «dobbiamo impegnarci sui capitoli della crescita, spending review e recupero dell’ evasione, perché da lì possono arrivare risorse. L’ impegno è quello di evitare di usare la clausola Iva». 





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