FINANZA/ Così Francia, Grecia e Spagna "eleggono" Il Prof al Quirinale
Il risultato delle elezioni che si sono tenute in Europa, unite alle condizioni economiche e finanziarie dell’Ue, spiega GIUSEPPE PENNISI, favorisce l’approdo di Monti al Quirinale 08 maggio 2012 - agg. 08 maggio 2012, 13.34 Giuseppe PennisiGiorgio Napolitano e Mario Monti (Infophoto)
Chi ha vinto le elezioni in Francia e in Grecia è il Presidente del Consiglio italiano, Mario Monti che ha di fronte a sé una strada ormai spianata verso il Quirinale (nel giugno 2013). Andiamo sinteticamente con ordine:
In Francia, dietro l’apparenza di un’alternanza serena, sono iniziate sette settimane di “coabitazione armata” sino al termine dei due turni delle elezioni per l’Assemblea legislativa. Successivamente, anche, e a maggior ragione, in caso della vittoria della gauche alle legislative, il Presidente François Hollande avrà serie difficoltà a mantenere impegni elettorali che comportano forti oneri per la finanza pubblica. Quindi, le tensioni continueranno e forse si aggraveranno tra le varie correnti del rassemblement delle sinistre.
In Grecia, i risultati elettorali hanno dato una forte affermazione ai vari partiti anti-austerity e anti-Ue. Anche se il Fiscal Compact è stato ratificato da Atene, non è ancora in vigore, perché mancano otto ratifiche di Stati membri dell’eurozona. Non è neanche in vigore l’accordo “taglia debito” per la Grecia, la cui validità effettiva scatta il 15 maggio. Due fondi francesi minacciano di non partecipare all’intesa: potrebbero essere il foro che fa crollare la diga. È difficile aspettarsi un’efficace “persuasione amichevole” da parte del Governo di Parigi (come spesso avvenuto in passato) proprio a ragione della “coabitazione armata” citata in precedenza.
È in corso un negoziato riservato sul debito spagnolo: servono 200 miliardi di euro presto (anzi prestissimo) per evitare l’insolvenza. I consiglieri di Hollande affermano che non è una delle loro prime preoccupazioni. Pure a Berlino si è soprattutto alle prese con le elezioni nei vari Länder e sulle prospettive di tenuta della coalizione. Il caos potrebbe essere innescato da disattenzione come in “La Guerre de Troie n'auras pas lieu” di Jean Giraudoux - una pièce teatrale che Hollande conosce bene.
In breve, oggi l’Europa è in mezzo a un guado simile a quello dell’aprile 1969 (referendum in Francia e uscita di scena del Generale De Gaulle): andare verso una forma di unione politica o perdere il suo “fiore all’occhiello” - quell’eurozona che assomiglia sempre più a una “simil-unione monetaria” invece che a una vera e propria unione monetaria quale sancita dalla teoria economica e dal diritto internazionale. Ambedue gli scenari (passi sostenuti verso l’unione politica-riforma profonda degli assetti monetari) richiedono lunghi negoziati per andare da una sponda all’altra del guado.
Con Monti alla Presidenza della Repubblica, la fine dell'Italia sarebbe definitivamente (si fa per dire) sancita. Grazie a Dio nulla è definitivo e tutto passa; ma i tempi delle vacche magre sarebbero giunti. Io personalmente mi attacco al Papa e aspetto il martirio... Rosario quotidiano, Angelo di Dio ogni sera, Messa settimanale e pellegrinaggi mensili per scongiurare questa prova all'Italia. Ad ogni modo sono certo che il buon Dio ci ama anche con i Massoni al comando...cercherò in ogni modo di convincerLo ad allontanare da noi questo calice...Poi, se proprio dobbiamo salire in croce con Gesù, mi darà una mano, no?!