DOWNGRADE SPAGNA/ Fitch declassa il Paese da A a BBB. Teme per la tenuta della banche

- La Redazione

La Spagna è sempre più nell’occhio del ciclone. Dopo la Grecia, sembra quasi che la falcidia della finanza internazionale abbia deciso di abbattersi sulla penisola iberica.

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La Spagna è sempre più nell’occhio del ciclone. Dopo la Grecia, sembra quasi che la falcidia della finanza internazionale abbia deciso di abbattersi su di lei. Dopo i recenti timori di debacle del sistema bancario iberico, l’agenzia di rating Fitch ha declassato il Paese. E lo ha fatto con una certa virulenza Prima, infatti, secondo la classifica della più piccola delle tre più famose a potenti agenzie internazionali, ha fatto passare la Spagna da A (buona capacità di onorare gli impegni, seppure suscettibile ai cambiamenti della congiuntura economica a “BBB” (capacità di onorare gli impegni adeguata, seppur condizionate e modificabili al ribasso dalla situazione economica); insomma,ben tre gradini, un salto davvero importante. E, come se non bastasse, l’Outlook resta negativo. Ovvero, si prevede che il rating sarà ulteriormente abbassato in futuro. Come era intuibile, il declassamento deriva delle condizioni del tessuto creditizio. Secondo l’agenzie serviranno molti più dei 40 miliardi di euro ipotizzati dal governo iberico per ricapitalizzare le banche e metterle al sicuro. Ne occorreranno, come minimo, tra i 60 e i 100. Una cifra corrispondente al 6 e al 9 per cento del pil del paese. L’Agenzia, per bocca del direttore generale, Edward Parker, ha fatto, inoltre, sapere che se la Grecia dovesse uscisse dall’euro Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro sarebbero declassati automaticamente. Nel medesimo intervento, Parker ha fatto sapere che non è escluso un declassamento pure degli Stati Uniti, che non avrebbero messo in campo politiche adeguate di risanamento fiscale. Tornando alla Spagna. Pochi giorni fa, il ministro del bilancio Cristobal Montoro, in un intervento alla radio, aveva fatto sapere che, effettivamente, le banche del suo Paese potrebbero avere bisogno dello stanziamento di fondi europei. Aveva tenuto a sottolineare che non si sarebbe trattato di una cifra esorbitante. E che, in ogni caso, mai e poi mai la Spagna avrebbe accettato di cedere quote di sovranità attraverso aiuti diretti allo Stato, auspicando, invece, l’intervento di istituzioni e meccanismi finanzieri Ue preposti.

Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, ha, in ogni caso teso la mano alla Spagna. Facendo sapere che, benché ufficialmente il Paese non abbia avanzato alcuna richiesta ufficiale di aiuti, laddove lo facesse l’Europa, prontamente, sarebbe disposta a concederglieli. 

 





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