SPREAD/ Monti al Wsj: se ci fosse ancora Berlusconi sarebbe a 1200

- La Redazione

Se ci fosse ancora il governo Berlusconi, lo spread dell’Italia sarebbe a 1200. A dirlo è il Presidente del Consiglio, Mario Monti, in un'intervista al Wsj

monti-spread Infophoto

Se ci fosse ancora il governo Berlusconi, lo spread dell’Italia sarebbe a 1200. A dirlo non è qualche analisi o studio di una banca d’affari o di un’istituzione finanziaria, ma il Presidente del Consiglio in carica, Mario Monti. Parole che non mancheranno certamente di scatenare polemiche e reazioni da parte dell’ex maggioranza che ha più volte in questi mesi, visto anche l’attuale livello del differenziale tra Btp e Bund, fatto notare che nonostante il cambio di governo la situazione non era migliorata e che si poteva perciò affermare che il picco dello spread non fosse colpa del Cavaliere. Le “improvvide” parole di Monti sono contenute in un’intervista pubblicata oggi sul sito del The Wall Street Journal, che il Premier ha rilasciato al quotidiano americano recentemente. Vediamo il passaggio incriminato. L’intervistatrice, Alessandra Galloni, chiede come mai i titoli di stato italiano paghino ancora un rendimento elevato nonostante tutte le misure prese dall’esecutivo e Monti risponde: lo spread è ancora alto a causa del nostro debito pubblico, che è oggettivamente elevato. Inoltre, i mercati hanno realizzato in maniera drammatica che la governance dell’eurozona è debole. La Francia ha fatto molte meno riforme dell’Italia, eppure il suo spread è ancora inferiore. Penso che la ragione stia nel fatto che la gente ritiene che la Germania non lascerà mai uscire dall’euro la Francia. Penso che se il precedente governo fosse ancora in carica, lo spread italiano sarebbe ora a 1200 o qualcosa di simile. Da Palazzo Chigi è arrivata subito una precisazione. “Non c’è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo”, spiegano le fonti governative.  La cifra indicata dal Premier deriverebbe da una proiezione degli effetti della speculazione sull’Italia se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato. Infatti, “è noto che lo spread in sei mesi era salito dai 150 punti base di maggio ai 550 di novembre”. Parole che non hanno placato il Pdl. Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, ha infatti parlato di provocazione inutile e stupida, richiamando Monti a una maggior sobrietà nelle sue interviste ai giornali esteri.

Lo stesso Wall Street Journal ha diffuso questa intervista nel giorno in cui ha pubblicato un articolo in cui si elogia l’operato di Monti nel suo tentativo di salvare l’euro. Tanto per la cronaca, al momento lo spread è sotto quota 450 punti base. Recentemente aveva ampiamente superato per qualche giorno la soglia dei 500 punti, superando anche i 530. Il picco che raggiunse poco prima delle dimissioni di Silvio Berlusconi fu di 574.





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