PIANO BERSANI/ Forte: i conti non tornano (ancora)

- int. Francesco Forte

Pier Luigi Bersani ieri ha presentato un piano economico in cui si prevede la riduzione dell’Imu e l’aumento degli investimenti infrastrutturali. Il commento di FRANCESCO FORTE

bersani_portaportaR400 Pier Luigi Bersani (InfoPhoto)

Pier Luigi Bersani è più che mai determinato e va avanti nella ricerca di un governo, magari minoritario, che trovi un qualche appoggio dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Difficile pensare che un simile esecutivo venga varato e che comunque riesca a reggere per lungo tempo. Anche perché, all’interno dello stesso Pd e del centrosinistra, Bersani deve fare i conti con molti scettici. In più, non è possibile ignorare i dubbi che sembrano esserci al Quirinale, dove tra l’altro il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, vive le ultime settimane di “semestre bianco”. Tuttavia Bersani va avanti. Non si sa quale possa essere la base di una trattativa, ma non è impossibile pensare che sul finanziamento pubblico ai partiti, ad esempio, ci sia qualche concessione da parte di Bersani. Ieri c’è stato l’incontro tra “inviati” del centrosinistra e una quindicina di rappresentanti del movimento di Grillo. Poi Bersani, dopo la piattaforma degli otto punti, ha lanciato in modo più specifico il suo programma economico. Schematicamente riassunto, Bersani punta all’esenzione dell’Imu per l’80% delle prime case. Poi a investimenti straordinari per le infrastrutture, restituzione dei crediti della Pubblica amministrazione alle imprese. Dice Bersani: “Bisogna dare liquidità alle piccole imprese e dunque restituire loro i crediti che hanno con la Pubblica amministrazione, poi bisogna mettere in moto un piano straordinario di investimenti”. Serve insomma “una scossa alla situazione economica”.

Francesco Forte, ex ministro delle Finanze ed economista, non dà molto credito a questo programma del leader del centrosinistra. «Mi sembra che siamo di fronte a un Bersani furioso, furibondo, che, non volendo accettare la sconfitta elettorale, aspetta solo i passi della magistratura per evitare qualsiasi confronto con Silvio Berlusconi. È una scorciatoia, un piano giustizialista che non so proprio dire quanto convincerà gli italiani. Questa è la cornice di fondo. È possibile che si possa trovare un accordo tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle. La rete di finanziamenti su cui può puntare Bersani è abbastanza vasta, articolata».

Ma come le sembra questo piano economico?

Mi sembra soprattutto demagogico. Innanzitutto occorre vedere come verrà ridotta l’Imu, in quale modo. Se la tolgo all’80% per la prima casa, quanto viene a costare al restante 20% e che peso avrà sulle seconde case? È un meccanismo che bisogna vedere dettagliatamente. Per quanto riguarda invece gli investimenti, mi chiedo dove va a prendere i soldi, che non mi pare ci siano.

Bersani parla di investimenti straordinari per le infrastrutture.

E io mi chiedo, di nuovo, dove vada a trovare questi soldi. In realtà, Bersani ha in mente un’altra cosa. Pensa a operazioni di basso profilo che passano attraverso gli enti locali: rimettere a posto una scuola, una piccola strada, mettere in sicurezza alcuni edifici e via dicendo. Questo non è un grande piano di investimenti per le infrastrutture, ma un’operazione a scarto ridotto, che può anche essere uno spreco di denaro che non da nessuna scossa all’economia. Ma poi, mi chiedo ancora, quale piano di infrastrutture può varare se cerca l’appoggio di Beppe Grillo, che non mi sembra affatto intenzionato a sostenere un piani di questo tipo. Si è sempre opposto, per esempio, a un’opera come la Tav.

C’è poi il nodo dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione.

Anche in questo caso non capisco dove voglia andare a parare Bersani. La montagna dei debiti della Pubblica amministrazione è molto grande. Se quei debiti fossero dichiarati esigibili, lo Stato dovrebbe metterli a bilancio e il rapporto tra debito e Pil salirebbe, superando il 130%. Anche in questo caso non si capisce bene dove andrebbe a prendere i quattrini. Il problema sarebbe quello di trovare una diversa soluzione con delle tecniche finanziarie. È un problema che a suo tempo fu affrontato per i debiti dei paesi sudamericani. C’erano dei “tecnici” al governo che, in un anno, potevano anche pensarci, ma evidentemente non l’hanno fatto e non ci hanno pensato.

 

Lei pensa che alla fine questo accordo tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle si farà?

Mi sembra un’idea folle e certamente non potrà durare a lungo.

 

(Gianluigi Da Rold)





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