PENSIONI TASSATE / Ipotesi prelievo, le indicazioni di Federconsumatori e Adusbef (oggi, 19 agosto 2014)

- La Redazione

Il governo studia un prelievo di solidarietà sulle "pensioni d'oro" per risolvere il problema di esodati e cassintegrati. Ma a rischio tassazione c'è anche il ceto medio?

soldi_euro_r439 Scandalo e paradisi fiscali (Infophoto)

Crescita, rilancio e sviluppo sono le parole chiave di una buona politica economica, secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, che hanno spiegato: “Condividiamo in pieno le affermazioni del viceministro Morando rispetto a nuovi interventi sulle pensioni. Le questioni vere per il bene del Paese, sono ben altre. C’è bisogno di una decisa inversione di rotta nella politica economica, proiettandola verso la crescita, il rilancio, lo sviluppo. Tutti termini che sembrano ormai dimenticati dal vocabolario delle riforme. Tutti termini che sembrano ormai dimenticati dal vocabolario delle riforme”. Ci vorrebbero misure efficaci per avviare una ripresa: “Dall’andamento dei consumi in caduta libera (-8,1% solo nel biennio 2012-2013) alle stime negative sul Pil, dalla disoccupazione alla chiusura di imprese ed esercizi commerciali. È evidente – hanno spiegato le due associazioni – che la prima mossa per far ripartire l’economia, come ripetiamo instancabilmente da anni, è il rilancio del potere di acquisto delle famiglie, diminuito di oltre il -13,4% dal 2008. Un’operazione che consentirebbe una ripresa dei consumi, dando così respiro anche a chi opera sul versante del commercio e della produzione. Per questo è indispensabile aumentare il reddito delle famiglie, ampliando la platea dei destinatari del bonus di 80 Euro anche a pensionati e incapienti”. Poi è importante pensare ai giovani e all’occupazione: “è necessario avviare una seria e concreta azione sul piano occupazionale, soprattutto per quanto riguarda i giovani. Le risorse per l’attuazione di queste importanti misure – hanno concluso – vanno ricercate non nelle normali pensioni, bensì intensificando la lotta all’evasione fiscale, potenziando i tagli a sprechi e privilegi, vendendo parte delle risorse auree, nonché ricontrattando in Europa una maggiore elasticità in relazione ai vincoli di bilancio»”.

Con i tagli alle pensioni “d’oro e d’argento” calcolate con il vecchio metodo retributivo, il Governo vuole assicurare il contributo di solidarietà: prelevando sulla differenza tra l’assegno pensionistico che si basa sulle regole antecedenti alla riforma Dini (1996) e l’importo teorico maturato secondo il metodo contributivo, arriverebbe nelle casse previdenziali un miliardo l’anno. L’asticella su cui i tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato si aggira intorno ai 50-60 mila euro all’anno di pensione, ma potrebbe essere messa a un livello superiore: 3.500 euro netti al mese. Il pacchetto pensioni entrerà a far parte della prossima legge di Stabilità, che dovrà essere varata entro il 20 ottobre. La novità è stata già sottoposta alle simulazioni dei tecnici dell’Inps e della Ragioneria dello Stato. Nessun intervento, invece, è previsto sull’età pensionabile, che rimarrà fissata a 67 anni, come previsto dalla legge Fornero. Inoltre nella legge di Stabilità potrebbe essere inserito un tetto alle pensioni pro rata con il metodo contributivo. Si tratta delle pensioni di alcune categorie come, ad esempio, quelle dei professori universitari e dei magistrati, che possono andare in pensione con oltre 70 anni di età, e che riescono a maturare un assegno pari al cento per cento dell’ultima retribuzione 

Un miliardo di euro per sostenere esodati e cassintegrati. Il governo pensa a tagli mirati a determinate pensioni per rimpinguare le casse dello Stato e dirottare tale cifra a risolvere due problemi ancora irrisolti; in più non è da escludere che una parte dell’introito possa essere dirottata sulle pensioni minime. Si tratta, insomma, di un prelievo di solidarietà che potrebbe garantire anche un miliardo e mezzo l’anno a seconda dell’ampiezza del bacino di lavoratori coinvolti dal prelievo. In merito, il presidente dell’Udc, Gianpiero D’Alia, intervistato da Il Messaggero, lancia l’allarme per il ceto medio, che rischia la mazzata: “Il contributo di solidarietà per il reperimento delle risorse per gli esodati si traduce in sostanza in un aumento della pressione sul ceto medio. Quando il ministro Poletti dice che dipende da dove si fissa l’asticella, significa che il taglio delle pensioni potrebbe scattare a partire da cifre più basse. Insomma, un conto è se l’obiettivo sono le pensioni d’oro, ma se si allarga al reddito lordo medio allora coinvolgerà la stragrande maggioranza degli italiani. Al governo dico: attenzione, è una questione da maneggiare con cura”. Gianpiero D’Alia aggiunge: “È necessario varare, al rientro dalle vacanze, un pacchetto di norme tutte indirizzate al ceto medio, messo a durissima prova da anni di crisi economica. Va da sé che ogni intervento, a partire dall’eventuale contributo sulle pensioni di cui si discute in questi giorni, non potrà ulteriormente tartassare chi costituisce l’ossatura produttiva del Paese e allo stesso tempo il motore della sua ripartenza in direzione della crescita”. In merito – e su La Repubblica – si è espresso anche Cesare Damiano (Pd), presidente della Commissione Lavoro alla Camera: “Sono assolutamente contrario al prelievo indiscriminato sulle pensioni per cifre non meglio precisate, per il solo fatto che sono state definite con il sistema retributivo. C’è il rischio che così si vadano a colpire le pensioni medie” Il dem indica dunque il possibile tetto sopra il quale procedere al prelievo: “potrebbe essere quella individuata dal governo Letta: 90.000 euro lordi. Superata tale soglia si può intervenire con un prelievo sulla parte eccedente, a condizione che le risorse risparmiate vadano o a migliorare le pensioni più basse o a risolvere il problema dei cosiddetti esodati”. 





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