DALLA GRECIA/ Gli 8 errori che hanno fatto perdere la trattativa a Tsipras

- Sergio Coggiola

Il Governo di Atene lavora per mettere a punto la lista di riforme da presentare all'Eurogruppo. Per SERGIO COGGIOLA Tsipras dovrà prendere decisioni impopolari e non volute

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Il tempo è denaro. Appunto. Più passa il tempo e più le casse statali sono vuote. Mercoledì nel corso dell’Euro Working Group, i tecnici ellenici sono stati, come d’abitudine, generici, forse per il fatto che il governo sta preparando la lista delle riforme, che verrà presentata lunedì prossimo – promessa di Alexis Tsipras al Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. 

Sul contenuto di questa lista si imbastiscono parecchie ipotesi. Si scrive che la classe media che ha votato Syriza si troverà penalizzata se il governo ristabilirà l’asticella dello sgravio fiscale a 12-15 mila euro lordi e aumenterà l’aliquota fino al 50% per i redditi medio-alti (cioè chi percepisce 2000 euro lordi, e oltre, mensili). Si avvererà la profezia dell’ex primo ministro quando affermò che con il governo Syriza si sarebbero pagate più tasse? Ma, ripetiamo, sono indiscrezioni. 

In sequenza, le proposte elleniche verranno presentate all’Eurogruppo che dovrebbe riunirsi la prossima settimana, ma potrebbe slittare a dopo la Pasqua cattolica. Il tempo scorre non certo a favore della Grecia. Entro martedì 31 marzo si dovranno trovare 1,7 miliardi (pensioni, stipendi e copertura dei rischi valutari). Dal ministero delle Finanze è filtrata l’indiscrezione che le casse saranno vuote entro il 20 aprile.

Al governo ellenico non sarà comunque sufficiente presentare la lista delle riforme e passare “alla cassa”. Da Bruxelles fanno sapere che prima di incassare, il governo Tsipras dovrà dare avvio al lavoro normativo che poi verrà tradotto in leggi. E nonostante il ristabilimento dei rapporti tra Grecia e Germania, Berlino continua a considerare le riforme con il prisma dell’odiato Memorandum. Dal ministero delle Finanze tedesco avvertono che, in ogni caso, la flessibilità data ad Atene per la lista delle riforme prevede comunque l’obbligo di raggiungere gli obiettivi finanziari specifici. Che cosa significa in pratica? Che ci saranno degli interventi sul sistema pensionistico e sull’Iva. 

Lunedì prossimo, dunque, il governo dovrebbe dimostrare di essere disposto  a passare dalla teoria alla pratica. Syriza ha vinto presentando questo manifesto politico: abolizione dell’austerità, riduzione del debito pubblico e riforme che non abbiano un carattere recessivo. Su questi punti sono tutti d’accordo, ma il problema è quello di trasformare queste proposte in azioni di governo che finora non si sono viste perché prima doveva passare l’esame di Bruxelles. E proprio attorno al tavolo europeo Tsipras ha pagato l’inesperienza e si è cullato nell’illusione che l’Europa stesse cambiando (per citare il suo slogan elettorale). 

Di fronte ai creditori ha commesso alcuni sbagli: 1) le polemiche contro alcuni paesi creditori (Germania in testa e poi Spagna e Portogallo), le istituzioni europee e la Bce; 2) ha confuso le trattative “tecniche” con trattative di carattere politico, venate spesso da un inconcludente “nazionalismo”; 3) l’illusione che si sarebbe creato un “arcobaleno dei paesi del Sud Europa” disposto ad appoggiare le richieste di Atene; 4) il governo Tsipras, nonostante le dichiarazioni, non aveva un “piano B” da presentare  – si è parlato di un “piano P(utin)” a uso ricattatorio; 5) anziché concentrarsi su un piano specifico di riforme si è affidato a proposte aleatorie e generiche, sperando nella “generosità” europea; 6) ha usato il manganello del “mandato popolare” per fornire una forza negoziale che poi è risultata nulla; 7) il fattore umano: Yanis Varoufakis non ha certamente imbastito dei buoni rapporti con i suoi colleghi; 8) ogni passo del governo nelle trattative doveva essere studiato in ragione dell’ala sinistra del partito.

A breve comunque arriverà il momento delle verità, in cui Tsipras dovrà fare i conti con i creditori e i suoi alleati, interni ed esterni. E già gli analisti politici hanno iniziato a descrivere nuovi scenari e nuove maggioranze che dovrebbero manifestarsi sui banchi del Parlamento subito dopo che la lista delle riforme dovrà trasformarsi in leggi e decreti. Nel frattempo, sempre in Parlamento verrà finalmente presentato l’accordo del 20 febbraio. Sarà il primo test per il governo. Sicuramente dopo che Tsipras avrà riunito il suo gruppo parlamentare per tastarne gli umori e le intenzioni.







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