Borse in calo, crollo di Wall Street/ Da Zuckerberg a Jeff Bezos: chi ha perso più soldi per colpa dei mercati

- Dario D'Angelo

Crollo di Wall Street: le Borse mondiali fanno registrare un forte calo. A picco le asiatiche, ma tutto ha origine negli Stati Uniti: è già finito l'effetto Trump?

Wall_Street_Lapresse Wall Street (LaPresse)

Il crollo di Wall Street ha allarmato gli investitori di tutto il mondo. L’aumento dei salari negli Usa rischia di fare schizzare l’inflazione e per questo la Federal Reserve starebbe pensando di porvi un freno alzando i tassi d’interesse. A questa mossa di prudenza, però, i mercati hanno reagito con isterismo, provocando un crollo importante soprattutto tra America e Asia, mentre le borse europee – per il momento – sembrano tenere botta. Ma nello specifico chi sta perdendo più soldi degli altri? Si può dire che peggio stia andando ai cosiddetti “paperoni” del Pianeta. Come riportato da Il Corriere della Sera, sono stati bruciati 114 miliardi di euro soltanto tra i 500 uomini più ricchi del mondo. Il più colpito  è stato il cosiddetto “oracolo della finanza”, Warren Buffet. A ruota il patron di Facebook, Mark Zuckerberg, mentre al terzo posto ecco l’uomo più ricco del mondo, il Ceo di Amazon Jeff Bezos: da qualche ora un po’ meno ricco. (agg. di Dario D’Angelo)

IL CROLLO DI WALL STREET

Usare l’espressione crollo di Wall Street è probabilmente azzardato, visto che siamo ben lontani dalle proporzioni della crisi del 1929. Ma che il panico sia diffuso su scala mondiale negli ambiti della Borsa è un dato di fatto. Basta dire che soltanto il Dow Jones ha perso il 4,6%, facendo registrare la peggior caduta “intraday” della storia, bruciando quasi 1.600 punti di listino. Ma in generale Wall Street non andava così male dall’agosto del 2011, tempi di crisi. Soldi in fumo, panico sui mercati. Ma cosa sta succedendo? Perché le asiatiche vanno a picco? Tokyo traina in negativo: con l’indice Nikkei che chiude con una perdita del 4,73%. Non se la passano bene neanche ad Hong Kong, con l’Hang Seng a meno 4,53% e Shanghai (Composite idex -3,35%). Tutto ha origine in America. La raffica di vendite sul mercato Usa ha il potere di scoraggiare la Borsa internazionale. Quando si intuisce che il rialzo dei salari può dare vita ad un aumento dell’inflazione, il timore che la Federal Reserve possa innalzare i tassi d’interesse a passo più spedito per contrastarla contagia tutti. Significa che il denaro potrebbe costare di più. Vendere, vendere subito. 

LA FINE DELL’EFFETTO TRUMP

Un crollo, quello di Wall Street, pressoché improvviso ma atteso da molti. Dall’insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, la Borsa americana ha registrato record su record. Ma da alcune ore a questa parte sembra essersi improvvisamente fermata la luna di miele con i mercati. Dalla Casa Bianca assicurano che “i fondamentali dell’economia restano estremamente forti”, ma il timore che l’inversione di rotta iniziata a Wall Street dalla scorsa settimana possa tradursi in una svolta ribassista è concreto. A spiegare la situazione è Naeem Aslam di Think Markets che, come riporta Il Corriere della Sera, a caldo commenta:”Ci stiamo preparando ad un viaggio difficile e per il presidente Trump sarà complicato questa volta dare la colpa a Barack Obama. Ho la forte sensazione che quest’ondata di vendite (a Wall Street) si intensificherà perché gli “orsi” stanno sentendo l’odore del sangue sulla strada“.





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