Telecom/ Tim, Elliott preferita a Vivendi da Asati in vista dell’assembla del 4 maggio

- Lorenzo Torrisi

Telecom Italia, scontro tra Elliott e Vivendi su Tim. Il cda decade dopo le dimissioni di 8 consiglieri. Asati sembra propensa ad appoggiare il fondo americano

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Decade il cda di Telecom Italia, azienda che resta al centro di una “sfida” tra Vivendi e il Fondo Elliott. Il Presidente Arnaud de Puyfontaine, il suo vice Giuseppe Recchi, Hervè Philippe, Camilla Antonini, Frédéric Crépin, Felicité Herzog, Marella Moretti e Anna Jones hanno infatti rassegnato le dimissioni. Questo ha fatto scattare per statuto (dato che è previsto che “ogni qualvolta la maggioranza dei componenti il Consiglio di Amministrazione venga meno per qualsiasi causa o ragione, i restanti Consiglieri si intendono dimissionari e la loro cessazione ha effetto dal momento in cui il Consiglio di Amministrazione è stato ricostituito per nomina assembleare”) la decadenza dell’intero board, che ha deciso di convocare per il 4 maggio un’assemblea degli azionisti ordinari per il rinnovo completo del cda. Il “reggente” dell’azienda è stato individuato in Franco Benabè, ch ha assunto la carica di Vice Presidente con le prerogative di legge e Statuto.

TELECOM ITALIA, ASSEMBLEA IL 4 MAGGIO

Nel rassegnare le dimissioni i consiglieri hanno espresso l’auspicio che tale gesto possa contribuire a fare chiarezza e a dare certezza alla governance della società. Non sfugge però che Vivendi abbia rimarcato che la decisione dei suoi tre rappresentanti di dimissioni sia stata presa “alla luce del tentativo di smantellare Telecom Italia (Tim) da parte Elliott Management, Hedge Fund noto per le sue iniziative a breve termine”. La sfida tra Vivendi ed Elliott si sposta quindi all’assemblea del 4 maggio, dove i francesi potranno far pesare il loro 23,9% di capitale contro il 5% circa del fondo americano. Difficile che gli altri fondi riescano a unirsi per ottenere più voti di Vivendi, che quindi potrebbe tornare in tempi brevi al comando della società.

TELECOM ITALIA, LA SFIDA TRA VIVENDI E IL FONDO ELLIOTT

Da parte sua, il Fondo Elliott non mostra di essere sorpreso da quanto avvenuto ai vertici di Telecom Italia. Una manovra “cinica e a proprio vantaggio” con cui Vivendi cercherebbe di prendere tempo. In una nota del fondo americano si legge infatti che la strategia francese rappresenterebbe “l’ennesimo esempio dei diritti abrogati degli azionisti di minoranza di Telecom Italia, nonché il continuo disprezzo delle best practice legate alla corporate governance”. Elliott tra l’altro ricorda alla società di Vincent Bollorè di essere in Telecom già dal 1999, “molto prima che Vivendi diventasse azionista della società” e invita perciò a “tenere conto della quarantennale esperienza nella creazione di valore coerente e nel sostenere impegni a lungo termine per esporre la governance inadeguata e catalizzare il cambiamento positivo”.







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