SCUOLA/ Educazione civica: le premesse per una società davvero multiculturale

- La Redazione

LOREDANA LUPO richiama al fatto che l’educazione civica, educazione alla cittadinanza, non risieda solo nei valori fondanti l’identità nazionale, ma anche nella consapevolezza di ognuno di appartenere ad un’unica umanità

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Si è avviata quest’anno, a partire da settembre, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, la sperimentazione di un nuovo percorso di “Cittadinanza e Costituzione”, inserito nell’area storico-geografica. Attraverso l’approfondimento della nostra Carta Costituzionale e alla partecipazione ad alcune esperienze adeguatamente progettate si cercherà di far acquisire ai nostri studenti quelle determinate competenze e quella “coscienza civica” che permetteranno loro di divenire membri attivi e responsabili della società in cui vivono e di prendere consapevolezza dei loro diritti e doveri.

E dove sta la novità? Molti se lo chiederanno dal momento che da sempre una delle principali “missioni” della Scuola è stata per l’appunto l’educazione a una cittadinanza consapevole e responsabile.

Per trovare la risposta sarà sufficiente guardarsi intorno, ci accorgeremo con estrema facilità di come la nostra società sia completamente cambiata nel corso degli ultimi anni, diventando sempre più complessa e diversificata, sempre più viva e colorata, sempre più multietnica e multiculturale. Oramai è molto probabile che si lavori e si viva in ambienti caratterizzati da gruppi di persone con diversa formazione culturale. Da qui la necessità di ridefinire l’idea stessa di “cittadinanza”, non considerandola più come qualcosa legata alla nascita e all’appartenenza ad un suolo, ma come la consapevolezza da parte di ciascuno dell’appartenenza ad un’unica umanità, ad un unico pianeta. In altre parole, la scuola ha il delicato compito di formare il cittadino del proprio paese, che è al contempo cittadino del mondo.

 

Ecco che allora è davvero necessario pensare a nuove modalità di educazione alla cittadinanza, perché essa non potrà consistere più solamente in un processo di “inculturazione”, ossia nella socializzazione del patrimonio di valori fondanti l’identità nazionale, ma dovrà educare anche al riconoscimento delle alterità distanti e all’impegno per una giustizia internazionale. La direzione di ricerca e di azione più efficace, quindi, è quella di un’educazione alla cittadinanza, che comprenda anche la dimensione interculturale, e che si dia come obiettivi l’apertura, l’uguaglianza e la coesione sociale.

È opportuno sottolineare che, come per ogni nuova sperimentazione, un ruolo determinante è svolto da noi insegnanti. Anche se sempre più spesso purtroppo ci ritroviamo di fronte a fatti ed eventi che ci rattristano perché portano alla distruzione dell’immagine della nostra categoria, non lasciamoci scoraggiare e ricordiamoci che solamente noi, con il nostro impegno, tenacia, serietà, professionalità, possiamo trasformare concretamente la scuola in una reale “palestra di democrazia”, in cui principi come libertà, giustizia, uguaglianza, pace diventino la linfa vitale di tutte le esperienze da far vivere ai nostri studenti.

 

(Loredana Lupo)





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