SCUOLA/ Al via il sistema nazionale di valutazione. Che sia la volta buona?

- Tiziana Pedrizzi

È arrivata nei giorni scorsi a tutti i dirigenti di scuola primaria la lettera ufficiale dell’INVALSI che riapre ufficialmente le operazioni di valutazione standardizzata esterna di tutte le scuole. È forse la volta buona che l’Italia si doti di un sistema di valutazione, come già accaduto in Francia

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È arrivata nei giorni scorsi a tutti i dirigenti di scuola primaria la lettera ufficiale del Presidente dell’INVALSI Piero Cipollone che riapre ufficialmente le operazioni di valutazione standardizzata esterna di tutte le scuole, in applicazione della Direttiva Ministeriale emanata nel settembre 2008. La lettera cerca di spiegare ampliamente ed approfonditamente il contesto in cui si colloca l’operazione e le sue ragioni.Si comincia per quest’anno con la seconda e la quinta elementare; la media seguirà l’anno prossimo e la superiore fra due anni.

La rilevazione è volontaria.

Le scuole pertanto potranno aderire, ma anche, per il momento, sottrarsi a questa verifica.

Alle spalle di questa scelta una interpretazione molto prudenziale della Direttiva, dovuta probabilmente in parte alla stesura in certe parti ambigua del testo ed in parte all’aver preferito un inizio soft, che eviti l’insorgere di ennesime contrapposizioni di principio ed ideologiche, che la scuola italiana farebbe fatica a reggere. I cultori della materia sopravvissuti possono ricordare che anche il Progetto Pilota dell’INVALSI del Ministro Moratti iniziò così anni fa, a dimostrazione della ben nota teoria dell’eterno ritorno.E’ auspicabile che questa stessa teoria patrocini il ripetersi della altissima percentuale di scuole che allora immediatamente aderirono e che pertanto in fretta si superi la fase della volontarietà, che costituisce una curiosa anomalia fuori dai nostri confini e che toglie una parte del significato all’operazione.

La rilevazione riguarderà un campione di studenti per scuola

Tutte le scuole dunque, ma non tutti gli studenti. Qui è probabile abbiano giocato elementi di fattibilità, quali la limitatezza dei finanziamenti messi a disposizione dal Ministero e soprattutto il tentativo di rendere attendibili i dati, creando condizioni di somministrazione più controllate di quelle della esperienza precedente già sopra ricordata. I risultati di allora furono infatti contestati soprattutto in quanto fornivano una lettura dei posizionamenti relativi delle varie macroaree del paese in contrasto con i dati internazionali e con le impressioni da tempo circolanti.E’ chiaro che su un numero controllabile di studenti campionati l’interesse del docente ad alterare sarà inferiore e la responsabilità del dirigente scolastico sarà totale.Operazioni di supervisione a campione potrebbero rinforzare i controlli.Ma soprattutto sarebbe interessante cominciare a mettere sul tavolo le carte a proposito dei metodi statistici che permettono di individuare le alterazioni, cui anche nella lettera dell’INVALSI ai dirigenti scolastici si fa riferimento .

Si perde con questa scelta una immagine completa della scuola e della diversa qualità delle sue sezioni.Tuttavia nulla impedisce di risomministrare le prove internamente a questo fine; certo, si tratterà di una scelta volontaria, ma, anche quando i presidi avevano fra le mani lo specchio delle loro diverse sezioni, molti lo hanno lasciato nel cassetto.

La rilevazione riguarderà italiano e matematica

Per il momento dunque le Scienze (presenti in PISA e nella esperienza INVALSI precedente) sono fuori gioco.Una scelta irreversibile?La posizione privilegiata delle scienze in PISA rispetto ad altre aree culturali è probabilmente dovuta alla forte influenza anglosassone ed alla necessità di tutti i paesi dell’OCSE di rinforzare le vocazioni a quelle carriere.In realtà le scienze pongono -come ha dimostrato PISA 2006 – diversi problemi sia per i disallineamenti dei piani studi sia per la frammentarietà epistemica che per il fatto che le competenze nel campo spesso sono riconducibili a quelle dei codici linguistici e logici. Incalzano in Europa da sempre le lingue straniere cui infatti è stata riservata nella direttiva ministeriale, a proposito dell’esame di terza media, una particolare attenzione.Anche l’area culturale delle scienze dell’uomo sembra volere entrare in lizza anche a livello internazionale e soprattutto europeo, come segnala la ripresa dell’indagine internazionale IEA in proposito.Sta di fatto comunque che, essendo questa ripartenza caratterizzata dall’essenzialità e dalla logica di passi prudenti, si è voluto probabilmente puntare sul core del core.

I risultati della rilevazione saranno restituiti in via riservata alle scuole per avviare il miglioramento

La prudenza degli esordi induce anche a sottolineare l’anonimato di studenti e scuole. I risultati saranno restituiti però in forma disaggregata, in modo da permettere una analisi interna sulle caratteristiche diversificate delle prestazioni e dei loro punti di forza e di debolezza.

Non è da escludersi poi che si crei un tamtam sociale, a partire dalle scuole con i migliori risultati che, sempre nell’esperienza scorsa, avevano già iniziato ad usarli a scopo promozionale sui loro siti .Poiché però non ha senso paragonare i risultati assoluti del liceo del centro di Milano con quelli dell’istituto professionale della sua periferia, l’INVALSI integrerà i dati grezzi con informazioni utili ad ipotizzare il “valore aggiunto” delle scuole.Una collocazione nelle medie del territorio e, per quanto riguarda le superiori, degli indirizzi probabilmente costituirebbe un primo utile passo.

La restituzione riservata sarà accompagnata da una analisi campionaria su base territoriale che potrebbe iniziare a fornire informazioni, utili in questo caso ai decisori del sistema nazionali e regionali.

Che dire?La Francia ha a gennaio ripreso alla grande con la valutazione nazionale in francese a matematica per la quinta elementare. Speriamo che sia la volta buona anche per l’Italia.







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