ESAME DI STATO 2013/ Chiosso: in un mondo senza prove, la maturità è un “rito” che ha ancora valore

- int. Giorgio Chiosso

Con la scelta delle materie per la seconda prova, si mette in moto il meccanismo dell'esame di maturità. Una prova ancora necessaria? Sì, secondo GIORGIO CHIOSSO. Che ci spiega perché

scuola_studente_esame4R400 Versione di Greco, Maturità 2016 (Infophoto)

Un giro di tweet, un colpo di chat e un invio collettivo di mail: in pochi minuti i maturandi si sono reciprocamente informati, tra wow d’esultanza e irripetibili espressioni di disappunto. Il Miur ha reso note le materie scelte per la prova scritta dell’esame di stato 2013, l’ex-maturità. Certo, l’attesa non è più spasmodica come fino a qualche anno fa quando “si portavano” all’esame solo alcune materie, ma comunque sia da oggi lo studio diventa più selettivo e il rito annuale dell’esame di maturità entra nel vivo. Come d’altra parte si riaccende il dibattito sulle tematiche legate ad esso: valore legale del titolo, educativo dell’esame, rituale del gesto, senza dimenticare la new entry riguardo l’anacronismo di una spesa evitabile in regime di economie e tagli. Ilsussidiario.net ne ha dialogato con il professor Giorgio Chiosso, ordinario di Storia dell’educazione e presidente del Consiglio di corso di studi in Scienze dell’educazione all’Università di Torino.

Entriamo nel vivo del dibattito: ha ancora senso, oggi, l’esame di maturità?
Sì, per me vale ancora la pena impegnarsi in questo passaggio della vita. E per almeno due ragioni. Innanzitutto, nel corso della vita scolastica non ci sono più prove selettive, a parte l’esame di terza media che comunque non è particolarmente impegnativo. Quindi, proprio in rapporto a una logica interna di funzionamento della scuola, ha senso porre, al termine di un ciclo di studi di 13 anni, un evento che certifichi le conoscenze e le capacità acquisite dagli studenti.

E la seconda motivazione?
Questa concerne l’aspetto educativo. Oggigiorno i ragazzi crescono senza essere messi alla prova, almeno la maggior parte di loro. Non è quindi vano, se vogliamo davvero educarli, metterli davanti a una prova, a un impegno con il quale confrontarsi, sapendo che c’è un giudizio, una verifica del proprio impegno e delle proprie capacità.

Una volta, l’esame di maturità rappresentava una tappa sociale importante, apriva la porta per l’ingresso nel mondo adulto, quello del lavoro. Ora non è più così, pertanto…
Non sono d’accordo. Anche se in maniera differente rispetto ad anni fa, questa rimane una tappa importante, che segna comunque un passaggio: alcuni – pochi – si avvieranno al lavoro; altri – i più – andranno all’università; altri ancora si impegneranno in una formazione professionale più avanzata. Situazioni ancora transitorie, ma senz’altro condizioni differenti da quella scolastica. Un discrimine è necessario.

In questo periodo di tagli e di scarsità di risorse, alcuni dicono che si potrebbe tagliare questa spesa…

Non sono in grado di quantizzare le risorse necessarie per organizzare oggi l’esame di maturità, ma è una questione malposta. Tutto dipende da come di considera questo evento: se lo si giudica necessario –come per me lo è – lo si fa. Punto. Come in famiglia, quando le risorse scarseggiano e si indicano le priorità:si eliminano le spese superflue o quelle non indispensabili e si fanno anche sacrifici per quelle necessarie.

La percentuale di promossi, negli anni scorsi, ha sfiorato il 100%: se l’esame di maturità e una prova, non è certo selettiva…
Effettivamente, percentuali di promossi che si aggirano attorno al 96-97% non depongono a favore della selettività dell’esame. Per renderlo più serio bisognerebbe introdurre due elementi: una valutazione nazionale e il ritorno alle commissioni composte tutte da docenti esterni. Il che non sarebbe particolarmente onerose se ci limitasse al bacino cittadino o provinciale evitando le “migrazioni” sul territorio nazionale realizzate in passato. Ma è molto improbabile che ci sia la volontà di rendere più serio questo esame.

Un’ultima domanda: il suo giudizio sulle materie scelte per la seconda prova.
Nessuna sorpresa, nessuna fantasia.

 

(Daniela Romanello)





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